giovedì 31 gennaio 2013
domenica 27 gennaio 2013
giovedì 24 gennaio 2013
Prospektiva #55 Grande Reading o Lettura
Venerdì 25 Gennaio 2013
@Razmataz al Pigneto
dalle 20
Laceranti letture a voce alta da Prospektiva #55, tutto intitolato agli STRAPPI.
Storie di strappi muscolari, in motorino o alla regola.
Con un sorprendente approfondimento sulla pesca a strappo.
[contiene racconti e ragionamenti inediti di Gianfranco Franchi, Francesca Santucci, Francesca Ferro, Gianni Tetti, Luciano Funetta, Gea Polonio, Alfonso Prota & Stefano Frateiacci, Gianni Solla, Vanni Santoni, Chiara Apicella, Mauro Maraschi, Jaime Andrés de Castro, Gioacchino Lonobile, Arturo Robertazzi, Matteo Salimbeni, Antonello Grassi, Federico Di Vita. E due-racconti-due inediti di Yuri Herrera, tradotti da Eugenio Santangelo.
Graphics & Layout di Cosimo Lorenzo Pancini per studiokmzero.]
Incolla i pezzi: il già-non-più-direttore-edit oriale Fabrizio Gabrielli
Intervengono molti dei contributorz.
èsserci
@Razmataz al Pigneto
dalle 20
Laceranti letture a voce alta da Prospektiva #55, tutto intitolato agli STRAPPI.
Storie di strappi muscolari, in motorino o alla regola.
Con un sorprendente approfondimento sulla pesca a strappo.
[contiene racconti e ragionamenti inediti di Gianfranco Franchi, Francesca Santucci, Francesca Ferro, Gianni Tetti, Luciano Funetta, Gea Polonio, Alfonso Prota & Stefano Frateiacci, Gianni Solla, Vanni Santoni, Chiara Apicella, Mauro Maraschi, Jaime Andrés de Castro, Gioacchino Lonobile, Arturo Robertazzi, Matteo Salimbeni, Antonello Grassi, Federico Di Vita. E due-racconti-due inediti di Yuri Herrera, tradotti da Eugenio Santangelo.
Graphics & Layout di Cosimo Lorenzo Pancini per studiokmzero.]
Incolla i pezzi: il già-non-più-direttore-edit
Intervengono molti dei contributorz.
èsserci
lunedì 21 gennaio 2013
Scrittore e cane e niente # 1
C'è uno scrittore che incontra un cane e comincia a parlare con il cane.
Il cane si gratta e annuisce, lo scrittore continua a parlare finché arriva al punto in cui rivela il punto a cui voleva arrivare.
Lo scrittore tendeva ad avere diversi punti a cui arrivare.
Questa volta il punto è questo e lo dice tirando fuori dalla tasca una penna da tenere in mano:
ho scritto un racconto
lo scrittore dice al cane che ha scritto un racconto.
Il racconto, spiega lo scrittore, è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto.
Lo scrittore agita la penna e tira fuori un pezzo di carta.
Il pezzo di carta è un foglio di carta piegato e sopra c'è scritto il racconto.
Il cane smette di grattarsi e prima che lo scrittore cominci a leggere gli chiede se secondo lui fosse possibile scrivere un racconto tratto da niente.
Lo scrittore ha la penna in mano. Prima agitava la penna, adesso la penna è ferma.
Un racconto tratto da niente? Si interroga lo scrittore mentre il cane agita la coda.
Non posso risponderti adesso; adesso devo tornare a casa.
Lo scrittore torna a casa a leggere alcuni libri sul niente.
Il cane rimane lì senza nemmeno aver sentito il racconto che lo scrittore aveva scritto.
venerdì 18 gennaio 2013
giovedì 17 gennaio 2013
Il Genio e la Suora da Daniele Sufaisbuc
Quando
ero piccolo la suora diceva che ero un genio e mi mandava nelle altre
classi a leggere i temi, così alla fine i bambini di tutta la scuola mi
odiavano, e pure le altre suore. Poi ho deciso che quando la suora mi
diceva che ero un genio se lo diceva da sola, perché ci vuole un genio
per riconoscerne un altro. Quindi ora quando qualcuno mi dice: "genio!",
io penso sempre che si sta autoesaltando indirettamente e/o è una
suora.
Quando
ero piccolo la suora diceva che ero un genio e mi mandava nelle altre
classi a leggere i temi, così alla fine i bambini di tutta la scuola mi
odiavano, e pure le altre suore. Poi ho deciso che quando la suora mi
diceva che ero un genio se lo diceva da sola, perché ci vuole un genio
per riconoscerne un altro. Quindi ora quando qualcuno mi dice: "genio!",
io penso sempre che si sta autoesaltando indirettamente e/o è una
suora.
Lo Sporco (TO)
Ecco Lo Sporco, rivista di Torino. Là sopra la foto di copertina che ritrae parte della redazione mentre fa giochi di testa su muri. Qui sotto l'editoriale della rivista, addirittura firmato Fabio Volo:
Ciao, sono Fabio Volo. Ho comprato la prima pagina di Sporco per dire a tutti i miei detrattori una semplice cosa: io lo so bene che non ho alcun talento particolare. E non rimproveratemi le mie incapacità continuamente, perché il punto non è questo. Il punto è che io ormai sono una persona che funziona, mi sono ritagliato il mio spazio con i miei occhi a mezz’asta perché alle persone servono i personaggi e i fumetti.
Alla gente piacciono i miei film che sono tutti uguali e parlano di persone che a un certo punto decidono di cambiare la loro vita ed essere meno banali. Lo so benissimo che invece le mie storie restano banali e non funzionano, ma questo è quello che prevede il mio personaggio. Chi ne capisce di queste cose mi ha detto che NON DEVO USCIRE DALLE RIGHE. Vedete, funziona così: io vendo i miei problemi da personaggio pubblico come universali, così diventano anche i vostri problemi. E così mi credete un genio che vi capisce. Grazie Sporco che mi aiuti a uscire da questa gabbia con la tua bassa tiratura, perché chi ne capisce di queste cose dice che NON DOVREI MAI USCIRE DALLE RIGHE. Ma ogni tanto sento il bisogno di sfogarmi.
martedì 15 gennaio 2013
Intervista a Leopardi
- Buongiorno Leopardi, posso darti del tu?
- No.
- Del lei?
- Se ne vada.
- Ok, scusi.
- No.
- Del lei?
- Se ne vada.
- Ok, scusi.
lunedì 7 gennaio 2013
Buoni propositi da Fabrizio Venerandi da Facebook
- cosa faremo nel 2013?
- dici dei buoni propositi?
- buoni o terribili. Anche tremendi.
- potremmo leggere di più
- già leggiamo tanto
- leggere cose inaspettate
- tipo?
- oroscopi. Interiora di animali. Fondi di mare.
- interiora di animali allora. Così poi li cuciniamo.
- coi fondi di mare anche si potevano fare cose.
- tipo?
- concerti sottomarini. Esplosioni di sirene e conchiglie.
- allora vada per interiora e fondi di mare. Ma non possiamo solo leggere.
- no, dobbiamo fare dell'altro.
- hai qualche altra idea?
- ferire.
- già lo facciamo.
- ferire meglio, più in profondità.
- con meno perdita di sangue.
- con meno o nessuna perdita di sangue.
- solo il taglio, puro, semplice.
- naturale.
- potremmo farci un taglio nella faccia, tra gli occhi e la gola.
- orizzontale.
- esatto. E poi aprirlo e metterci a parlare ininterottamente.
- e perché non cantare?
- e sia. Anche cantare. In fondo la voce che abbiamo non è male.
- è bellissima.
- è normale.
- animale.
- e sia anche questo, ho scritto tutto. Ora lo appendo su un muro per ricordarlo.
- aggiungi anche: scrivere sul muro, direttamente.
- ah
- così non dovremo aver paura di perdere il foglio.
- un anno è lungo, succedono un sacco di cose.
- i fogli possono finire dappertutto.
- trascrivo tutto sul muro.
- aggiungi anche: rinforzare l'intonaco.
- con cosa scrivo?
- qualcosa di forte: con buona volontà.
- e determinazione.
- ma non troppa. Che non ci sciupi la delusione.
- sto scrivendo.
- non male il rumore che fai, che ne dici?
- è una faticaccia, amore.
- amore.
Boris Vian sul Lavoro
Da
L'écume des jours
Capitolo 25
"Perché ci disprezzano tanto?" domando Chloé. "Non mi sembra che lavorare sia poi così bello..."
"A loro hanno raccontato così" disse Colin. "In generale si dice che lavorare sia la cosa migliore. Di fatto però non lo pensa nessuno. Si fa così un po' per abitudine, e un po' proprio per non pensarci troppo".
"In ogni caso, è stupido fare un lavoro che potrebbe essere fatto solo dalle macchine".
"Le macchine bisogna costruirle" disse Colin. "Chi lo farà?"
"Ah, certo" disse Chloé. "Per fare un uovo, ci vuole una gallina, una volta che abbiamo la gallina, possiamo avere un sacco di uova. Dunque: la cosa migliore è cominciare dalla gallina".
"Bisognerebbe però sapere" disse Colin "chi è che impedisce di fare altre macchine. Si vuole che manchi il tempo. La gente perde tutto il suo tempo a vivere, e così non gliene resta più per lavorare".
"A me sembra il contrario" disse Chloé.
"No" disse Colin.
"Se la gente avesse il tempo per costruire delle macchine, poi non avrebbe più bisogno di far niente. Quello che voglio dire, insomma, è che si lavora per vivere invece di lavorare per costruire delle macchine che permetterebbero di vivere senza lavorare"
"Complicato" giudicò Chloé.
"No" disse Colin. "È semplicissimo. È chiaro che tutto questo dovrebbe avvenire progressivamente. Ma si perde tanto di quel tempo a fare delle cose che dopo un po' si logorano..."
"Ma non credi che preferirebbero starsene a casa e abbracciare le loro mogli e andare in piscina e a divertirsi?"
"No" disse Colin. "Perché non ci pensano".
"Ma ti sembra che sia colpa loro se pensano che lavorare è giusto?"
"No" disse Colin "non è colpa loro. "Tutto dipende dal fatto che gli hanno detto: 'Il lavoro è sacro, è bello, è buono, è la cosa più importante, e solo chi lavora ha tutti i diritti'. Però poi si fa il possibile per farli lavorare continuamente, così che loro non hanno il tempo di far valere i propri diritti".
"Allora vuoi dire che sono scemi?" disse Chloé.
"Sì, sono scemi" disse Colin. "È per questo che sono d'accordo con quelli che gli raccontano che lavorare è il massimo. Questo li libera dal problema di pensare di cercare di migliorare e di non lavorare più".
"Parliamo d'altro" disse Chloé. "Questi argomenti mi distruggono. "Dimmi sei ti piacciono i miei capelli..."
"Te l'ho già detto..."
La mise a sedere sulle proprie ginocchia. Sentiva di nuovo una felicità senza incrinature.
"Ti ho già detto che ti amo tanto, sia all'ingrosso che al dettaglio".
"E allora, prova ad andare al dettaglio" disse Chloé, e si lasciò cadere fra le braccia di Colin, con l'indolenza di una serpe.