lunedì 29 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #95

Probabilmente ho preso una nuova brutta piega.
Anche quella vecchia era brutta, mi sa, ma questa brutta piega qua, a differenza di quella di prima, la vecchia brutta piega, questa brutta piega qua è nuova.
Non so dove mi voglia portare questa nuova brutta piega e in effetti non sapevo nemmeno dove mi volesse portar la vecchia brutta piega di prima, quindi va bene così. Non so inoltre da quanto tempo avessi preso la vecchia brutta piega; non ho fatto a tempo ad affezionarmi alla vecchia brutta piega che mi ritrovo oggi con una nuova brutta piega e mi sento pronto ad andare avanti con questa nuova brutta piega. Stavo pensando poi a quando è stata l'ultima volta che ho preso una bella piega, vado indietro negli anni, nella memoria, cerco tra i calendari e i diari il giorno in cui mi sono appuntato il momento in cui mi sono accorto di aver preso una bella piega, non me lo ricordo, forse non c'è, forse la piega è proprio solo brutta, un po' per antonomasia, un po' perché è bello dire antonomasia, chissà.

Poi è bello anche ogni tanto dire chissà. 

domenica 28 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #94

Se hai il problema che non sai cosa scrivere devi allora venire sul posto a scrivere che il tuo problema è che non sai cosa scrivere e ti rendi così conto che avere il problema di non sapere cosa scrivere non è poi così male, come problema.
Ci sono problemi di palazzi che crollano, problemi di aerei che annegano e automobili che traballano, problemi di stanchezza diarrea dissenteria cupigidià.
E il problema che non sai cosa scrivere subito lo vedi che va giù nella classifica della gravità dei problemi comuni mondiali della storia dell'umanità. L'umanità, c'è da dire, è che qualcosa che si fa da sola, normalmente l'umanità si fa da sola e viene fuori spontanea, l'umanità, mentre la storia dell'umanità, per essere storia, per essere storiografata, dev'essere scritta, e allora vediamo lievemente salire, nella classifica della gravità dei problemi comuni mondiali della storia dell'umanità, vediamo lievemente salire il problema del non saper cosa scrivere.
Pensavo alla storia dell'umanità ma solo per sbaglio, pensavo al fatto che a volte mi sento il resto dell'umanità di me stesso, e anche questo, giustamente, preferisco non sapere cosa voglia dire. 

sabato 27 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #93

Vengo qui senza sapere niente e mi sento come a ridosso; a ridosso di me stesso. Addossato, precipitato ma dal basso, appunto.
Vengo qui per portare il discorso delle arti, che è un discorso degli altri concentrato sul singolo esso stesso solo.
Poi me ne vado.
Pensavo.
Le arti e gli altri e l'immedesimazione come pratica estrema di emancipazione.
Pensare ai tutti all'interno di sé e ai tutti all'esterno. Moltiplicarsi infiniti anche per avvicinarsi all'idea di impossibile, faticosissimo, adesso non ce la faccio.

venerdì 26 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #92

Oggi vengo qui come se me ne stessi andando altrove.
Mi stavo in effetti proprio ieri chiedendo quanti sono gli altrove, mi dicevo chissà.
Mi sento qui come se stessi andando altrove, dicevo, e con qui intendo il qui del blog. Un opera d'arte fatta della voglia che ha uno di portare avanti l'opera d'arte, guardate lo sforzo dell'opera d'arte che voglia che ne ha avuto l'autore di fare parte della propria opera d'arte.
Ma io mi dissocio! dicevo anche, e questo dissociarsi non è solo questione di essere d'accordo o meno, di appoggiare o meno una questione, il mio "Io mi dissocio" è la constatazione di un processo in corso: mi guardo camminare e mi dissocio, mi guardo le mani e mi dissocio, eccomi che mi vedo in piedi di riflesso su qualche vetro di sbieco lì sempre che mi dissocio.
Lo smembramento è in corso inesorabile, la parte per il tutto e il tutto da qualche parte, chissà dov'è l'altrove, dicevo, chissà dov'è il tutto

giovedì 25 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #91

Oggi invece frastagliato.
Ma frastagliato a dire il vero non descrive niente della mia giornata, solo è la parola che oggi mi è arrivata dall'alto e sta sagomando i miei pensieri frastagliati.
Mi sento costiero di una costa frastagliata, frastagliato scogliero molto salino mi sento e multisfaccettato.
Oggi andrò a fare l'attore su un palcoscenico e sto quindi cominciando adesso a recitare, faccio finta di tutto faccio finta di niente faccio finta di recitare e vivere contemporaneamente.
Poi
Pensavo all'idea di infinito, bisogna sempre tenere a mente l'infinito, bisogna dedicarsi all'infinito e si scopre così poi in fondo che dedicarsi all'infinito è dedicare.

mercoledì 24 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #90

Fare altro mentre si sta facendo altro con la scusa che oltre all'altro si sta facendo anche ben'altro.
L'idea del diario era basata su una grande battaglia contro l'attualità, l'attualità è quel corridoio stretto e corto dove stare a dire le cose da dire che bisogna dire con le parole da usare per dire quelle cose.
C'è una serie di parole che sono lì pronte da usare per non dover stare a pensare alle parole da usare; io - con ritmi frastagliati sovrapposti- mentre parlo mi trovo anche a pensare se mi piacciono le parole che sto per dire e che nel frattempo ho già detto: mi seguo mentre mi precedo.
Procedo sprocedato, ecco, 'sprocedato', visto che non so se si può dire, mi piace dirlo.
E poi mi piace svegliarmi al mattino presto e dire buonanotte, ma anche questo adesso è fare altro, parlare d'altro, costantemente.
Buonanotte

martedì 23 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #89

Dicevamo: la verità è piena di criticità.
Lo sconcerto della verità, giustamente la verità è sconcertante, incredibile, non ci si può fare niente e anzi, mi viene da pensare che la verità non sarebbe verità se fosse facile crederci.
Come è vero tutto quello che scrivo - o perlomeno è vero che lo scrivo- e mi sembra incredibile tutto: mi sembra incredibile che stiamo sospesi ai piani alti dei palazzi, o in movimento rapidi dentro gli abitacoli delle automobili o astronauti senza problemi su per le scale mi viene da pensare e mi stupisco e poi mi dico Tranquillo, è normale.
Oggi nel momento importante del prerisveglio ho pensato all'idea di fermoimmagine dell'immaginario, che è poi è una specie di voglia di una fotografia della fantasia, non so cosa possa significare, è comunque questione di prerisveglio, il prerisveglio è uno dei miei posti preferiti dove trovo le idee migliori per i progetti inutili. Amo il mio prerisveglio, venite, vi ci invito

lunedì 22 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #88

Ero venuto qui con delle intenzioni ma poi è arrivata la parola prospiciente.
Tutto prospiciente mi sento. L'altro giorno ero zigrinato, oggi prospiciente. Ma è tutto collegato, è ovvio.
Tutta interconnesso e correlato, una storia di equilibrio mobile sospeso e totale, una concatenazione perpetua di eventi anche minimi, facciamo finta di niente ma le unghie crescono, non le vediamo ma avanzano seguendo le idee della luna e quindi le maree.
Poi comunque c'è da andare a scuola a prendere i voti e c'è da sapere che ore sono, ormai è normale, anche se io in realtà ero nato nell'anno contrario al calendario ed è stato anche quello un anno di unghie che crescevano in silenzio, impercettibili, senza dire niente a nessuno avanzavano le unghie di quell'anno e anche adesso, se si sta zitti, se ci si mette, anche adesso le si sente

domenica 21 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #87

Perdersi da fermo senza fare niente
Qualcuno dice sono il guardiano del farò, qualcun altro dice di essere capace di brancolare pure nella luce.
Io invece ero di là e m'è venuta in mente un'incombenza ma in effetti stavo anche vivendo quindi m'è venuto in mente il vivere e l'idea di Vivere in un'incombenza.

Riformulare ciò che si stava formulando: formulare e riformulare anche: riformulare nel momento stesso in cui si formula.
Seguirsi mentre si procede e precedersi anche pure.
Vivere plurali e paralleli, trini, multipli capillari sparpagliati in un ordine non stabilito su per una qualche scala a chiocciola multidimensionale.
Se si può.
E l'idea anche di vivere in differita ma lievemente in anticipo e in ritardo, una differita raddoppiata e sovrapposta dove il mentre è anche un frattempo e un frattanto e un fra un po'.

sabato 20 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #86

Arrivare qui con ben altro per la testa e dirlo forte e chiaro: avevo ben altro, per la testa, io.
Cercare un'indignazione sulla quale arrampicarsi e mostrarsi così fiero tronfio inerpicato sulla propria indignazione per ribadire a pieni polmoni davanti allo schermo con niente dietro ribadire: avevo ben altro, io, per la testa, qui.
E pensare alla libertà, all'idea di compiere ogni giorno piccoli passi avanti verso una libertà sempre più lontana, e si vede che è laggiù, la libertà, è laggiù in fondo e si allontana sempre di più come a confermare una qualche millenaria formula algebrica antiproporzionale che confonde i minimi comuni multipli e inverte l'ordine degli addendi - o degli avvicinamenti- e per ogni passo che fai la libertà si allontana di ics virgola tot passi, eppure sorrido, sorrido perché non capisco il gioco e comunque ci gioco, è il gioco che amo, il gioco che amo è un gioco di cui non conosco le regole, sempre stato così, io gioco, sì, ma se mi spieghi il gioco non ci credo, me ne vado.

venerdì 19 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #85

E in effetti era arrivato in qualche modo il momento di concentrarsi sulla descrizione del mondo. Per questo ieri sono stato tutto il giorno in casa a cercare il mondo, per poterlo descrivere, ma non lo trovavo per niente, il mondo era nascosto da qualche parte, sotto un tappeto dentro un cassetto: in un qualche angolino recondito cercavo il mondo ma il mondo non c'era più.
E poi c'è, collegata qui, la storia dell'eremita che da qualche parte, in cima alla montagna più alta del mondo, sta in silenzio e senza dire niente a nessuno tesse le storie del mondo, l'eremita in meditazione tesse e intesse e ci fa incontrare e non chiede niente in cambio, lui si occupa delle storie del mondo e sta in silenzio, in cima alla montagna più alta del mondo

(e noi qui ci chiediamo: come può, una montagna, essere più alta del mondo?)

giovedì 18 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #84

Senza che niente esista e senza fare esistere niente.
"Leggere è complicità nel processo creativo" dice la Cvetaeva riportata da Brodskij. Mentre leggo sono attivo e scrivo e mentre scrivo leggo anche, e sono vivo con l'autore che ha scritto e ricevo il tutto e filtro e elaboro attraverso il sistema dei miei piaceri, delle mie etiche ed estetiche incrociate, passeggio sulle mie credenze e le inclino e le scopro e le rinnovo a seconda delle credenze che mi trovo innanzi.
Dicevo "scrivere per vedere cosa scriverei" ma Brodksij sa quel che pensa e così, quando parla della Cvetaeva che fa dei monologhi rivolti a nessuno, o a sé stessa, è in quel momento che ci accorgiamo che il parlante equivale all'ascoltatore e Brodskij scrive: così, attraverso l'autoaudizione, il linguaggio acquista l'autocognizione.
Non so bene cosa dire a riguardo se non che posso continuare a scrivere per vedere cosa scriverei, che era la chiave poi di questo al di qua qua-
Stavo poi pensando all'interrompere, la questione dell'interrompere uno che sta parlando un grande tema della contemporaneità in cui tutti stanno sempre parlando e qualcuno non si permette di interrompere nessuno

mercoledì 17 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #83

Usare la tecnica del fare finta di niente, mimetizzarsi tra le proprie buone intenzioni e agire scaltri tra un'intenzione e l'altra.
Destreggiarsi, eseguire a comando involontariamente, tra frangente e frangente trovare tempo per dare senso al senso.
Pensavo a una sfrontatezza sfrenata. Da non confondere con la sfrenatezza sfrontata.
Pensavo allo sfracellarsi da fermi, sfracellarsi guardandosi allo specchio, sfracellarsi leggendo un romanzo o anche sfracellarsi guardando la luna di sera che se ne sta là.
Sfracellarsi ancor meglio farlo senza accorgersene, tagliarsi le unghie sfracellandosi uscire di casa sfracellandosi fare la spesa sfracellandosi attraversare la strada sfracellandosi facendo tutto e facendo tutt'altro e sfracellarsi occupandosi come al solito di quel che c'è tra il tutto e il tutt'altro sfracellarsi dondolandosi con calma su un'amaca sorridere sfracellandosi.
E anche per il blog, e questo era il motivo iniziale, quel che doveva essere fin dall'inizio, sfracellarsi vale anche per il blog: scrivere il blog sfracellandosi

martedì 16 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #82

Sto superando me stesso. Anche adesso sto superando me stesso. É da quando son nato che supero me stesso. Mi succede spesso di girarmi a un certo punto indietro e vedo me stesso, lí, affannato sudato tutto prostrato e sconfitto, vedo me stesso nel momento esatto in cui si fa superare da me stesso. Per non parlare dell'allievo che supera il maestro. Tutto un superarsi un inseguirsi. Che fatica. Mi piaceva quella storia del tizio che sta seduto lungo il fiume e visto che non ha nemici non fa niente e visto che sa cosa pensare non si annoia, no, di certo, ovviamente, e guarda il fiume e basta e passa di lí uno e gli chiede se sta aspettando il cadavere di un nemico e quello seduto gli dice sí, per accontentarlo.
E l'allievo supera il maestro e il maestro dovrebbe insegnare soprattutto a cosa fare per non superare.
Oggi leggevo da Brodskij, che citava la Cvetaeva, libro suggeritomi da Alfonso suggeritogli a sua volta da un altro grande amico, leggevo: "leggere é complicitá nel processo creativo".
Mi trovo felicemente d'accordo con questo punto di vista sulla lettura e nel mio entusiasmo non saprei chi ringraziare, se Brodksij o se la Cvetaeva o se Alfonso e se quell'amico di Alfonso. O se la casa editrice Adelphi (per il suo Brodskij 190) o Gutenberg che ha inventato la stampa o chissá chi altro dovrei ringraziare qua e lá nella storia dell'umanitá.
E allora faccio come quel signore che per non fare la figura del maleducato non salutava nessuno.

lunedì 15 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #81

Di solito mi succede che sono curioso di una cosa e allora vado a vedere la cosa e trovo che m'incuriosisce un aspetto della cosa (una cosa della cosa) e allora vado a vedere anche quell'altra cosa e finisce che anche in quell'altra cosa c'é un aspetto, una cosa, che m'incuriosisce e allora si finisce per andare sempre a vedere quella cosa legata a una cosa della cosa legata a quell'altra cosa da cui era iniziato tutto finendo che non si finisce e si dimentica qual era la cosa iniziale che ci interessava da andare a vedere all'inizio. Si finisce.
E si parlava infatti del gioco dell'eternitá, quel gioco che nel giro di una vita diventa noioso e dici va bene dai basta cosí finiamolo sto gioco.
Finiamo anche il gioco, pensavo oggi, dei passati e dei futuri, dicevo: propongo l'abolizione dei passati e dei futuri e in particolare abolizione dei passati gloriosi e abolizione dei futuri radiosi.
E i futuri luminosi? ho pensato.
Lasciamoli, mi son detto, i futuri luminosi lasciamoli a segnarci la strada da non prendere per camminare al buio tenendoci lí a fianco un futuro luminoso da guardare ogni tanto come monito da tenere conto come cosa da non fare da inserire nella lista delle cose da non fare.

domenica 14 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #80

Stavo pensando l'inevitabile e alla possibilità di almeno aggirarlo, l'inevitabile, passare intorno all'inevitabile guardandolo fisso negli occhi ma senza incontrarlo veramente. Un inevitabile relativo, sarebbe, un inevitabile fino a un certo punto.
E all'eternità, pensavo, e alle eternità, il plurale di eternità rende relativa anche l'eternità stessa. Pensavo infatti all'eternità di poco fa e mi sembra una gran bella eternità se paragonata a questa eternità di adesso. Come al solito, l'eternità del vicino è sempre la più verde.
Vabbé, adesso sono circondato dal tutt'altro, devo pensare al tutt'altro e chiudo.
Il blog/diario/valanga involontaria, continuerà con la sua frequenza di pubblicazione, la sua periodicità irregolare.

sabato 13 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #79

Ieri ho pensato a Farò mia la tua anatomia, poi mi sembrava fin troppo possessivo come pensiero libero, quindi sono andato avanti e oltre e oscillavo tra il certo e l'incerto, tra  il centro del mondo e il mondo e il qualcos'altro ancora, ed ero così tanto concentrato su me stesso e sul centro del mondo che a un certo punto ho sentito come se rischiassi di precipitare all'interno di me fino a decidere che mi sentivo in bilico sul mio ombelico.
Mi piace pensare di poter essere in bilico sul mio ombelico, è una gioia e un rischio relativo, anche perché se si cade all'interno di sé probabilmente non lo vede nessuno, si fa una brutta figura solo con sé stessi. Anche se adesso mi viene forse da pensare che le brutte figure con sé stessi sono le peggiori che si possono fare.

Troppo poco figurativo, mi dicono, allora parlerò un giorno della descrizione di un imbuto che sarà probabilmente giallo o verde. Anzi, sarà un imbuto o giallo o verde senza esserlo probabilmente.

venerdì 12 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #78

Essere qui solo per essere, essere come ambizione, essere per la presunzione di volere un posto dove essere - ogni cosa a suo posto ma il posto non è mai lo stesso.
Fare sempre tutto all'ultimo ma l'ultimo non arriva mai, bisognerebbe in effetti elaborare studiare indagare l'idea di ultimo e farla corrispondere a qualcosa che sia vicina all'imminente, altrimenti finisce che la lista delle cose da fare continua a essere minima se paragonata alla lista delle cose da non fare mai, ogni giorno, sempre con rigore e con un certo senso del dovere.
E poi pensavo al diritto allo studio, e al diritto al tutto.
Ho pensato dunque al titolo: ecco il titolo -ho pensato- ecco il titolo: il diritto al tutto.
Poi dopo ho pensato al diritto al titolo poi al titolo di studio e al suo diritto, dunque al titolo di studio e al diritto al titolo di studio e, di nuovo, il diritto al tutto.
Marta sosteneva giustamente tempo fa l'importanza del riconoscere il diritto all'infelicità.
Ieri poi leggevo Osamu Dazai che dice 'gli infelici sono sensibili all'infelicità altrui'. Ha ragione.
Il diritto all'infelicità e il diritto al tutto. Per oggi va bene così

lunedì 8 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #77

E' sempre vero che a un certo punto arriva il momento. Sempre, il momento, a un certo punto, arriva sempre e, più che altro, il omento sta sempre arrivando. Stamattina ho ordinato un caffé come se mi stessi scusando e mi sono seduto al tavolino con la faccia di chi gli hanno detto che si può. E allora penso che vivo, vivo con la faccia di chi gli han detto che si può.
Purtroppo m'era venuta in mente l'idea di un diario al contrario, a ritroso, scrivere un diario che inizi dalla fine, ma mi perplime l'idea di morire e così per ora no, continuo con il mio diario e lo rendo ogni giorno nuovo.
Un diario al giorno, cominciare ogni giorno un diario nuovo in modo da dimenticare anche ciò che si scrive, non male, l'obiettivo è non rimanere, soprassedere sul soprassedere, rimandare niente

domenica 7 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #76

Alla riunione del quartiere della Maddalena si è parlato di criticità e mi è venuto in mente che la verità è tutt'una criticità.
Nell'iperbole minima del mio pensiero mi viene in mente che la verità, nella sua completezza, è come se fosse tutta fatta di criticità. Mi viene inoltre in mente, sinceramente, che la verità, per essere onesti, è meglio non dirla, soprattutto in un blog di pubblico dominio ma nemmeno in un diario privatissimo in forma di quaderno che può leggere soltanto colui che scrive (anche perché il colui che scrive sembra essere spesso un chicchessia).
Vivere in una grande omissione.
La verità potrebbe stare nel rinunciare a scrivere poesia - o poesie- per scrivere, se si può, piccole cose belle da inviare per mail a poche persone.
La verità è sempre da un'altra parte ed è spesso in un posto fin troppo palese, non interessante.
La verità è quasi bianca, diceva uno anni fa, e più che sul biancore preferisco concentrarmi sull'idea incerta di quasi: tutta la vita quasi, quasi tutta la vita.

Poi, per riprendermi dal Bernhard di Gelo, sto leggendo, suggeritomi da M.Maraschi, Osamu Dazai. Lo sto un bel po' sottolineando, mi piace ad esempio quando dice: "Ero riuscito a evitare che mi si rispettasse"

mercoledì 3 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #75

Scrivere l'opera omnia ma dimenticare uno stuzzicadenti, pensavo, sì, alla descrizione del mondo, pensavo, e dimenticare di inserire nella descrizione del mondo la descrizione stessa.
Oppure: appena finita la descrizione del mondo, scritta per bene in un quaderno con tutti i dettagli di tutto, bisogna cominciarne subito un'altra che includa il quaderno con la descrizione appena finita di scrivere, oppure no?
L'ambizione migliore sarebbe non avere ambizione e starsene a guardare il fiume senza nemmeno avere un cadavere di un nemico da aspettare, direi, o senza nemmeno avere un fiume da guardare, o senza nemmeno guardare,

Mi viene poi inoltre in mente la possibilità di indicare il dito usando una luna, (qui però esagero)

martedì 2 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #74

I propri vicoli interiori, ognuno con i suoi.
L'esperimento della disciplina da tutte le parti, rincorrere un obiettivo che si sposta a seconda della direzione verso cui si corre, che è poi l'idea di utopia che è poi vero che l'utopia migliore comporta forse mi sa l'attenersi a una qualche disciplina
Anche l'idea di una via di fuga sta diventando eccessiva. Più che una via di fuga o piano di evacuazione ci vorrebbe un percorso una strada una direzione.
Ho finito di leggere Gelo, di Bernhard, sono contento, mi stava appesantendo come una roccia che non ti cade mai addosso ma che minaccia lì sopra. Incombe.
Mi viene in mente che ciò che incombe omette la morte, non so se ne sono sicuro.
Sno qui per decretare una fine ma non ne vedo una, il diario va di pari passo con la vita, vorrei decretare per ora la fine del diario ma è come se mi fossi affezionato.
Ieri mi sono messo ad assaggiare gli invisibili di Nanni Balestrini, e le prose brevi di Beckett, poi un saggio di Rolf Dobelli, sull'eccesso di notizie. Non so cosa continuerò a leggere ma la devo smettere con le vie di fuga e magari scrivere dell'altro