L’intruso arriva all’improvviso, stravolge piani, mette zizzania, sposta equilibri. A volte sparisce così com’è arrivato, a volte viene cacciato, a volte resta, inamovibile, trasformando l’ambiente circostante a sua immagine e somiglianza.
L’Intruso non è solo il titolo del racconto d’apertura di Colla 24, ma anche l’elemento ricorrente che, selezionati i sei testi per questo nuovo numero, è sorprendentemente emerso in metà di essi.
Francesco Formaggi dà all’intruso la forma di un personaggio di mezza età con gli occhi spiritati, la testa simile a un pallone e un taglio di capelli alla Mr. Been. Un uomo tanto mediocre quanto memorabile che, un giovedì come tanti, fa la sua comparsa nelle vite di nove amici uniti dal sacro rito del calcetto settimanale. Niente più sarà come prima.
Di intrusi è pieno il racconto di Filippo Balestra: intrusi con gli occhi a mandorla e macchine fotografiche al seguito, che invadono l’appartamento del protagonista, aggirandosi per le stanze come in visita guidata a un museo. Troppi giapponesi in casa, dieci, quindici forse, tutti precisini in fila, fotografano l’interruttore per la luce in cucina, un chiodo alla parete, cose così.
È molto più infima l’intrusione subita dal ragazzino al centro di Survivor (se state pensando alle Destiny’s Child, siete nel giusto), nel bungalow della colonia in cui viene spedito dai genitori. Ma la strada per la sopravvivenza passa dal superamento di prove come questa e il protagonista di Raffaele Cataldo ne uscirà più forte di prima.
Niente intrusioni, invece, negli altri racconti di Colla 24.
A Elena Ghiretti bastano due brevi telefonate per raccontare, in Fate thailandesi, la fine di un’amicizia. Tre donne, un viaggio preparato nei dettagli per mesi, il traffico nevrotico dei Navigli, l’impegno improrogabile che fa saltare tutto.
In Perdere, di Alessandro Mazzarelli, alla vigilia delle elezioni per il sindaco di Roma, la crisi personale del protagonista scorre in parallelo con la crisi della sinistra italiana. Alessandro esordirà nei prossimi mesi con Elliot e questo racconto è il migliore antipasto che possiamo immaginare.
La vita di provincia e l’adolescenza sono al centro del pirotecnico Jenny si è spappolata la faccia: Flavia Montecchi ci trascina tra binari del tram che sbucano nel nulla, cani che si chiamano come storiche band, anziane cicliste che pedalano come fossero impegnate in una missione di Grand Theft Auto.
L’illustrazione di copertina è firmata da PopLust e fa parte di una serie dedicata all’erotismo, che potete guardare e riguardare sulla sua pagina Instagram.
Che vi sentiate intrusi o meno, è arrivato il momento di andare alla scoperta di Colla 24.