C'è uno scrittore che incontra un cane e comincia a parlare con il cane.
Il cane si gratta e annuisce, lo scrittore continua a parlare finché arriva al punto in cui rivela il punto a cui voleva arrivare.
Lo scrittore tendeva ad avere diversi punti a cui arrivare.
Questa volta il punto è questo e lo dice tirando fuori dalla tasca una penna da tenere in mano:
ho scritto un racconto
lo scrittore dice al cane che ha scritto un racconto.
Il racconto, spiega lo scrittore, è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto che è tratto da un racconto.
Lo scrittore agita la penna e tira fuori un pezzo di carta.
Il pezzo di carta è un foglio di carta piegato e sopra c'è scritto il racconto.
Il cane smette di grattarsi e prima che lo scrittore cominci a leggere gli chiede se secondo lui fosse possibile scrivere un racconto tratto da niente.
Lo scrittore ha la penna in mano. Prima agitava la penna, adesso la penna è ferma.
Un racconto tratto da niente? Si interroga lo scrittore mentre il cane agita la coda.
Non posso risponderti adesso; adesso devo tornare a casa.
Lo scrittore torna a casa a leggere alcuni libri sul niente.
Il cane rimane lì senza nemmeno aver sentito il racconto che lo scrittore aveva scritto.
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