Dai, lo sanno tutti che le parole sono imprecise, imperfette e infingarde... siamo dei coraggiosi, noi umani, a fare le cose durante il giorno, durante la notte, a fare le cose in generale senza essere spaventati da questa imprecisione generale delle parole.
Ad esempio i capelli lunghi: quand'è che si possono definire "lunghi"? C'è il giorno in cui uno può dire: "oggi ho i capelli lunghi"? oppure, ci possono essere dei momenti nella vita, proprio quel momento, quell'attimo che prima no e dopo sì, quell'istante in cui uno dice "adesso ho i capelli lunghi"? I capelli se ne fregano delle parole.
E il brunch? Da che ora a che ora? Quand'è che sto facendo colazione e quando il pranzo? E se tra la colazione e il pranzo ci metto una merenda? e se ci aggiungo poi dopo uno spuntino? insomma, la fame, anche lei, se ne frega delle parole.
Perché le parole sono una bellissima fregatura, come lo è la parola "pizza" (ma non saprei ben spiegarla questa) o la parola "parola" (e qui bisogna parlarne con Alessandro Ansuini in persona)...
Vabbé, tutto è nebbioso e indefinito come buona parte di quel che penso adesso io, che son PippoBalestra, che domenica vado a leggere alcune nuove poesie normali, e sono poesie anche loro fatte da parole, sono poesie che un po' non mi piacciono del tutto e un po' sono stupende; un po' mi confondono e un po' so bene quel che vogliono dire... insomma... ci siamo capiti? Non credo, ed è meglio così perché mi sa che anche capirsi sarebbe quasi quasi sbagliato.
questo è il programma di Giugno del Samo e vedete che ci sono anche io lì sopra dopo i BrokenMemories e prima di SimonX |
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