[Guido] Terminò coll'esclamare sconsolato:
- La vita è ingiusta e dura!
[...] mi pareva di dover pur dire qualche cosa. Egli aveva finito col parlare della vita e le aveva appioppati due predicati che non peccavano di soverchia originalità. Io scopersi di meglio proprio perché m'ero messo a fare la critica di quello ch'egli aveva detto. Tante volte si dicono delle cose seguendo il suono delle parole come s'associarono casualmente. Poi, appena, si va a vedere se quello che si disse valeva il fiato che vi si è consumato e qualche volta si scopre che la casuale associazione partorì un'idea. Dissi:
- La vita non è né brutta né bella, ma è originale!
Quando ci pensai mi parve di aver detta una cosa importante. Designata così, la vita mi parve tanto nuova che stetti a guardarla come se l'avessi veduta per la prima volta coi suoi corpi gassosi, fluidi e solidi. Se l'avessi raccontata a qualcuno che non vi fosse abituato e fosse perciò privo del nostro senso comune, sarebbe rimasto senza fiato dinanzi all'enorme costruzione priva di scopo. M'avrebbe domandato: "Ma come l'avete sopportata?". E, informatosi di ogni singolo dettaglio, da quei corpi celesti appesi lassù perché si vedano ma non si tocchino, fino al mistero che circonda la morte, avrebbe certamente esclamato: "Molto originale!"
- Originale la vita? - disse Guido ridendo. - Dove l'hai letto?
Non m'importò di assicurargli che non l'avevo letto in nessun posto perché altrimenti le mie parole avrebbero avuto meno importanza per lui. Ma, più che ci pensavo, più originale trovavo la vita. E non occorreva mica venire dal di fuori per vederla messa insieme in un modo tanto bizzarro. Bastava ricordare tutto quello che noi uomini dalla vita si è aspettato, per vederla tanto strana da arrivare alla conclusione che forse l'uomo vi è stato messo dentro per errore e che non vi appartiene.
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