DOMANI ALLA STANZA DELLA POESIA ORE 1745
Sono stato invitato e sono contentissimo di partecipare a questo esperimento di conferenza.
Nel senso che ultimamente mi piace fare le conferenze e vorrei mettermi lì con microfono e bottiglietta d'acqua seduto a guardare le cose che starò per dire e vederle nascere e morire come fossero tramonti e albe ovviamente contemporaneamente. Ché, come dicevamo l'altro giorno, ci interessa, sì, la poesia contemporanea, ma ci interessa anche la poesia contemporaneamente, la poesia mentre che tutto si muove e sbatte e si dimena e la poesia anche lei si muove sbatte e si dimena.
Domani, grazie all'invitazione ricevuta da Editrice ZONA / ZONA Contemporanea + Genova - voci, dentro la cara e a volte ottuagenaria Stanza della Poesia, parlerò della parola ASSENZA nell'ambito di questa rassegna di incontri che si chiama Maestri di parole, e c'è questa parola spaventevole, Maestri, e io ho da poco finito di leggerne uno del buon misantropo Bernhard, Antichi Maestri, che per tutto il libro sembra avere come riferimento solo i Maestri -antichi- e detestare il resto dell'umanità ma poi quasi alla fine si disvela e dice "nonostante tutti gli spiriti magni e gli Antichi Maestri che ci siamo scelti come compagni di strada, essi non potranno mai sostituire un essere umano [...] alla fine sono soprattutto questi cosiddetti spiriti magni e questi Antichi Maestri che ci abbandonano, e ci accorgiamo che gli spiriti magni e gli Antichi Maestri si fanno addirittura beffe di noi nella maniera più infame".
Spero domani di non essere né maestro né infame, di raccontare la mia parola chiave, Assenza, in maniera intelligente ma non troppo colta, né tantomeno calcolata, speriamo, vi ci invito, venite, siete invitati
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