lunedì 17 aprile 2023

LINGUAGGIO PROVVISORIO - Kenneth Goldsmith

Già mi piace l'idea di provvisorio, di provvisorietà del tutto, figuriamoci del linguaggio, quel che potrei fare, per assecondare le idee di questo libro che iperstimolante, quel che dovrei fare è interagire con questo testo che ho appena trascritto (no copincolla, purtroppo) e giocare con questo e vedere cosa fa succedere l'interazione con questo testo. Interessantissimo il capitolo sui Passages di Benjamin, Appropriazione, si chiama il capitolo, dovrei adesso io trascrivere un altro pezzetto e creare un nuovo testo in interazione con questo, come dicevo prima, ma non ne ho voglia adesso... qui di sotto quel che ho trascritto per questo post, direi che va bene già così

"Nel mondo digitale di oggi, il linguaggio è diventato uno spazio provvisorio, temporaneo, senza fondamenta, semplice materiale da spalare, riconfigurare, accumulare e modellare nella forma più conveniente, per essere poi gettato via altrettanto rapidamente. Le parole sono riproducibili all'infinito e a basso costo, diventate ormai detriti che esprimono poco e significano ancora meno. Ci siamo abituati a essere costantemente disorientati dalle repliche e dallo spam. Le nozioni di autenticità e originalità sono sempre più difficili da rintracciare. Quei teorici francesi che aprirono le porte alla destabilizzazione del linguaggio non avrebbero mai potuto immaginare fino a che punto le parole oggi si rifiutino di stare ferme; conoscono solo l'irrequietezza. Le parole oggi sono bolle, mutaforma, significati vuoti che fluttuano nell'invisibilità della rete, quel grande livellatore di linguaggio, di cui ci appropriamo avidamente e in modo indiscriminato, riempiendo i nostri hard disk solo per sostituirli con altri più economici e capienti.

[...] Una bufera di linguaggio che induce all'amnesia; queste non sono parole da ricordare. La stasi è il nuovo movimento. Le parole si ritrovano in una condizione che è al contempo di obsolescenza e di presenza ubiqua, una condizione dinamica ma stabile. La ripetizione è la nuova no creatività; anziché creare noi onoriamo, adoriamo, sfruttiamo la manipolazione e il riutilizzo."

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