martedì 2 giugno 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #74

I propri vicoli interiori, ognuno con i suoi.
L'esperimento della disciplina da tutte le parti, rincorrere un obiettivo che si sposta a seconda della direzione verso cui si corre, che è poi l'idea di utopia che è poi vero che l'utopia migliore comporta forse mi sa l'attenersi a una qualche disciplina
Anche l'idea di una via di fuga sta diventando eccessiva. Più che una via di fuga o piano di evacuazione ci vorrebbe un percorso una strada una direzione.
Ho finito di leggere Gelo, di Bernhard, sono contento, mi stava appesantendo come una roccia che non ti cade mai addosso ma che minaccia lì sopra. Incombe.
Mi viene in mente che ciò che incombe omette la morte, non so se ne sono sicuro.
Sno qui per decretare una fine ma non ne vedo una, il diario va di pari passo con la vita, vorrei decretare per ora la fine del diario ma è come se mi fossi affezionato.
Ieri mi sono messo ad assaggiare gli invisibili di Nanni Balestrini, e le prose brevi di Beckett, poi un saggio di Rolf Dobelli, sull'eccesso di notizie. Non so cosa continuerò a leggere ma la devo smettere con le vie di fuga e magari scrivere dell'altro

1 commento:

  1. ma succede perchè anche le possibili vie di fuga sono in numero eccessivo, che eccede le reali necessità. e perchè invece non perdersi in un bicchier d'acqua ?

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