mercoledì 27 aprile 2011

Lingue morenti, cani e vecchiette.

"Oggi resterebbero circa seimila delle ventimila lingue parlate dagli uomini nel periodo neolitico e si ritiene che la metà sarà scomparsa fra un secolo. Soltanto in America, una lingua muore ogni anno. Il catawba del South Carolina è appena scomparso con la morte del suo ultimo locutore, "Nuvola rossa tempestosa". il suo cane è l'unico essere vivente in grado di comprendere ancora questa lingua... Un centinaio di idiomi è ormai parlato solo da pochi anziani. L'aore sopravvive addirittura nella parlata di un unico abitante di Vanuatu; il sireneski non è parlato che da due vecchie donne dell'estrema Siberia orientale; l'emolo è conosciuto solo da sei etiopi. Meno di duecentomila locutori si distribuiscono le centottanta lingue indie dell'Amazzonia. Al contrario, cinque lingue - il cinese, l'inglese, il russo, lo spagnolo, l'indostano - sono parlate da più della metà dell'umanità mentre meno di cento lingue si spartiscono più del 95% del pianeta."

serge latouche sull'uniformazione planetaria in "La fine del sogno occidentale, saggio sull'americanizzazione del mondo" eléuthera 2002 (pubblicato in francese nel 2000, immaginiamo che nel frattempo alle due vecchiette del sireneski sia rimasto poco da dirsi)

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