martedì 14 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #106

Mi piace la ripetizione che cambia sempre un pochino.
Poi invece per questo blog pensavo a: la dedizione che diventa accanimento ma anche la costanza che diventa testardaggine ma anche la regolarità che diventa prevedibilità.
Ecco, basta poco per mettere in mostra il lato sbagliato della bellezza. In effetti da qualche parte abbiamo anche letto che la bellezza è un affronto e che chi è fortunato si deve vergognare.
Oggi sono andato a cercare qualche pezzo di Deleuze, in La logica del senso, qualche pezzo che non riuscivo a capire, in modo da farmi ispirare per venire qui a sfogare e mettere per iscritto i miei limiti. Però non ho trovato niente di inspiegabile in Deleuze, mi sembrava chiaro preciso perfetto pulito come non era mai stato. Mi sono preoccupato.
Poi un mio amico mi ha spiegato che è scomparsa una stella molto grande, una stella molto grande che senza dire niente è scomparsa. Mi sono preoccupato anche lì però se sento in questo caso di non avere responsabilità eccessive.
Non so questo blog oggi com'è, mi si stanno rigirando le forze che vogliono trasformarsi in altre forze e direi che non c'è niente di male. Torno a leggere Deleuze sperando di non capire niente.

lunedì 13 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #105

Il più delle volte ciò che viene in mente viene in mente mentre pensi ad altro, dicevamo.
Questo è un altro fulcro, una delle migliaia di idee base che ruotano intorno allo scrivere per vedere cosa si scriverebbe.
E, come trattato dell'abbandono delle responsabilità e ridimensionamento dell'alta considerazione nei confronti dell'arbitrio, trovo che possa essere intelligente e funzionale predisporsi a scegliere ciò che capita, ciò che troviamo lì vicino, nel primo giro del proprio intorno, invece che andare a cercare ciò che si vuole scegliere, o scegliere ciò che si sa già come va.
Allontanarsi da sé ma godere del proprio intorno, approfittare dell'estemporaneo per rigirarlo a proprio favore.
Come l'indossare vestiti che non rappresentano il proprio gusto estetico, parole scoperte per caso sotto un lavandino, usarle nella conversazione che il contesto ci porterà a fare.
E anche questa volta non so cosa volevo andare a dire mentre lo dicevo, ma lo sappiamo, come dice quello, sappiamo qual è la ragione del viaggio: la ragione del viaggio è scrivere per vedere cosa si scriverebbe.

sabato 11 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #104

Vediamo se riesco a essere veloce come le cose veloci, rapido come le cose rapide e similitudine come alcune similitudini. Vediamo se proprio riesco come al solito a neanche accorgermi di quel che mi succede nello stesso momento in cui sto guardando le cose che mi stanno succedendo e mi accordo che è già dopo, le cose che mi stanno succedendo sono in realtà già successe.
Ieri pensavo che ogni istante che passa mi sembra una vita fa. Ogni ieri come fosse una vita fa. Lo ieri come una vita fa ma di un altro. Una vita composta di vita composta di vita che se ne va.
Mi sono guardato una conferenza di Ernesto Franco, dormivo e sono passate due ore e trenta a parlare della scrittura del saggio, come si fa il saggio, come si scrive il saggio, il saggio è arte? una certa ricerca estetica e stile di scrittura deve per forza allontanare dalla funzionalità del messaggio da portare? Poi è passato Adorno ed è passato Benjamin e si sentiva bene la conferenza e mi pare che a un certo punto dietro al muro dietro alla cattedra sia passata anche la sirena di un'ambulanza nel tempo di quella registrazione e chissà dov'è andata l'ambulanza e chissà dove sono andate ad esempio anche le parole

venerdì 10 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #103

Darsi delle priorità.
Darsi delle priorità ad esempio procurarsi il senso dello sfinimento dato dall'esercizio della propria libertà.
Libertà ad esempio la si esercita anche chiudendo magari gli occhi per un attimo. Se c'è una buona consapevolezza, quella chiusura di occhi, quel battito di palpebre, quel movimento impercettibile da niente può essere esercizio della libertà.
Io esercito lo sfinimento stando rilassato stanco. Mi procuro un dolore pensandoci.
Trasformare gli oggetti, ad esempio, bisogna. Pensavo alle lenzuola e al fatto che spesso li scambio per paracadute. Per fortuna volo molto ma senza aereo.

mercoledì 8 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #102

Forse parlavamo dell'inutile.

E allora poi praticamente mi ha chiesto cose ne penso e io ho risposto che non lo so.
Poi sono stato a pensare un po' e mi sono accorto in quel momento che proprio non lo so, cosa ne penso, per andare ancora oltre e accorgermi che non so cosa penso.
Spesso, non so cosa penso.
Non so cosa penso, me ne accorgo dopo e mi sorprendo, è come se penzolassi dalle mie stesse labbra quando dico quello che penso. Poi, tra l'altro: quando penso non sto attento.
Sicuramente è la sindrome di qualcosa che non so cosa. Sindrome di qualcuno sul senso del pensiero.

Parlavamo dell'inutile e dicevamo che non serviva a niente e ci abbiamo pensato ancora un po' e ci siamo messi a riparlare dell'inutile e lo abbiamo trovato molto importante.
Parlavamo dell'inutile ed era molto importante

martedì 7 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #101

Come in un grande contrattempo.
Come dentro a un grande contrattempo. Il tempo c'è, perché c'è ed è lì davanti che scorre
il tempoo esplode o si gonfia e si allarga ma insomma, il tempo, con gli orologi, si vede che c'è. C'è il tempo ma rimane come oscurato da un grande contrattempo che tende a non farsi riconoscere e si confonde con il tempo.
Svegliarsi in un contrattempo e farci anche la colazione dentro o lavarsi i piedi delle mani, volendo, o le mani dei piedi, esagero, o le unghie delle unghie delle mani dei piedi della mani, addirittura.

Vivere dentro un grande contrattempo o sentirsi parte di un ingombro, ma anche, vivere in un lungo inciampoErano queste le cose che pensavo oggi nella culla della mia autoindulgenza preferita.

lunedì 6 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #100

Questo gioco è iniziato come un gioco e sta continuando come un gioco, per fortuna. Adesso sono al cancelletto # numero cento e ho deciso di non dover festeggiare un bel niente a riguardo. Se mi capita di parlare di questo blog a qualcuno gli dico di andare a vedere i cancelletti attorno al 40 o al 50, lì avevo trovato un buon nuovo equilibrio tra quello che volevo dire e quel che volevo dire senza pensarci e poi ovviamente l'equilibrio nuovo oscillava tra la luna e il nonnulla e tra il tutto e il tutt'altro, elementi fondamentali di questo che sto scrivendo e che per fortuna non ha ancora un manifesto. Il manifesto era il manifesto della contraddizione, per fortuna non l'ho scritto. Era il manifesto della scrittura come scorribanda, scrittura come valanga, scrittura intercapedinale o interstiziale, scrittura per farsi male, scrittura scoscesa e ininterrotta, scrittura per non fare altro, scrittura per fare tutto.
Oggi quel che veramente ho pensato è che vado, spesso vado, volendo, ma spesso resto, e allora mi dico ok andare ovunque, è giusta la curiosità per esplorare ovunque, ma anche restare ovunque: si può restare ovunque?
Per fortuna questo esperimento è anche esperimento di una scrittura che non prevede né domande né risposte ma solo elaborazioni dati e anche poi soprattutto il famoso scrivere per vedere cosa scriverei, scrivere per leggere le conseguenze di ciò che non si sapeva, non si sa e non si saprà.

domenica 5 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #99

Sempre inciampo nel tutt'altro.
E infatti poi all'improvviso, non era previsto, mi sono messo a leggere un romanzo che più che altro, ero convinto, ero convinto avesse a che fare con il tutt'altro, ero convinto, ero convinto che non c'entrasse niente e mi ci sono buttato con il fare di chi è soltanto curioso e vuole soltanto sentire il rumore o l'odore iniziale di questo romanzo, di Satantango, di László Krasznahorkai. Satantango, di László Krasznahorkai ce l'ho a casa perché Alfonso se l'è fatto arrivare via libreria qui di Genova, la Falso Demetrio, e così mi sono trovato il romanzo a casa ma senza l'idea di leggerlo fino a quando a un certo punto ho deciso che mi pareva invece il caso, per questioni che non sto a dire, e mi sono imbattuto in questi passaggi in cui mi dicevo vedi che ho fatto bene?

"e d'improvviso su un unico ramoscello d'acacia vide passare la primavera, l'estate, l'autunno e l'inverno, e gli sembrò di percepire la totalità del tempo come un inganno farsesco nella sfera immobile dell'eternità, che attraversa la discontinuità del caos creando la satanica finzione di un percorso rettilineo, spacciando tramite una falsa prospettiva l'assurdo per necessità"

sabato 4 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #98

Oggi la parola chiave sarebbe stata "dismisura" se non fosse che alla dismisura c'è sottesa quest'idea di esagerazione, di eccesso. Mi son detto che allora il mio senso di dismisura è un senso sommesso di energica incertezza. La dismisura a cui faccio riferimento io è una dismisura che oscilla tra il più e il meno tendente al meno, e non corrisponde mai nemmeno a se stessa.
Tutto qui: una dismisura impalpabile e volatile e prevalentemente insufficiente. Una dismisura che perde ed è penzolante. Una dismisura in altalena e mi concentro sulla dismisura fino a confondere lo sguardo non capisco nemmeno più se oscilla lei, la dismisura, o se oscilla tutto il paesaggio intorno: il paesaggio intorno avanti e indietro e con questa dismisura, sempre lei fissa, contrariamente a quanto appena detto, una dismisura che diventa caposaldo e il paesaggio intorno è sballottato sconvolto.

venerdì 3 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #97

Scrivere per vedere cosa si scriverebbe e leggere per ascoltare quel che si pensa mentre si legge.
Ieri pensavo che mi sa che ho perso la password di qualcosa ma non ricordo cosa ed è proprio una vita intera che mi sa che ho perso la password di qualcosa ma non ricordo cosa e mi dico che però poi alla fine accedo a quel che devo accedere, non viene mai fuori quale sia poi questa password dimenticata che dovrà pur servire a qualcosa ma in effetti accedo a quel che devo accedere, accedo al frigo e ai mobili in cucina, accedo al bagno e in generale accedo allo spazio, accedo all'alto se mi alzo e al basso se mi abbasso, eppure ancora sento da qualche parte, per ogni passo che faccio sento che ho perso la password, 

mercoledì 1 luglio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #96

Ieri ho saltato il diario del blog praticamente vero, questo, perché mi sono accorto a metà mattinata di avere tantissime cose da fare durante il giorno a venire e anche durante il giorno già venuto, nel senso che a metà mattinata i sono accorto di avere cose da fare a inizio mattinata.
Avrei dovuto svegliarmi presto ad esempio per correre qui a vedere cosa avrei avuto da dire.
Oggi non sono qui per riparare i danni di un giorno diaristicamente mancato, anche se rovina il progetto nell'epica e nell'etica, ma sono qui per riflettere sul fatto che mi sa che ho perso la metafisica. Lamentavo la stessa perdita anche l'estate scorsa, quando ero molto impegnato con cose da fare in cambio di stipendio semifisso.
Mi sa che ho perso la metafisica e di conseguenza la potenza dell'astrazione scende a piani bassi. Ho paura di tornare a parlare di me e di com'è successo che ho smesso di mangiarmi le unghie, vorrei invece parlare delle unghie universali del mondo di ciò che cresce nel segreto di ogni momento, di ciò che sconvolge in silenzio, parlare del fatto che tutto quello che doveva succedere adesso sta in effetti succedendo.