Questo gioco è iniziato come un gioco e sta continuando come un gioco, per fortuna. Adesso sono al cancelletto # numero cento e ho deciso di non dover festeggiare un bel niente a riguardo. Se mi capita di parlare di questo blog a qualcuno gli dico di andare a vedere i cancelletti attorno al 40 o al 50, lì avevo trovato un buon nuovo equilibrio tra quello che volevo dire e quel che volevo dire senza pensarci e poi ovviamente l'equilibrio nuovo oscillava tra la luna e il nonnulla e tra il tutto e il tutt'altro, elementi fondamentali di questo che sto scrivendo e che per fortuna non ha ancora un manifesto. Il manifesto era il manifesto della contraddizione, per fortuna non l'ho scritto. Era il manifesto della scrittura come scorribanda, scrittura come valanga, scrittura intercapedinale o interstiziale, scrittura per farsi male, scrittura scoscesa e ininterrotta, scrittura per non fare altro, scrittura per fare tutto.
Oggi quel che veramente ho pensato è che vado, spesso vado, volendo, ma spesso resto, e allora mi dico ok andare ovunque, è giusta la curiosità per esplorare ovunque, ma anche restare ovunque: si può restare ovunque?
Per fortuna questo esperimento è anche esperimento di una scrittura che non prevede né domande né risposte ma solo elaborazioni dati e anche poi soprattutto il famoso scrivere per vedere cosa scriverei, scrivere per leggere le conseguenze di ciò che non si sapeva, non si sa e non si saprà.
Oggi quel che veramente ho pensato è che vado, spesso vado, volendo, ma spesso resto, e allora mi dico ok andare ovunque, è giusta la curiosità per esplorare ovunque, ma anche restare ovunque: si può restare ovunque?
Per fortuna questo esperimento è anche esperimento di una scrittura che non prevede né domande né risposte ma solo elaborazioni dati e anche poi soprattutto il famoso scrivere per vedere cosa scriverei, scrivere per leggere le conseguenze di ciò che non si sapeva, non si sa e non si saprà.
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