giovedì 28 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #73

Oggi ho pensato allo svegliarsi e al fatto che svegliarsi equivalga un pochino al buttar via la giornata.
Svegliarsi ed è tutto già da rifare. Buona la prima ma no, non era buona, e si procede comunque bene c'è molto sole da cavalcare e buoni propositi.
Mi piaceva anche l'idea di immaginare un'altalena che oscilla tra la tristezza e la ristrettezza.
(oltre all'altalena che oscilla tra la luna e il nulla).
Eppure c'è un'euforia minima che salva tutto, un'euforia da passeggiata, basterà poco, allacciarsi le scarpe e cose di questo tipo. Come quello che dice mollo tutto e vado via, si può fare ogni giorno, mollare tutto, disarcionarsi, svincolarsi e rimanere affezionati ai propri vincoli, ai propri vicoli e augurarsi buonanotte con il giorno intorno

mercoledì 27 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #72

Qui invece sto pensando alla gioia del nonnulla, ho deciso di scrivere un tot di ultimi post di questo diario che avrebbe dovuto essere una mia personale e vergognata indagine di qualcosa, su qualcosa che non si sapeva cos'era, e invece pian piano ho delineato, pian piano si delinea sempre e alla fine adesso il diario è quasi fin troppo concreto rivolto a un obiettivo un portare a casa un risultato.
E non mi piace l'idea e il modo di dire di portare a casa un risultato.
L'idea era di scrivere per vedere cosa si scriverebbe e studiare senza accorgersi che si sta studiando, e va bene così, sono tornato all'idea di avere un cataclisma in tasca, che mi piace come suona, un cataclisma in tasca, e sono tornato anche all'idea di andare a vivere in un precipizio e starci bene dentro. Di oggi poi è questa considerazione bislacca dell'avere ognuno una propria estinzione di massa, assecondare il tempo della fine, mettersi in coda uno alla volta un'estinzione di massa cadauno, dicevo in una mail alla Marta, piano piano procediamo in fila per l'estinzione di massa con il numerino c'è posto per tutti, con calma, c'è pure il tempo di stare ad aspettarla.

domenica 24 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #71

E allora dicevamo: al di là dell'oggetto in sé, al di là dell'esistenza dell'oggetto, al di là del problema, -perché è un problema- dell'esistenza dell'oggetto - l'arcinota questione sull'esistenza dell'oggetto è tutta racchiusa nella famosa domanda: l'oggetto c'è o non c'è?-, bisogna innanzitutto cercare l'oggetto e predisporsi alla curiosità prima di cominciare la ricerca. La centralità del discorso, dicevamo, poggia tutto sulla curiosità, nient'altro che la curiosità. Svegliarsi e chiedersi della propria curiosità, alzarsi da letto e interrogare nuovamente la propria curiosità, lafvarsi i denti sempre pensando alla curiosità e anche fare colazione, ad esempio, sempre con l'idea della curiosità da qualche parte, che c'è; a differenza dell'oggetto? L'oggetto deve arrivare dopo e se si riesce ad alimentare la curiosità allora sì che l'oggetto lo si trova e una volta trovato, se si è alimentata per bene la curiosità rendendola insaziabile a forza di alimentazione gli diamo così tanto da mangiare a questa curiosità che si crea poi uno stomaco fittizio e ci buttiamo di tutto dentro continuiamo a buttarci di tutto dentro e crediamo di riempire riempire questo stomaco crediamo di proprio riuscire ad arivare all'idea di pieno ma ci avviciniamo soltanto, è da tutta la vita che l'essere umano non fa altro che avvicinarsi soltanto sempre un po' più in là, sempre un po' più in là e lo stomaco di questa curiosità preziosa s'espande s'espande come la curiosità stessa insaziabile dicevamo e poi in realtà il discorso all'inizio era da fare sull'oggetto che non ho capito scusate se c'è o se non c'è adesso vado a dormire che il diario l'ho iniziato tardi di un tardi di ore quasi notturne

sabato 23 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #70

Dedicarsi al diario con dedizione.
Questa disciplina come piccola forma di sopravvivenza e di combattimento dell'autoindulgenza.
Ultimamente mi piace l'idea di avere un cecchino da compagnia, che ci sia ma non si veda, sempre appostato dove passo, sempre sulle alture di qualcosa questo cecchino mi segue col suo mirino se vuole procede se vuole no, io lo saluto, ci facciamo un cenno di intesa da lontano, da lontanissimo, perché è cecchino da compagnia ma non ci parliamo, non c'è bisogno di dirsi niente a parte tenere stretta questa idea potenziale di morte, questa idea di un grilletto e di un proiettile che arriva come un'idea in testa e trapassa, anzi, prima tocca - è un'idea che tocca, è un proiettile toccante-, e poi trapassa.

venerdì 22 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #69

Oggi mi sono tradito lasciandomi andare a un giudizio di valore pensando alla primavera e al fatto che la primavera tortura.
La primavera tortura chi non crede nella bellezza, era questa la frase intera.
Anche in questo caso non sapevo cosa volevo pensare e ho pensato di conseguenza alle stagioni e ho pensato che primavera tortura l'inverno paura autunno/estate calura/frescura.
Una parola nuova che non c'entra adesso è invece 'pollachiura'.
Avrei dovuto  fermarmi alla primavera. Tutti dovremmo fermarci alla primavera, le stagioni stesse dovrebbero fermarsi alla primavera e a certi profumi.
Non ho finito di vedere quel video di Mercadini che dice che il Sahara fertilizza la foresta amazzonica. Il video di Mercadini l'ho chissà forse interrotto per guardare gatti che inseguono gatti e cani che hanno morsicato i bordi dei divani.
Ultimamente, poi, mi capita di dire oplà, come come gesto d'atleta, ma stare fermo, dire oplà da fermo, dire oplà e guardarsi intorno.

giovedì 21 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #68

Vivere tra i trapani e vedere come ci si sta, se bene o male.
Una competizione di trapani ed esserne arbitro involontario lì in mezzo senza volerlo. Dare i voti da uno a dieci ai trapani che nemmeno si interessano all'esito della gara perché intenti a trapanare continuamente a perforare i muri e la giornata.
L'ordine del giorno era una parola: spontaneismo. Poi sono arrivati i trapani e l'ordine del giorno è diventato un'altra parola, una: gioia e paranoia.
Poi c'era la questione delle miniere, andare a scavare per l'idea di scavare e vedere cosa succede e vivere in questo arrembaggio da cercatore, nel precipizio ininterrotto di qualcosa che non necessariamente ci è dato di sapere.
Può, un precipizio, essere un posto dove stare?

mercoledì 20 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #67

A un certo punto mi fermerò, certo.
Oggi cercavo un dolore nuovo, mi sono indagato il corpo speravo in qualche legamento qualcosa su cui riflettere un minimo invece niente, i miei dolori per ora sono gli stessi di ieri e hanno a che fare forse con il mouse o la tastiera del computer legata al collo legata a questa sedia a questa mano.
Mi fa male la mano o mi fa male il corpo?
Poi pensavo il troppo stroppia ma anche l'abbastanza dopo un po' è troppo.
Sarebbe meglio forse affidarsi ciecamente a ciò che non basta, abbandonarsi all'irrisorio e trovare un posto comodo anche lì dove mettersi prima a pensare quanto basta fino ad arrivare a non pensare proprio niente ed accorgersi che quello era l'obiettivo. Il niente.
Arte pervasiva, ecco cosa. Un'arte che si fa col movimento di un labbro, con il battere di un ciglio quel momento in cui si muove e l'occhio è quasi chiuso ancora aperto nessuno si accorge di niente eppure c'è un'illuminazione, un qualcosa che rimane da qualche parte e non serve a niente ma è arte.

martedì 19 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #66

Troppe cose interessanti.
C'era un video di cosa succede se metti acciaio rovente in acqua fredda un video di cosa succede se metti un cane sopra a un gatto e viceversa un video di una rissa un video di molti gol belli nel gioco del calcio un video di come si imbustano velocemente molte caramelle un video di uno che serve il gelato nel cono poi ti da il cono ma non ti da il gelato poi ti da il gelato ma non ti da il cono poi ti da due coni ne prendi uno ma è vuoto poi ti da un gelato con due coni. Tutto è troppo interessante
La mia battaglia potrebbe consistere proprio nel creare contenuti non interessanti, piccoli scritti noiosi, vistosamente noiosi, degli scritti che si veda fin dall'inizio che sono noiosi -prima ancora di leggerli, scritti che facciano della noia la propria bandiera, che si veda da fuori, da lontano. Affacciarsi sul testo e notare fin da subito che non è per niente interessante quindi approfondire per capire in che modo, in che senso non è interessante. Scritti inutili, che non apportano, non si possono usare per gonfiare il dibattito in qualche modo  Questi scritti noiosi, che sono stati scritti per far girare la testa e lo sguardo e l'attenzione da un'altra parte più coinvolgente, un diario di avventura vera, altro che cose non successe. Altro che tutto, altro che tutt'altro

lunedì 18 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #65

Oggi il problema dell'idea intelligente del giorno ha a che fare con l'abitudine.
Abitudini va bene averne ma bisogna far sì che siano tante: diverse abitudini al giorno, almeno tre o quattro abitudini al giorno da cambiare più o meno costantemente. Uno sfumare di ora in ora di abitudine in abitudine e far sì che si viva nell'esperimento.
Sento qua fuori uccellini pigolare, figli neonati di qualche piccione, direi. Per loro l'esperimento è appena cominciato. Vivere nell'esperimento senza nemmanco preoccuparsi dei risultati dell'esperimento. Vivere nell'esperimento e scrivere l'esperimento senza descriverlo. Qualcuno si chiama Alfonso e mi ha chiesto una volta di descrivergli, scrivendo, la differenza tra scrivere e descrivere. Non gli ho ancora risposto.
Per ora vivo nell'esperimento e nemmeno attendo

domenica 17 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #64

Per fortuna che Bernhard che mi abbatte quanto basta e mi dice che soccombere e il sentirsi soccombente è naturale, davanti ai geni. Gelo, sto leggendo.
E in effetti oggi purtroppo sono poco intelligente con la mia cosa intelligente di oggi che ha a che fare con un'assonanza: questo è l'ombelico del nonno.
Un'assonanza che in parte mi diverte ed è un errore e già mi piace, adesso che l'ho scritta qui mi ci sono già affezionato e penso che mi viene in mente che gli errori palesi chiari sbandierati sono spesso più interessanti di ciò che ci saremmo aspettati.
Con un'altra citazione nobile penso "adoro i piani ben riusciti" e aggiungo "adoro i piani ben riusciti ma ancor meglio sono i piani che non sapevo di avere"
E' molto importante fare errori ma bisogna farli per davvero, non far finta di fare errori, sono importanti gli errori veri, dell'errore ci serve la sua verità, altrimenti sono errori ricreati in laboratorio certi esperimenti ripetuti e ripetuti tante volte fino a cancellare l'esperienza dell'esperimento fino a cancellare l'errore

sabato 16 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #63

Sempre vissuto all'estero forse.
Anche oggi mi ci sono messo lì a pensare e pensavo alla geografia e a come mi calza la mappa, se mi sta bene o mi sta stretta addosso, la mappa, la geografia, (it fits, in english) e subito mi accorgo che mi sento italiano all'estero. Poi mi sento italiano nel mondo.
Italiano all'estero e italiano nel mondo nello stesso momento, così mi sento, e mi viene anche in mente che è naturale, lo sappiamo, la maggior parte degli italiani nel mondo è in Italia, la penisola italica, e anche molti italiani all'estero sono in italia, è normale.
L'italia nel mondo non sta mai ferma perché deriva, ed è un suo diritto, come i continenti.
Anch'io derivo molto, in italia e nel mondo e devo mi ricordo appuntarmi che non parlo italiano, è una cosa che voglio cominciare a ricordarmi il più possibile, non parlo italiano, lo capisco e mi faccio capire ma non parlo italiano e se lo parlo preferirei parlarlo da lontano.
Prendo insomma le distanze insomma dalla lingua madre e la patria non la so

venerdì 15 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #62

Per quel che si può, sforzarsi il minimo per poter dire di essersi sforzati poi girarsi dall'altra parte mettersi a dormire quattordici tredici quindici ore a caso, senza cronometrare niente soprattutto senza cronometrare il dormire e abbandonarsi a tutto e pensare al detto: chi dorme si fida degli altri.
Per Sartre, si sa, l'inferno sono gli altri, mentre ieri Bernhard da Gelo leggevo trasposta quest'idea d'inferno e dice così: L'uomo è un inferno ideale per i suoi simili.
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Combattere e studiare per non perdere la spontaneità, concentrarsi affinché non si pratichi il playback in nessuna forma, non nel canto non nella conversazione e nemmeno addirittura nella scrittura. Scrivere in playback potrebbe essere grande problema non ci avevo mai pensato e invece sono qui che quello che volevo fare è anche l'idea di rompere la fissità del testo, l'illibatezza del testo distruggerla, volevamo tempo fa distruggere il linguaggio usando il linguaggio ora ci siamo affezionati al linguaggio e pensiamo almeno a distruggere il testo usando il linguaggio e anche il testo quindi distruggere il testo usando il linguaggio e il testo, perché no, come dicevamo poco fa, preservare l'involontarietà, praticare l'arte dell'involontarietà,
siamo stati impeccabili se non l'abbiamo fatto apposta

giovedì 14 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #61

Mi son messo al telefono per far domanda di fondi di richiesta per qualcosa e mi hanno messo in attesa. A quel punto ho cominciato a scricchiolare, prima il collo poi le spalle e la zona addominale pure tutto si è messo a scricchiolare e mi son detto non è il momento questo per mettersi a scricchiolare è meglio forse smetterla di stare a chiedere soldi fondi per qualcosa. Ho buttato giù il telefono e infatti ho smesso di scricchiolare e mi son detto adesso chiamo quelli che mi dovrebbero dare i soldi i fondi per qualcosa. Ho ripreso il telefono e mi hanno messo in attesa e mi sembrava giusto c'era Vivaldi a suonare una delle sue stagioni e mi andava bene finché mi sono accorto che stavo scricchiolando di nuovo questa volta ginocchio tibia perone femore rotula caviglia scricchiolavo dal basso verso l'alto.
Ho messo giù il telefono e ho deciso di farmi ispirare da questo scricchiolio e mi son messo qui a riportare questi eventi che non sono successi meno male ma sappiamo che buon mestiere è riuscire a farsi ispirare da tutto anche da quello che non è successo.

mercoledì 13 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #60

Sul diario ho preso appunti facendo attenzione che le cose che scrivevo non avessero niente a che fare con me, appunti sul mondo appunti su tutto e in effetti c'era sempre qualcosa, nel mondo, nel tutto, c'era sempre un dettaglio di qualcosa che poteva essere a me ricondotto, e non va bene, dicevo, non va bene, cercavo di praticare la tecnica dell'astrazione ricorrente, astrarsi dall'astrazione per allontanarsi da essa e servirsi di una successiva astrazione impiantata sulla precedente astrazione per allontanarsi ulteriormente e ulteriormente ancora ma rimane quel dettaglio, in forma sempre più microscopica, ormai appiccicato addosso ed è fatto di parole, quel dettaglio scritto nel diario, quella parola che mi rappresenta anche se ormai è da anni che cerco di non assomigliarmi

martedì 12 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #59

Oggi così tanta roba non mi è successa che a ben guardare non so che farmene. Potrebbe forse definirsi insuccesso il non sapersene che fare di ciò che non è successo? O, più semplicemente, l'insuccesso è ciò che non è successo e basta? Che banalità.
L'idea del giorno riguardava il rifiutare la banalità dell'ovvio quindi l'idea che anche l'ovvio si possa approfondire e analizzare per anni di seguito l'ovvio come oggetto di studio e l'ovvio anche lo stesso soggetto studiante. L'autopercepirsi dello studiante che si dà per sccontato fin dall'inizio e dice ovvio che ci sono, son qui per studiare l'ovvio e si concentra così tanto sull'ovvio che si dimentica di esserci, lo studiante, e un'altra volta vince la banalità dell'ovvio sull'eccezionalità di ciò che c'è già e che già si sa. Anche quel che già si sa può essere eccezionale.
Quindi approfondire l'ovvio, girarsi attorno più che si può, la banalità è sempre una bugia come in fondo lo è anche l'idea di verità. Accorgersi dunque poi che la verità è vera ma l'idea che si ha di verità è sempre una bugia.

lunedì 11 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #58

Lo sforzo immane che s'è fatto per venire qui senza avere pensato la cosa intelligente del giorno e dirla lo stesso e l'avevo invero pensata un pochino, e mi piace come suona un astronauta, e mi piace l'idea di come suona un astronauta e l'idea di essere astronauti per pochi essere astronauti per pochi istanti, mi piace come suona astronauti per pochi istanti. E chi sempre con la testa fra le nuvole chi astronauta per pochi istanti tra le stelle per un attimo, c'è un momento in cui nessuno dei nostri piedi del nostro corpo c'è un momento in cui nessuno di quei due tocca il suolo, e tocchiamo il cielo con un dito del piede, infatti, volendo, tocchiamo il cielo con un dito tocchiamo un cielo che ci è più comodo, un cielo a portata di mano, tocchiamo un cielo con il dito preposto a toccare il cielo e ci accorgiamo all'improvviso, al di là del tutto e al di là del dito, ci accorgiamo che noi lo tocchiamo ma lui ci stava toccando da un bel po', averci il cielo addosso, che peso, che cielo

domenica 10 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #57

Preservare l'involontarietà, era questo il principio base che si sta adesso a ben guardare esaurendo affievolendo doveva essere fin dall'inizio tutto basato sull'imprevisto e sull'effetto del suono sulla parola e sull'effetto della parola sul suono e la differenza tra sono e suono anche, dovevamo indagare. Dovevamo indagare il dove andremo a finire se iniziamo e dove andremo a iniziare se finiamo. Era questo che stavamo indagando con altre persone non troppo lontane da questa abitazione.
Non fare parte di niente e non fare parte nemmeno di me, era l'obiettivo massimo di un'altra persona incontrata qui per sbaglio proprio l'altro giorno dieci minuti fa e che adesso se n'è andata per fortuna se n'è andata questa persona che aveva piacere rendersi antipatica e allora noi per farle dispetto non provavamo per lei nemmeno indifferenza. Non provare nemmeno indifferenza ci vuole uno sforzo immane.
Coltivare l'indimostrabile.
(approfondire poi l'idea di caduta libera dal basso)

sabato 9 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #56

Eccomi qua con il mio diario del tutt'altro, che bello.
Stavo pensando a un'isola deserta e a cosa ti porti su un'isola deserta e pensavo a una biblioteca, sull'isola deserta mi porto una biblioteca e sono felice e arrivo sull'isola deserta con la biblioteca enorme, una delle più grandi biblioteche del globo terracqueo, immagino, però dentro alla grande biblioteca c'è un libro solo e quasi quasi son contento, così penso, penso che in questa mia cattività obbligata da isola deserta potrò godere della lettura di un libro solo che di pagina in giorno e di giorno in pagina sarà sempre diverso, questo libro, e me lo leggo e me lo godo sapendo che sarà l'unico libro di cui godere e lo apro e lo sfoglio e scopro che in tutto il libro c'è scritta una parola sola, la parola nonnulla, e ancor più felice la leggo e la rileggo e indago la parola nonnulla mentre mangio le noci di cocco e passo anni a studiare la parola nonnulla ogni volta questa parola prende significati diversi si espande e si piega a mille interpretazioni perché unica e sola parola scritta sull'isola deserta poi mi guardo bene addosso, sulle mie mutande c'è scritto uomo e mi sento uomo su isola deserta con tutto il nonnulla lì disteso su foglio tutto ancora da capire, il nonnulla, il nonnulla da approfondire ancora e ancora e non vedo l'ora di continuare a non capire

venerdì 8 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #55

Forse c'è sempre stata una parola chiave che ha che fare con il concetto di inerpicarsi.
Una scrittura inerpicata come di arrampicata stile libero su terreno di pensiero che non si sa se scosceso in discesa o scosceso in salita o se addirittura forse pianeggiante ma comunque pensiero scosceso. Una scrittura dell'incombenza, inseguo, fatta con quello che capita, parole trovate cercate al buio di una cameretta nella testa a luce spenta poi accesa intermittente luce e parole trovate al fianco del letto stropicciate parole catarifrangenti forse addirittura comunque sempre parole usate molto probabilmente di seconda terza mano parole forse da lavare appena finisco qui

giovedì 7 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #54

A metà strada tra il farsi pubblicità e il semplice vivere.
Esistere non basta, diceva quello, e aveva ragione e si era infilato dentro il tubo di un cavo di un ascensore per non farsi vedere da nessuno.
Preferisco sempre ciò che è nascosto e impreciso, imperfetto e incompleto e, a ciò che è, preferisco ciò che potrebbe essere.
Meno male che esiste l'inesprimibile e l'inarrivabile, meno male che esiste ciò che non si sa e, ancor meglio, ciò che non si saprà.
Ecco che cosa è veramente interessante: ciò che non si saprà.
E poi - meno male- anche oggi il diario di oggi porta dove non c'è motivo di andare.

mercoledì 6 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #53

Il problema del mondo è che è interessante. Quindi nella vita mi distraggo. Il mondo è interessante ma mi distrae.
Uno dei problemi della vita è che il mondo è interessante e per questo ci distrae dalle cose da fare nella vita per il mondo. E allora bisogna essere selezionatori del sapere rendersi conto quando qualcosa sta per interessare e tirarsi indietro al momento giusto quel preciso momento giusto in cui hai capito che la cosa non ti deve interessare ulteriormente. Il problema dell'approfondimento incontrollato di tutto ciò che ci viene voglia di sapere sulle mongolfiere o i viaggi di gruppo di aborigeni o genti del New Jersey o che ne so, ci sono queste paludi di cose da sapere e ci si rischia di infangare non si riesce più ad uscire e si affonda nell'approfondimento, ci si sfracella dal ognuno nostro alto da cui partiamo ci si sfracella in questo baratro, questo abisso della conoscenza di ciò che in realtà non ci interessa.

(Occhi come canali di scolo al contrario)

martedì 5 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #52

Sempre di notte viene in mente il prepensiero. Il prepensiero è quella cosa che mi viene in mente di notte e mi dico me lo segno da qualche parte e resto comunque immobile e me lo segno a mente nella mente solo che è prepensiero, impalpabile, vaporizzato senso in cui intuisco alcune parole che però sono amorfe. E, anche lì, va benissimo così. Andrebbe benissimo così se non fosse che mi viene in mente il prepensiero a volte anche di giorno e mi affrango e mi dico a cosa stavo pensando con quel tentennamento di idea di qualcosa sfuggita, un alone di senso rimasto sfocato dove c'era qualcosa da dire ci vorrebbe una pietra da tirare infrangere quel vetro al di là del quale stava il senso della parola per intero invece avevo soltanto in mano qualcosa a forma di prepensiero e mi rimane questa voglia di lanciare lontano qualccosa che non c'è ma mim slogo forse un braccio di sicuro non ci rompo un vetro.

lunedì 4 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #51

E allora ero qui seduto con il resto del mondo intorno che a dire il vero mi stava un po' troppo addosso, il resto del mondo, anzi, stavo addirittura praticamente litigando con buona parte del resto del mondo, non tutto, quando per fortuna la voglia di tutt'altro m'è saltata addosso pure lei e mi sono allora infilato scaltro in un ragionamento con la scusa che era importante, mi ci sono chiuso dentro, al ragionamento, e ho detto grazie resto del mondo tu continua pure a litigare, io ho adesso devo stare dietro a questo ragionamento che è quasi come un incombenza orfana di se stessa se la lascio da sola, l'incombenza, il ragionamento, e il ragionamento era tutto concentrato sul'idea o frase arrivata non so da dove in cui si diceva di Restare tutti vicini: Restiamo tutti vicini restate tutti vicini e m'è venuto in mente subito un qualcosa riguardo al concetto di restare tutti vicini, un qualcosa che mi pare abbia a che fare con l'esclusione di qualcuno 

domenica 3 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #50

Tenersi in esercizio sembra importante lo si deve fare ogni giorno muovere un braccio da una parte e l'altro braccio anche e fare tutto conmteporaneamente coordinarsi usare il corpo come se il corpo ci fosse per davvero ma invece pensavo a questa cosa del sentirsi sporadico, mi sento piuttosto sporadico in questi giorni che se sento da fuori una campana suonare ci mettto un po' a elaborare il dato mi fa hciedere aspetta cos'è che viene da fuori, cos'è? un suono? poi dico aspetta cos'è? un suono come di cosa da chiesa? poi dico asoetta cos'è?§ una campana? poi dico aspetta cos'è? un modo per ricordarmi un orario di qualcosa? poi dico aspetta cos'è e la campana aveva già smesso di suonare qualche minuto fa, voleva dirmi che era mezzogiorno ma io in quel momento mi sentivo sporadico disgregato pulviscolare (come sabbia di clessidra senza clessidra intorno) e l'orario del mezzogiorno mi sembrava appartenere a un mondo non mio, o non in quel momento lì, almeno, che era mezzogiorno

(sgranchirsi le parole)

sabato 2 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #49

Son venuto qui ieri a scrivere soltanto 'intercapedine' per poi oggi provare a riuscire a dire che vorrei poter usare solo la parola intercapedine ma la struttura prevede l'uso di altre parole per poter tornare a  usare in totale libertà la parola intercapedine e ripetere intercapedine quando ci pare.
Stavo pensando di ad esempio vivere in un'intercapedine, vivere in un'intercapedine e trovare un intercapedine nell'intercapedine, infilarsi dunque nell'intercapedine appena trovato e cercare di vedere il proprio vecchio intercapedine di prima dal proprio intercapedine nuovo.
Intercapedini tra una parola e l'altra, spazi lasciati a fare spazio, il senso lasciato vuoto a dare nuovo spazio al senso, è incredibile quanto anche l'architettura possa farsi interessante se travestita da altro, mi sta interessando la geometria del senso che per non so cosa sia forse ha a che fare con idee di linee, con l'idea di uno spazio fatto di idee che ogni tanto si muovono e tangono vengono giù toccano qualcosa qualcuno poi se ne vanno

a volte ho i piedi freddi e tengo le calze in mano ma non me le metto per ore come se veramente avessi altro da fare

venerdì 1 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #48

Tutto era nato dall'idea di descrivere ciò che non mi succede durante il giorno: non ho messo la testa nel forno non ho acceso un mutuo né un muto non ho,
troppe cose durante il giorno non ho fatto ci vorrebbe un diario immenso con una pagina giornaliera grande quanto uno spazio infinito srotolabile su questo diario di ciò che non mi è successo tutto è possibile compreso un canguro compresa la famosa giraffa buttata giù dalla finestra di Bunuel.
Ho letto che dobbiamo trovare delle ragioni razionali per credere nelll'assurdo ma non ci credo, se troviamo le ragioni razionali per credere nell'assurdo io non ci credo più