E allora dicevamo: al di là dell'oggetto in sé, al di là dell'esistenza dell'oggetto, al di là del problema, -perché è un problema- dell'esistenza dell'oggetto - l'arcinota questione sull'esistenza dell'oggetto è tutta racchiusa nella famosa domanda: l'oggetto c'è o non c'è?-, bisogna innanzitutto cercare l'oggetto e predisporsi alla curiosità prima di cominciare la ricerca. La centralità del discorso, dicevamo, poggia tutto sulla curiosità, nient'altro che la curiosità. Svegliarsi e chiedersi della propria curiosità, alzarsi da letto e interrogare nuovamente la propria curiosità, lafvarsi i denti sempre pensando alla curiosità e anche fare colazione, ad esempio, sempre con l'idea della curiosità da qualche parte, che c'è; a differenza dell'oggetto? L'oggetto deve arrivare dopo e se si riesce ad alimentare la curiosità allora sì che l'oggetto lo si trova e una volta trovato, se si è alimentata per bene la curiosità rendendola insaziabile a forza di alimentazione gli diamo così tanto da mangiare a questa curiosità che si crea poi uno stomaco fittizio e ci buttiamo di tutto dentro continuiamo a buttarci di tutto dentro e crediamo di riempire riempire questo stomaco crediamo di proprio riuscire ad arivare all'idea di pieno ma ci avviciniamo soltanto, è da tutta la vita che l'essere umano non fa altro che avvicinarsi soltanto sempre un po' più in là, sempre un po' più in là e lo stomaco di questa curiosità preziosa s'espande s'espande come la curiosità stessa insaziabile dicevamo e poi in realtà il discorso all'inizio era da fare sull'oggetto che non ho capito scusate se c'è o se non c'è adesso vado a dormire che il diario l'ho iniziato tardi di un tardi di ore quasi notturne
domenica 24 maggio 2020
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