giovedì 29 febbraio 2024

dentro a un tramonto (fino alla sufficienza)

 caduto dentro a un tramonto - ne potevamo fare a meno, ci siamo detti -, potevamo fare a meno di questo tramonto e di caderci dentro avremmo potuto, avremmoo potuto fare a meno del tramonto e del caderci dentro e avremmo potuto anche volendo fare a meno di tutto, ma qualcosa poi ci serve sempre, un paio discarpe, un discorso importante e un sorriso ben assestato, anche malvagio, c'è bisogno di tutto più che mai, ecco la verità, diceva Vogliamo tutto e aveva ragione, no, non aveva ragione non c'è niente di peggio di avere ragione, diceva,
(poi diceva che il tramonto, comunque, è costante e presente si sposta sempre poco più in là da qualche parte delmondo/il tramonto dice che poi scompare ma non è vero che poi scompare)
ecco che abbiamo di poco appena superato la sufficienza della cosa che volevamo dire, volevamo dire che adesso torniamo a dormire

mercoledì 28 febbraio 2024

in imbarazzo col pensiero - le montagne non stanno mai ferme

 tutto progredisce così lentamente che è come se non progredisse per niente, le montagne, guardale bene, non sono ferme, le montagne guardale bene che sono onde, si vede che sono onde le montagne, tutto progredisce e si muove, e l'altro giorno pensavo al pensiero, e stavo pensando che se non ci pensi, al pensiero, stai comunque pensando, se invece ci pensi, al pensiero, allora lo vedi e vedi che il pensiero ti vede,. se lo pensi il pensiero ti guarda e dice che lo metti in imbarazzo, ecco, un buon esercizio potrebbe essere questo:
stare in buona confidenza con il proprio pensiero, guardarlo muoversi nel proprio teschio (vuoto) - cranio (spazioso) - senza creare imbarazzo reciproco silenzio guardare il pensiero dirgli fai pure e lui ti dice fai pure e entrambi vi dite fai pure e così entrambi fate pure fate pure entrambi

lunedì 26 febbraio 2024

TROPPO - Tipografia Helvetica

Io alle nuove generazioni vorrei dire che non sanno non possono immaginare com'era il mondo prima del copincolla. Copincollo questo che è un post facebook di vera pubblica presentazione del libro Troppo, edito da Tipografia Helvetica, casa editrice che porta avanti ragionamenti ben ben anomali, a cominciare da questo Troppo, che non si capisce come usarlo, se come parola o se come titolo di un libro. Sul post facebook, per contegno, ho scritto che sono contento, per contegno, qui scrivo che sono felicissimo, sempre sapendo che rimarrà tra noi lievi lettori e lettrici di questo blog semisegreto
HO PUBBLICATO UN ALTRO LIBRO (GIALLO),
non lo avevo ancora dichiarato ufficialmente ma prima o poi bisognava dirla questa cosa - gli dedicherò anche un post instagram.
Edito dalla silentemente ribelle e senza pagina facebook Tipografia Helvetica, sita in Capolago, a sud del Lago di Lugano (andate vi prego a vedere la storia della tipografia), il titolo è "Troppo" ed è - in prosa - l'espansione estenuantemente ridondante sfiancante vorticosa e dunque inaccettabile della mia poesia Troppi Shampoo.
È un libro forse illeggibile ma anche forse quasi quasi divertente nel suo tentare, per 75 pagine, un'analisi del troppo sempre attorno al troppo e soprattutto attorno alla parola "troppo", come fosse un'indagine che vuole arrivare alla sorgente del male ossia dell'ipercapitalismo che ci schiaccia attanagliandoci.
Si parla di maiali (400 maiali) e della Vodafone, ma soprattutto si parla del troppo in tutto e per tutto.
Nella linea della mia personale scrittura - dai racconti pazzi alle poesie normali, con la guida su Genova fino al Diario Involontario - mi sembra che tutto prenda una piega di coerenza inaspettata, una coerenza che non ho veramente ricercato io ma che mi si manifesta davanti e rende all'improvviso tutto abbastanza sensato.
Quindi sono contento.
Costa 15 euro, questo ultimo libro, che forse son tanti soldi, per me chi li può spendere e vuole comprarlo fa bene a comprarlo e anche le librerie potrebbero azzardarsi a ordinarlo, non ne sono state stampate moltissime copie, in questo senso è un libro già raro, oltre a essere assurdo, ma chissà che nel leggerlo venga fuori qualcosa, perlomeno un ragionamento, un altro, sul linguaggio.
Ecco, speriamo vada bene

mercoledì 21 febbraio 2024

scrivere due racconti contemporaneamente e questo pure qui

 è la cosa migliore da fare, nel momento in cui oltre a tutto il resto si stanno scrivendo due racconti contemporaneamente, la cosa migliore da fare è mettersi all'improvviso qui a dire fare scaricare tutto quel che passa dalla mente e vedere dove va a finire la mente la cosa che viene fuori cosa diventa e poi molto importante rendersi conto il prima possibile che è meglio tornare di là come se fosse un vero lavoro,  per poi dirsi che è tutto un vero lavoro, anche il perdere tempo in un certo modo ecco che diventa un vero lavoro a seconda di come la si gira a seconda di come la si pone a seconda del modo in cui si guarda fuori dalla finestra e si aspetta che qualcuno venga a disturbarti così hai l'ottima scusa per sottosotto pensare ma non vedi che sto lavorando?! e continuare a fare tutt'altro sempre tutt'altro

lunedì 19 febbraio 2024

Gianni Celati me lo sposerei - il transito mite delle parole, Quodlibet 2022 - pag 152

 Non faccio altro che sottolinearla, caro Gianni, questa raccolta di interviste e riflessioni sparpagliate. Avrei voluto dormire con te Caro Gianni e fare colazione e chiacchierare poi passeggiando per quelle strade lì che percorrevi in silenzio (ti sarei venuto dietro pian piano e anch'io sarei stato in silenzio per rispetto dei tuoi pensieri che chissà cosa pensavi)

Pag 152, 1989, intervista a scuole aperte, San Casciano in val di Pesa
(Studente): Dato che lei dà tanta importanza alla musicalità, che cosa ne pensa della poesia?
La scuola vi insegna normalmente a distinguere la poesia dalla prosa: io non credo che vi siano differenze tra poesia e prosa; ci sono differenze solo quando si tratta di prosa brutta.
La poesia ha in sé il ritmo, ma tutto il linguaggio è ritmo e musicalità: il fatto che le poesie abbiano dei versi è solo un'invenzione di scrittura. Una volta le poesie avevano delle rime, adesso le rime non si usano più, però non cambia niente. La poesia fa parte della nostra voce, ha in sé la capacità di sentire la voce, quindi la poesia è dappertutto, tra la gente che parla, tra gli uomini che parlano. Oggi, nella nostra epoca, la maggior parte degli uomini si chiedono se i poeti siano dei cretini: chi è un poeta di fronte alle persone famose della politica e dell'industria? Questi sono dei grandi personaggi, un poeta non è nessuno. In questa società tendenzialmente fascista, in cui cioè è esaltata solo la forza, il poeta è ritenuto un pazzo, un originale o comunque qualcuno che non si capisce che cosa faccia. Io credo che invece questa sia la cosa più difficile... sapete, poesia è un termine greco che vuol dire semplicemente ''fare con le parole''; quindi penso che i poeti siano le persone più disgraziate di questo tempo e le più infelici perché sono le persone meno capite, E sarà difficile che voi vediate un poeta alla televisione: un poeta non può parlare alla televisione.

venerdì 16 febbraio 2024

La Claque Poetry Slam (in Sala Trionfo) 17 febbraio

Non ce la faccio a tornare adesso a scrivere le mie scempiaggini volanti, quelle che piacciono a me e a volte piacciono anche ad altre persone, non ce la faccio perché devo scrivere delle scempiaggini un pochino più elaborate un pochino più sotto controllo non si puù scrivere sempre e soltantro così in forma di flusso smodato irraggiungibile nel suo fuoriuscire costantem,ente raggiunto e subito dopo irraggiungibile ecco è così che la vedo questa cosa della scriuttura che faccio quando la faccio così, una specie di rincorsa e movimento verso la distanza e lo spazio che creo innanzi a me che si genera allontanandosi da me e io ci vado dietro a vedere cosa voleva dire.

QUESTO SABATO AL TEATRO DELLA TOSSE SALA TRIONFO 

mercoledì 14 febbraio 2024

cosa mi sono dimenticato

 stamattina mi sono messo cinque minuti al sole a pensare e m'è venuta in mente uan cosa da dire molto importante che però probabilmente ho dimenticato.
la cosa sicura che so, e che non è quella che mi è venuta in mente quando ero al sole, è che devo fare la promozione impellente di un mio nuovo personalissimo libro appena uscito e mi sembro il gatto col topo che gioco e gioco e finché gioco mi diverto fino a che però il topo lo troviamo morto a un certo punto e ci viene da chiederci chi era il gatto chi era il topo questa metafora in che senso.
Povero gatto, povero topo, povero libro, è appena uscito e faccio di tutto per non parlarne, adessso poi prima o poi faccio un vero post in cui dimostro la sua esistenza, scrivo per bene come fare a trovarlo, però per ora mi piace venire qui a scrivere di nascosto quel che ho dimetnicato stamattina che mi son fermato cinque minuti al sole e la cosa mi è bastata per illuminarmi per sentirmi dentro una voce che dice ecco che cosa devi venire a scrivere oggi sul tuo blog semisegreto che si sa che c'è ma che non si sa perché.
 

martedì 13 febbraio 2024

Su Vogue con le poesie normali (d'amori)

Sì, esatto!
(mi piace quando dice Regala una poesia, non una rosa)
esatto
il mio merito è che la super amica Giorgia Genocchio è nella redazione di Vogue e l'altro giorno mi ha detto che era proprio il caso di inserire una delle mie poesie d'amore tra le altre d'amore che avrebbero pubblicato di lì a pochi giorni.
E così è stato, su Vogue Italia, oggi, c'è la mia Ti lascio una poesia sul desktop. Tra Shakespeare Cavalli Raboni Szymborska Catullo Pavese e altr più o meno brav, c'è anche un più o meno brav Balestra.
Sì, esatto!

(è un articolo uscito per il giorno romantico di San Valentino, noi lo accettiamo con gioia, che chi crede nel calendario possa passare un giorno migliore speciale d'amore)

martedì 6 febbraio 2024

L'Inquieto alla Librido || con Martin Hofer, Carlo Martello e Filippo Balestra che sono io

10 Febbraio in Piazza dei Truogoli di S.Brigida ore 18 alla Librido mitica caffé librerì
Prima scrivevo molto poco in ogni situazione e avevo la convinzione che tutto rimanesse che la brutta figura del futuro fosse imminente e la si stesse sempre di più caricando di peso questa immane brutta e futura figura e invece anche adesso guarda qua quanto sto scrivendo per un evento che avrebbe ben altro da dire, è la pubblicazione del finalmente cartaceo numero, dopo dieci anni di cose, è un evento epocale nel piccolo delle riviste letterarie, che ci sono e sono vive e sottilmente intervengono cambiano e agiscono sulle derive estetiche degli andamenti impercettibili dei gusti letterari le riviste sono quella cellula nervosa che hanno scoperto da poco sulla punta delle radici delle piante, che ci dicono che anche le piante hanno un'intelligenza una sensibilità, e le riviste letterarie si posizionano lì, nell'avanguardia del corpo in movimento del grande albero della letteratura, sotterane rivista attaccata all'avanguardia della punta estrema della radice decide lei, la rivista, lì sulla punta segreta non vista, decide lei da che parte andare a cercare nuove fonti nuove energie acqua sali minerali eventi tragici trame, forme stili, fosforo e magnesio e punteggiature grammatiche, non so bene adesso sto un po' esagerando non sono botanico, come dicevo ieri a ilaria, ma le radici vanno avanti e l'albero si staglia, ecco, mentre le radici si sporcano le mani sottoterra a perlustrare gli accadimenti del futuro vediamo l'albero che si staglia lassù ed è la storia della letteratura, niente da dire contro l'albero, ci vuole anche l'albero, all'albero gli vogliamo bene ci mancherebbe, ma anche le radici con quella celluletta nervosa, che forse non so se sono delle cellule o possiamo chiamarlo pezzetto di sistema nervoso di qualcosa:
con 
Martin Hofer - direttamente da Inquieto Rivista
Carlo Martello - direttamente da Malgrado le Mosche Rivista
e l'aggiunta di
Filippo Balestra - dall'impero del personale sconvolgimento mica male

Volevo scrivere altre cose relative alla storia dell'inquieto, di come la casa editrice gigante fosse un tempo vera parte attiva dell'ambiente delle riviste lettararie, ma mi è venuto fuori quel discorso del sistema nervoso delle piante e adesso me lo tengo, scusate

qui link al censimento recente fatto da Marco Giovenale sulle riviste letterarie italiane attuali online e non
https://slowforward.net/2023/08/14/alcune-riviste-letterarie-online-link-utili/

venerdì 2 febbraio 2024

Ticino Poetry Slam (10 anni di) Teatro Foce, Lugano

Il mestiere delle parole non si dovrebbe certo fermare davanti all'espressione "non ci sono parole" eppure a volte bisognerebbe accettare questa illimitatezza contrapposta alla limitatezza degli strumenti a disposizione per stare a dire descrivere le cose le grandezze le forme le bellezze (una fotografia del sole per quanto si sforzi non scalda uguale).
E allora metto qui intanto le grafiche, il lavoro di dieci anni del Ticino Poetry Slam, in particolare di Marko Miladinovic, con il quale abbiamo già sperimentato situazioni abbastanza controverse di gioco poetico e con il quale sperimenteremo ancora, ve lo dico già dal 19 al 24 marzo saremo tra Lugano Milano Genova e pure la mia sacrosanta Camogli, a portare le nostre proposte di follie parascientifiche/parapoetiche non da poco

Non so se mi spiego (lo giuro) (sto preparando lo zaino)

 Anche se non si direbbe sto preparando lo zaino per andare a Lugano a trovare Marko Miladinovic e la potenza tutta del Ticino Poetry Slam di quest'anno, che quest'anno fa 10 anni, e noi lo festeggiamo in diversi modi senza mai attenerci a ciò che andrebbe fatto a ciò che andrebbe detto noi ci spostiamo al di là del giusto e del giustappunto, come se nulla fosse, con leggerezza, poi dopo ci accorgiamo, se vogliamo, che quel nulla non era mica poco, forse, e ci viene da ridere o chissà.
Sabato mattina faccio le mie cose dell'esistere non basta, che sarà una scrittura più o meno come questa che sto scrivendo adesso, poi il giorno dopo giochiamo alla poetry slam con grandi esponenti della suddetta disciplina che noi amiamo indisciplinata, e insomma
Sto insomma adesso preparando lo zaino e non posso adesso mettere le locandine belle, che a me piacciono sempre, le grafichette, le metterò forse in un altro post, un post in cui non starò preparando lo zaino, un posto in cui sto soltanto preparando un post da pubblicare come questod i adesso che schiaccio il tasto e parte e ci vediamo tra pooc a Lugano mi raccomando