Viste le date calendaristiche e le condizioni meteo incrociate e avverse, non c'è niente di meglio da fare, a quest'ora, mi pare, che intervistarsi il piede.
Intervistarsi il piede è comodo perché non bisogna raggiungerlo da qualche parte, accordarsi per un appuntamento in una piazza pubblica con la solita scusa del caffé e un paio di domande.
No, intervistarsi il piede è molto comodo perché se ne resta, solitamente, attaccato alla fine della gamba.
Mi metto lì pronto a fare la prima domanda e lo guardo dall'alto in basso ma subito si crea una situazione di evidente disparità.
Allora mi metto sdraiato a terra con il piede appoggiato al muro in modo da invertire questa prevaricazione obbligatoria, ribaltare questo dar per scontato che il piede debba per forza essere qualcosa che sta sotto.
Però adesso è lui che guarda me dall'alto, mi sento in soggezione, è la prima volta che mi sento così osservato dal mio piede, vorrei cominciare con la prima domanda ma mi sembra che ci stia prendendo gusto, adesso, a guardarmi dall'alto in basso. La cosa mi scoccia.
Intervisterò un presidente.
Ragazza che si intervista il piede, io non ce la faccio |
https://alfiogenitron.wordpress.com/2015/08/17/erika-cest-moi/
RispondiEliminaintervista pennacchi antonio nato a latina, ne sa di calcio.
o barbadillo!
ci vediamo solo negli occhi, quando sarà.
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