sabato 29 ottobre 2016

Cicco Simonetta Arci Milano -‎2.11 Nel Tempo Libero Lavo I Cani -AgratiPirovanoBalestraFabiani

Questa è una serata di parole. Ci sono poeti, scrittori performer che salgono sul palco e hanno qualcosa da dire. Se avete qualcosa da ascoltare questa è la serata per voi. PAOLO AGRATI e ALBERTO PIROVANO ospiteranno in questo appuntamento i poeti FILIPPO BALESTRA e ANDREA FABIANI. 

PAOLO AGRATI si occupa principalmente di poesia, scrittura, musica e amenità. Ha pubblicato le raccolte di poesia Amore & Psycho (Miraggi Edizioni 2014), Nessuno ripara la rotta (La Vita Felice 2012), Quando l’estate crepa (Lietocolle 2010) e il libriccino piccola odissea (Pulcinoelefante 2012). E’ uno dei principali Slammer Italiani. E’ narratore e cantante nella SPLEEN ORCHESTRA, band di culto nel suo genere, che ha co-fondato nel 2009 e che ripropone le musiche e le atmosfere dei film di Tim Burton.

ALBERTO PIROVANO
è compositore e chitarrista

FILIPPO BALESTRA a è nato a Genova nel 1982. Si è messo addosso questa definizione delle 'poesie normali' e non riesce a tornare indietro. Forse quella definizione gli piace. Forse non ha il coraggio di trovarne altre. Forse non ne ha voglia. Peggio per lui. 

ANDREA FABIANI nasce a La Spezia, nel maggio del 1978, da una maestra, figlia di una maestra, figlia di una maestra. Ragion per cui se fosse nato femmina ora farebbe la maestra. Però è nato maschio.
Ha scritto un libro che s’intitola “Volevo solo non scrivere poesie d’amore”. Son quasi tutte poesie d’amore.
Fa parte del Collettivo Linea S e del gruppo poetico dei Mitilanti.
Ha paura di tutto ciò che vola ed è più piccolo di un panino.
Non mangia cioccolata. No non è allergico, è proprio che non gli piace il sapore.

giovedì 20 ottobre 2016

Le stanze dei poeti - di Alessandra Racca


Le stanze dei poeti
In una stanza si misero tutti i poeti
colti
alcuni sapevano veramente molte cose
alcuni non si coltivavano per niente
alcuni facevano sfoggio
alcuni le tenevano per sè
alcuni costruivano un pezzo tu un pezzo io
torri di sapere
dispositivi per salire
alcuni guardavano le torri e si sentivano bassi troppo in basso
altri avevano gli occhi luccicanti
per tutto ciò che potevano vedere da lassù
Poi c'era una stanza
con tutti i poeti giocherelloni
alcuni erano incommensurabilmente tristi
altri si annoiavano
altri pensavano che quello era il luogo
dove tutti avrebbero dovuto stare
alcuni erano molto molto arrabbiati con gli altri
là fuori
altri si inventavano una lingua nuova
che li divertiva tantissimo
e faceva fiorire le parole
Poi c'era la stanza
dei poeti politici
taluni molto impegnati a essere socialisti o qualcos-isti
altri a provarsi di essere meno
asociali
taluni a essere socioassistiti e dal popolo remunerati
taluni facevano girotondi collettivi
poesie-manifesto per tappezzare le città
alcuni erano leader altri gregari
(altri facevano più che altro tappezzeria)
altri si aggregavano soprattutto e con piacere agli altrui apparati genitali
alcuni avevano molto coraggio e senso della giustizia
alcuni facevano la differenza, la faranno davvero
Nella stanza dei poeti accademici
c'erano un paio di menti analitiche critiche
e studiosi fini e minuti
circolavano teorie poetiche
e possibilità interpretative creative
alcuni guardavano solo all'indietro
alcuni giuravano che lì dentro c'era un odore (come di muffa)
molti altri studiavano graduatorie
possibilità di carriera
facevano cordate
si dedicavano con passione ad occupare estesamente
e nel tempo
poltrone
Nella stanza delle poete femmine
alcune erano omosessuali
alcune sinceramente disperate
alcune si imbellettavano con la parola
alcune si travestivano da uomo
alcune erano isteriche, ricattatorie, violente con la propria e altrui natura
alcune non riuscivano a pronunciare la parola "padre" senza crollare
altre si stringevano mani e occhi e trovavano amiche compagne e sorelle
altre non volevano sorelle volevano piuttosto scarpe o farle a
alcune si domandavano
dove sono i maschi?
e altre: quando ci faranno uscire da qui?
alcune rispondevano: stai qui che è meglio
ce lo dicono loro che sanno
alcune maledicevano gli uomini nell'altra stanza
alcune avevano maledettamente ragione
alcune erano senza coraggio
alcune avevano accessi di riso contagiosi
altre uscivano e rientravano e tornavano lì quando andava loro
abitavano il mondo
avevano forza paura e intelligenza
avevano figlie madri antenate figli fratelli padri
erano talvolta normali talvolta splendenti
ballavano scatenate
a ritmo di poesia
Nella stanza dei poeti performativi
c'era molto rumore
parlavano ad alta voce
qualcuno non si capiva bene cosa facesse
qualcun altro diceva che performava
qualcun altro sperava che nessuno gli domandava il significato della parola performance che lui non la sapeva
qualcuno aveva una voce per davvero
e la usava, oh sì, da far cantare il cielo!
Nella stanza dei poeti commerciali
si vendeva di tutto
si speculava sul costo delle licenze poetiche
si faceva un buon prezzo a poco peso
si commerciava in apparizioni (televisive o multimediali)
si barattavano presenze a festival e articoli di giornale
si aspirava alla prosa, a qualcos'altro, al cantautorato, alla notorietà
si badava alla quantità
alcuni si guadagnavano da vivere onestamente
alcuni avevano parecchie cose da dire
voglia di dirle
e le dicevano bene
Nella stanza dei poeti minimalisti
ce n'era sempre uno solo per volta
gli altri si accalcavano ordinatamente fuori
Nella stanza dei poeti nascosti
ogni tanto qualcuno li beccava
facevano un po' i finti timidi
giocavano a nascondino
in molti speravano di essere scoperti
in molti spergiuravano di no
scrivevano con la mano sinistra
qualcuno dal silenzio
tirava fuori certe cose benedette
Nella stanza dei poeti maschi
la poesia era testosteronica
alcuni maledicevano una donna nell'altra stanza
alcuni temevano la stanza delle donne
alcuni dicevano in continuazione: quando arrivano le donne?
molti avevano una fotografia della madre nel portafoglio
alcuni avevano ferite non curate
alcuni erano erettili, fallocentrici, cazzoni
alcuni bevevano molto e parlavano di bere
alcuni erano amici, molto amici, sapevano abbracciare
alcuni erano arroganti
alcuni erano maschilisti
alcuni avevano introiettato come esercitare il potere patriarcale
alcuni erano grandi uomini, fallibili, persone
Ognuno di loro poi
usciva dalle stanze
abitava la propria vita
ne aveva una sola
alcuni la osservavano con sincero stupore
alcuni scrivevano poesie
alcuni amavano la lingua, la amavano forte e, nell'amarla
la facevano di nuovo
a volte avevano davvero
grazia
meraviglia
passione.

martedì 4 ottobre 2016

RUFOLO, di Fabio Tonetto (Eris Edizioni)

È uscito il 24 settembre di quest'anno per Eris Edizioni.
Adesso è il 4 ottobre.
Non so se si possa quindi parlare di novità, purtroppo...
Però è uscito, e noi segnaliamo così, volanti, contentissimi e goduriosi per l'attesa, per il futuro che viene:
E poi vi segnaliamo questo articolo su fumettologica dove potete pure vedere una storia in anteprima... fortunati!
E poi vi metto pure questo video qui sotto, è il trailer di Rufolo e fa capire un pochino come funziona Tonetto, la testa di Tonetto, io ci vedo Beckett ma per ora preferisco Tonetto a Beckett: