venerdì 31 marzo 2017

POETI PIRATI | Sergio Garau

Exopotamia, in collaborazione con Pirata Studio, ospita una rassegna con i più interessanti poeti appartenenti alla piratesca scena della poetry slam.

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4 appuntamenti di poesia orale
ossia
poesia letta ad alta voce
ma anche
poesia performativa
cioè
poesia letta ad alta voce e usando il corpo tutto
comunque
poesia poetica
poesia poetica?
poesia poetica
cioè?

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:: 15 marzo Andrea Fabiani con "La mia vita qualunque" (Già andata in scena)
:: 22 marzo Filippo Balestra con "poesie normali" (Già andata in scena)


:: 29 marzo Sergio Garau con "I O Game Over"
:: 5 aprile Andrea Bonomi con "Sequestri di persona finiti bene"

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terzo appuntamento con SERGIO GARAU


::: SINOSSI
lo spettacolo che ha girato tra i festival più prestigiosi di teatro e poesia del mondo riscuotendo sempre uno scoppiettante successo, dalla Comédie Française al Fringe di Edimburgo, dal Festival di Poesia dell'Avana all'Ordsprak di Uppsala passando per i locali più caldi delle isole mediterranee e d'oltremanica e tropicali e di Rio de Janeiro e Salvador de Bahia e Buenos Aires.

"geniale" Alberto Masala, ottimo poeta (festa della letteratura e delle arti, Sardegna, 2009)

"complimenti" Nanni Balestrini, ottimo poeta (settimana letteraria di Torino, 2004)

"you rocked" Saul Williams, poeta rock star (Absolute Poetry Festival, Monfalcone, 2010)

"ti consigliamo un reading di Sergio Garau" Wired, rivista (maggio 2011).

"se si facesse un videogioco con i poeti slam come personaggi tu saresti quello che si muove e tira i colpi velocissimamente" Dani Orviz, pluricampione europeo e spagnolo di poetry slam (Slam d'Europe 2012)

"brilliant" Harry Baker, campione del mondo di poetry slam (in più occasioni)

"his multilingual pieces challenge preconceptions of what spoken word can be and leave audiences wondering what just happened" Apple and Snakes, più importante organizzazione di spoken word nel Regno Unito (Hit the Ode, 2011)

"yeah! that's how I was expecting an italian slam poet shoudl be! much much better than Giacomo Sandron" Jan Jilek, ottimo poeta di Praga (Poetry Slam Internazionale di Madrid, 2014)

"non mi è piaciuto" un italiano gran lettore di poesia (H.O.R.I.N.A.L., Barcellona, 2009)

"PUT! IN! PULL! OUT! SERGIO! PUT! IN! PULL! OUT!" Zurab Rtveliashvili, poeta georgiano rifugiato in Svezia sul palco dell'Ordsprak Festival di Uppsala, 2011

"lei è pazzo" sparajurij, ottimo laboratorio (riunione nello spazio, 2001

lunedì 27 marzo 2017

Ma che bel castello - Alessandra Racca

Ma che bel castello
Decidi per bene
cos'è e cosa non è poesia
definisci i contorni senza ombra di dubbio
mettici attorno un bel muro
un fossato
non dimenticare il filo spinato
fatti soldato e cerca guardiani
per sorvegliare
che nulla possa sfuggire
al fuoco della definizione
crea un potente bastione, una torre
poderosa e potente
chiudi la sera il portone alle genti
straniere, anzi non fare entrare nessuno
che non sia almeno Qualcuno
serra la porta, butta la chiave
e poi fai lunghi sonni tranquilli
dormi indisturbato:
sporca, scalmanata
la vita sta fuori, indefinita.

Incroci poetici @il modernista - Pavia || Fabiani+Balestra

paura
Gli Incroci Poetici sono una serie infinita di bivi in cui si può fare quel che si vuole. Si può andare di qua o di là, liberamente. Si può anche stare fermi, va bene lo stesso. Svoltando a un incrocio poetico si può finire dovunque: in una grotta piena di orsi o nel centro di Oslo, ci si può ritrovare nel deserto del niente o a chiacchierare con un anziano, guardando un cantiere, ci si può fare uno shampoo, proprio lì, o fabbricare una nuvola. 
L'unica regola è non rispettare le regole. Perché gli incroci poetici son così: non ci sono semafori, non ci sono precedenze da dare, striscie pedonali da rispettare, stop, vigili, niente. Solo poesie.

Filippo Balestra 
è di Genova dal 1982.
Da molto tempo si occupa di scrittura e scritture, un po' sceneggiatura per fumetti, un po' per certi tipi di cinema, ma soprattutto poesia da portare in giro ad alta voce. È redattore della rivista Costola, antologia di racconti illustrati e nel 2015 ha pubblicato per Miraggi Edizioni la sua raccolta "poesie normali".

Andrea Fabiani
nasce a La Spezia, nel maggio del 1978, da una maestra, figlia di una maestra, figlia di una maestra. Ragion per cui fosse nato femmina ora farebbe la maestra. Però è nato maschio.
Scrive robe che sembrano delle poesie. E poesie che sembrano dei racconti. E racconti che non si sa cosa sembrino.
Ha pure pubblicato un libro, di poesie prevalentemente d’amore, che s’intitola “Volevo solo non scrivere poesie d’amore”.
Ha paura di tutto ciò che vola ed è più piccolo di un panino.
Non mangia cioccolata. No non è allergico, è proprio che non gli piace il sapore

venerdì 24 marzo 2017

POETI PIRATI | Filippo Balestra

Exopotamia, in collaborazione con Pirata Studio, ospita una rassegna con i più interessanti poeti appartenenti alla piratesca scena della poetry slam.

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4 appuntamenti di poesia orale
ossia
poesia letta ad alta voce
ma anche
poesia performativa
cioè
poesia letta ad alta voce e usando il corpo tutto
comunque
poesia poetica
poesia poetica?
poesia poetica
cioè?

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:: 15 marzo Andrea Fabiani con "La mia vita qualunque" (Già andata in scena)

:: 22 marzo Filippo Balestra con "poesie normali"
:: 29 marzo Sergio Garau con "I O Game Over"
:: 5 aprile Andrea Bonomi con "Sequestri di persona finiti bene"

mercoledì 15 marzo 2017

MACAO-POETRY-SLAM #2

MACAO Poetry SLAM: il torneo di Poetry Slam di Milano
Dalle 22.00 @ M^C^O Macao

La poesia come non l’avete mai vista!
Un microfono, un poeta - e la sua voce, testi, corpo. Una giuria scelta casualmente tra il pubblico che stabilirà la poesia e la performance migliore. Il tutto coordinato da due Maestri di Cerimonia bizzarri, Paolo Agrati e Davide ScartyDoc Passoni.

Round #2 con:
Francesca Gironi
Piero Negri
Arsenio Bravuomo
Rebecca Maslowsky
Filippo Balestra
Alessandro Burbank
Enrico Pittaluga Rubaluva
Alfonso Maria Petrosino

In collaborazione con:
SLAM
Poetry Slam Lombardia LIPS - Lega Italiana Poetry Slam MinamoroSanteria Paladini 8

lunedì 13 marzo 2017

POETI PIRATI | Andrea Fabiani


Exopotamia, in collaborazione con Pirata Studio, ospita una rassegna con i più interessanti poeti appartenenti alla piratesca scena della poetry slam.

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4 appuntamenti di poesia orale
ossia
poesia letta ad alta voce
ma anche
poesia performativa
cioè
poesia letta ad alta voce e usando il corpo tutto
comunque
poesia poetica
poesia poetica?
poesia poetica
cioè?

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:: 15 marzo Andrea Fabiani con "La mia vita qualunque"
:: 22 marzo Filippo Balestra con "poesie normali"
:: 27 marzo Sergio Garau con "I O Game Over"
:: 5 aprile Andrea Bonomi con "Sequestri di persona finiti bene"

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Primo appuntamento con ANDREA FABIANI

::: BIO BREVE
Andrea Fabiani nasce a La Spezia, nel maggio del 1978, da una maestra, figlia di una maestra, figlia di una maestra. Ragion per cui se fosse nato femmina ora farebbe la maestra. Però è nato maschio.
Comincia a scrivere alla tenera età di sei anni. Come tutti. Dopo cinque anni di pensierini delle elementari, abbandona, sdegnato il genere. Ora scrive robe che sembrano delle poesie. E poesie che sembrano dei racconti. E racconti che non si sa cosa sembrino.
Alcune di queste cose le ha pure pubblicate, qua e là, su siti e riviste. 
Ha pure scritto un libro di poesie, prevalentemente d’amore, che s’intitola “Volevo solo non scrivere poesie d’amore”.
Fa parte del Collettivo Linea S e del gruppo poetico dei Mitilanti.
Ha paura di tutto ciò che vola ed è più piccolo di un panino.
Non mangia cioccolata. No non è allergico, è proprio che non gli piace il sapore.

::: SINOSSI
Un poeta in scena ripercorre le tappe della sua vita, dalla nascita fino alla morte. È infatti così uguale a tutte le altre, la sua vita, così qualunque che se ne può vedere anche la parte che ancora non è stata vissuta.
Racconti e poesie descrivono esperienze uniche nella loro particolarità, ma assolutamente comuni: le piccole discriminazioni dell’infanzia, gli innamoramenti folli, i sabati all’Ikea, le separazioni, le mancanze, le piccole frustrazioni lavorative, i cantieri stradali, l’ingresso nel regno dei morti.
Insomma: quelle cose che son successe e succederanno a tutti.

mercoledì 1 marzo 2017

Poche ore dopo - Mitilanza #1 (Angelo Junior Avelli)

Spezia. Poche ore dopo #Mitilanza #N1
25\26 Febbraio 2017

Per alcuni appunti sulla #militanza della parola.
Il nostro futuro siamo noi. Nessuno è rimasto a guardare. Chi c'era ha agito. Chi c'era si è espresso. All'innesco segue lo sviluppo. All'analisi la proposta. Al programma la programmazione. Al sistema l'architettura, di più: l'organismo. Il canone è un orientamento, quando è norma va tradito, come il più grande maestro, che prescrive la cura come il medico. Non siamo una famiglia, non abbiamo bisogno di padri. Siamo una comunità (non di recupero, nonostante i fumi e i fiumi di alcol) fatta da altre comunità, ibride, transmediali, diffuse, reticolari, alveolari. Quello che è successo a La Spezia, nella due giorni di convegno, ha sancito il nostro riconoscimento dentro la coorte generazionale, l'attivazione del nostro (storico) processo costituente. Abbiamo poche urgenze su tutte: indagare-esplorare la nostra funzione sociale; riappropriarci dello spazio pubblico, sia esso fisico (poesia performativa) sia esso virtuale (la ricerca multimediale) o entrambe (l'installazione poetica), attraverso la produzione di nuovi oggetti per nuovi linguaggi e nuovi tipologie di fruizione, per un nuovo tipo di pubblicazione, di "fare pubblico"; rendere esplicito nella trasfigurazione rappresentativa il conflitto, nel discorso, per mutare l'attuale, inesistente orizzonte politico collettivo. E per realizzare questo progetto e affrontare la sfida dei tempi presenti, occorre costruire luoghi in cui discutere-sovvertire, al di là degli ambiti di dominio che ci vengono offerti dal mercato, perché la poesia è già dimensione di controllo, della lingua e del pensiero, e in quanto tale per esplodere in tutta la sua efficacia comunicativa ha bisogno strutturalmente di evadere i limiti, di celebrarsi nelle proprie contraddizioni intrinseche, per elevarsi a verso e sacralizzare il messaggio, colmando la distanza che esiste tra chi compie un atto, un gesto artistico, che per intenzione si vuole estetico, e chi lo decreta, lo esperisce, lo raccoglie perché è in grado di comprenderlo, lo accetta, perché ci riconosce come suoi interlocutori, all'interno di una dialettica che libera la relazione, nel momento stesso in cui la vincola la scrittura. E per fare questo dobbiamo confrontarci con la problematicità della questione cognitiva e la trasformazione in corso delle nuove tecnologie, che stanno riconfigurando complessivamente non soltanto l'idea che abbiamo della realtà ma la nostra stessa capacità-possibilità di incidere su di essa: va riconsiderata la disfunzione specifica, fenomenica, e l'attitudine all'altro, alla rivendicazione di uno statuto di diversità, al senso che comporta questa responsabilità, ogni volta che proviamo a formulare un'enunciazione poetica perché politica.

Angelo Junior Avelli