venerdì 30 settembre 2011

Anticipazione di Banlieue 10


Lo squallore della morale (lettera della redazione - anticipazione di Banlieue 10)


In quest’anno che si sta per spegnere si è fatto un gran parlare attorno alla questione dell’etica della politica, e dell’etica pubblica dunque.

Centinaia, se non migliaia, di cittadini e cittadine indignati dalla condotta immorale del nostro presidente; la stampa ossessionata dal caso Marrazzo prima, dagli scandali vacanzieri di tangenti e malapolitica poi (Penati e Milanese in testa).

Tutti a lagnarsi perché il potere è marcio, perché così proprio non ci si può comportare, perché solo in Italia (vedi il paladino Fabri Fibra)...

Non sono, non siamo d’accordo. Noi di Banlieue non ci aggreghiamo al codazzo della pubblica indignazione. Perché poi? Perché qualcuno va a puttane: e cosa esisterebbero a fare altrimenti?

Lo scandalo vero è che ancora oggi, a fronte di migliaia di anni di umanità e cultura, ci si indigni.

L’indignazione è per gli stupidi e per gli invidiosi. I primi non possono conoscere cosa sia vivere e dunque protestano, i secondi (ancor più sfortunati) sanno la teoria ma non possono la pratica. L'indignazione è per gli inadeguati.
Lo scandalo sta nel fatto che ancora oggi la maggioranza di noi insegua una morale imposta, un’etica pubblica e privata volgare che ha come unico fine castrarci, tenerci accucciati come cani da salotto.
Non che esistano una morale o un’etica giuste o buone di per sé, ogni tipo di condotta auspicabile, è odiosa e primitiva.

Vivere significa osare, non osservare le regole, ignorare il rispetto per il prossimo.
Il mesto popolino invidia il tiranno che tira di bamba e gioca al dottore con fighe strapagate, che copre d'oro minorenni in cambio dei loro corpi ancora un po' acerbi. Ma è solo invidia appunto. La vecchia storia della volpe e dell’uva.
Comportarsi seguendo un’etica privata è squallido e penoso.
Pretendere d’imporre un’etica pubblica è violento. È terrorismo contro la vita.
Il sogno di ogni disabile fisico in carrozzella è quello di far sentire in colpa tutti gli altri in grado di camminare e ballare, è quello d’imporre una regola comune (un’etica appunto) generata dalla propria impotenza che costringa tutti a vergognarsi per un semplice salsa e merengue.
Io dico: balliamo, balliamo in faccia agli handicappati censori della vita.
Chi non può permettersi di pagare dieci ragazze per dormirci assieme nel lettone, chi non ha il coraggio di farsi trapiantare i capelli, chi non ha le palle di riempirsi di coca e poi farsi sodomizzare da un brasiliano senza permesso di soggiorno, vivere l'ebbrezza di guidare a 100 all'ora contromano con una troia sul sedile posteriore o evadere abilmente onerosi balzelli... che crepi soffocato dalla sua invidia.
Noi la casa di Batman a venti minuti in macchina da Porta Venezia l’abbiamo sempre sognata, ma di fronte all’eventualità di una vita che non ce lo permette, non ci lamentiamo, non lanciamo j’accuse tristi e incomprensibili, non manifestiamo a suon di bonghi e di clavette; ci accontentiamo di un costumino da Robin.
Tutto sta nell’ingegnarsi ad accrescere a dismisura il valore di quel metaforico costumino da spalla omosessuale latente che ci ritroviamo indosso.
L’amore per il prossimo non significa sognare di plasmarlo a nostra immagine e somiglianza. Questo significherebbe imporre le nostre deficienze e i nostri limiti d’immaginazione a qualcun altro, a un bimbo magari, significherebbe non permettergli di sognare il potere, di aspirare ad una vita perfetta, da raggiungere senza alcuno sforzo, solo col coraggio di seguire sé stessi e il proprio istinto sadico.
Ci fanno schifo quei vecchi bavosi che scrivono sui giornali come ci si dovrebbe comportare, loro che non possono permettersi molto di più che cagarsi addosso e ammorbarci coi ricordi della guerra. Ci riferiamo ad Eugenio Scalfari, così, per fare un nome. Ci fanno schifo anche tutti quei cosiddetti cittadini civili, che di giorno sono costretti a spalare la merda e la notte sognano di diventare supereroi della società civile, e scrivono lunghe lettere di indignazione per questa Italia in mano ai corrotti e ai prepotenti.
E ci fanno tristezza invece, quei giovani belli e fragili, che inseguono inconsapevoli l’imbruttimento dei loro animi ardimentosi, che fuggono dalla bellezza dei propri corpi, cercando un assoluto che già possiedono in realtà, rinunciando al potere, agli abusi e ad ogni tipo di soddisfazione che potrebbero ottenere dal compimento pieno di loro stessi.
Essi sfuggono al loro naturale e sano desiderio di potere.

Sapiens: che crede di sapere, ma non sa.
Questo è un uomo debole, destinato al fallimento o alla frustrazione. Ci auguriamo che finisca. O sia finito, da altri. Noi di Banlieue continuiamo ad operarci per il superamento dell'uomo che si autolimita con l'etica.
Quando gli abusi di potere, la corruzione e l’accesso alla felicità definitiva per mezzo del denaro e dell'abuso senza sensi di colpa saranno guardati non con meschino sdegno, ma con la gioia del fanciullo di fronte all’esempio del maestro virtuoso, in quel momento potremo dire ECCE HOMO.

mercoledì 28 settembre 2011

GUASTAFEST

Domani saremo qui con Costolà:


Voilà

Sputarsi alle caviglie


La testa del direttore editoriale stava sul tappetino del mouse.
Era caduta lì per la delusione.
Ecco cos'era: la testa sul tappetino del mouse.
Il direttore la raccolse e se la portò appresso per usarla negli uffici a forma di gabbia:
- Smettetela, disse entrando
Tutti smisero. Continuò:
- Credo di essere piuttosto triste, entro domani voglio vedere al posto di questo ufficio un lago con tramonto da contemplare.
- Ma Direttore, intervenne il ghost writer, lei preferisce il mare al lago.
- Non posso certo pretendere che domani mi facciate un mare qui, al settimo piano.
- Grazie direttore.

Il direttore se ne andò affranto.
I dipendenti solerti cominciarono a sputarsi alle caviglie.

mercoledì 21 settembre 2011

Do It Yourself: Costola al Buridda

Buongiorno,
siamo lieti di annunciare che nel prossimo fine settimana avrete l'immancabile possibilità di pagare un Costola (e di avere quindi un Costola in cambio) all'incontro D.I.Y organizzato al L.S.O.A. Buridda di Genova.

Qui il manifesto delle due giornate, ci sono tante cose:


E qui il grande resoconto video della scorsa edizione, è un bel video e ci sono delle belle facce (!):

sabato 17 settembre 2011

giovedì 8 settembre 2011

Costola a Mestre (Venetian industries Festival)

è difficile barcamenarsi. è difficile pure usare la parola barcamenarsi senza che qualcuno ti guardi con gli occhi di chi, barcamenarsi?, è difficile fumare le sigarette senza le sigarette, è difficile essere in due posti contemporaneamente ma, nonostante tutto, questa sarà la cosa più facile perchè inutile e Follelfo vanno qui  a Mestre. (Tra l'altro Domenica 11 sempre a Parco San Giuliano suonerà IOSONOUNCANE, contiamo di andarci)

Mestre: se ci clicchi ci vai

mentre Costola e qualche Banlieue forse a Milano, anche se i milanesi non lo sanno.

Ass. Cult. Van-ghè, Milano se ci clicchi ci vai
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ATTENZIONE:
Quello sopra è il post preparato un paio di giorni fa e non avevam voglia di cancellarlo e ci piaceva dettagliarlo: abbiamo infatti poi saputo che i Van-ghè libersalone ci chiedevano dei soldi per il giusto autofinanziamento|indipendenza totale e noi che non ci avevamo pensato, all'eventualità di pagar, gli abbiam detto cortesemente no. Non sappiamo se ci dispiace ma di sicur siam contenti che

 Costola va a Mestre in rosso

mercoledì 7 settembre 2011

MASSIMILIANO CHIAMENTI

Da:
di & con daniele


prologo
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tradimento


questa poesia la scrivo in segreto
mentre sei a cena da mamma
e firmo pure un contratto per la pubblicazione
che tu disapproveresti
ma ho fretta di pubblicare
43 anni vissuti così - bello mio - il futuro sembra
un soffio
e non ti tradisco con un altro ragazzo
perché tu sei il più bello e il pîù profondo del
mondo
una fonte inesauribile
di amore e bellezza
ma ti tradisco con queste parole
che spedisco dal tuo letto
al mio amico mirko fuggitivo per la svizzera
e al pio nuovo editore
che raccoglie di me
le prime ceneri del nostro amore
come la cenere che si mette sotto la coca basata
perché la scrittura è solo detrito
e la mia vita a tutto tondo sei tu
scriverò per te
"quello che non fue mai detto di alcuno"
nel mio prossimo libro
che poi è ormai questo qui
possano gli dei tenerti accanto a me
in ogni vita in ogni tempo in ogni luogo
in ogni regno di esistenza
dove tu mi sarai principe e consorte

domenica 4 settembre 2011

In coda al parrucchiere per cani


Eleonora

l'ho conosciuta in coda al parrucchiere per cani
11:34:09

sono entrato ho chiesto chi era l'ultimo ed era lei
11:35:05
siccome il parrucchiere era in ferie abbiamo passato una settimana lì in sala d'attesa
11:35:17
dopo aver finito di leggere gente ci annoiavamo
allora ci siamo fidanzati
11:35:39
il parrucchiere è tornato dalla ferie e ha portato nuove riviste
11:35:51
le leggeva sua moglie sotto l'ombrellone
11:36:19
avevano preso due lettini sulla spiaggia al lido di cremona
che c'era la promozione pagavi il lettino come la sdraio


11:38:46
bene
12:10:57
sono dovuto partire per la groenlandia
e lei è rimasta sola, piccina,
nella sala d'attesa
12:11:11
ha finito anche tutte le riviste nuove
12:11:32
ma è riuscita a far lavare il cane
ora sono felici

venerdì 2 settembre 2011

Chump and Clump

Per rilassarsi ecco un po' di cartoni animati, anche se non si dice più.


Chump And Clump from Talking Animals on Vimeo.

giovedì 1 settembre 2011

Anno luce di G.Genna


Seguimmo certe rotte in diagonale, noi umani, diretti alla fondazione della città. Ci stringeva il petto un mal d'Africa tenue e sofisticato, il sintomo della raffinatezza del passato. Cerchiammo lo spazio di fondazione, compimmo i dovuti sacrifici. La veccia cresceva nei campi incolti, da cui apprendemmo le arti magiche della seminagione, della raccolta, spinti dalle correnti elettriche dei nostri metabolismi, ricavando tempi lenti per le fioriture, in armonia con i cicli lunari, con il magnetismo delle lontane maree. Sottomettendoci ai duchi, erigendo le signorie e i memorabili vassallaggi, attraversando pestilenze decennali, che sfiguravano temporaneamente la nostra specie, fino alle scoperte che i minerali combusti e raffinati potevano indurre la materia a lottare contro se stessa, a frizionare scaglie di energia, a sfamarci, per porre termine allo spettro della penuria, per sedare il sisma dei nostri metabolismi. Elaborammo virtù, individuammo i vizi. Trascinammo una storia colossale. Erigemmo ciminiere, le convertimmo in archeologia industriale. Giungemmo esausti a un tempo privo apparentemente di senso, pronti ad auscultare i battiti della fame, quella violenza impostaci dai nostri metabolismi, che tante volte ci aveva trascinato oltre gli ostacoli. Abbiamo raffinato fino all'immaterialità i nostri metabolismi, congiungendoli con l'occulta supersottile sostanza dello spazio neutro. Mediante queste tecniche di magia noi sogniamo di abbandonare il pianeta, di erigere colonnati dorici sul suolo rosso del prossimo pianeta che abiteremo. Raffineremo le tecniche a punti impensabili, partendo dalla natura fossile di questi guardrail incrostati, partendo dalla mente prensile, dai lobi cerebrali opponibili di quest'uomo infossato a mezzobusto nella sua auto, che si dirige ombroso e letale verso il suo destino, in forma di regicida.