giovedì 2 maggio 2019

Cari amici del chi se ne frega

Cari amici del chi se ne frega, cari amici del chi se ne fregherà. E amiche.
Questo blog è ormai un'altalena zoppa che non vuole comunque essere abbandonata al parchetto là ad oscillare sola e arrugginita in mezzo a ciò che rimane dei tossici dei giardinetti classici anni 80.
Ricordo altalene pericolosissime.
Ho deciso che il blog è in stato di non abbandono ma di grande trascuratezza, non ci vengo più nemmeno io a guardar cosa succede.
Però oggi che è febbraio ho deciso anche di riaggiornarne alcuni pezzetti. Dunque modifico come un hacker la data di pubblicazione di questo che sto scrivendo adesso, che scrivo in realtà nel febbraio 2020. Rendo questo post qualcosa di più post, di ancor più passato, visto che si può, e dopo ci metto quei due o tre punti fondamentali di ciò che mi ha circondato e che ho fatto fuoriuscire io, nella mia protervia, nella mia indolenza, nel mio non saper né leggere né scrivere e in tutti quei limiti e sfaccettature che mi rendono piuttosto umano, debbo dir, e pigro, e pieno di energie

Dedicandomi dunque sempre alla letteratura come scorribanda, letteratura come valanga, letteratura come grande capitombolo scomposto ecco un tentativo di ripresa del senso statale di Stato nel senso statale di rendere conto del proprio operato.