lunedì 30 aprile 2012

SULL’ARRESTO DI MIKE WELLS

SULL’ARRESTO DI MIKE WELLS

28.04.2012 - London

I fatti sono confusi e concitati, oltre alla difficoltà linguistica di seguire un caso in tribunale.

Mike era Leyton Marshes, come spesso ultimamente, in cerca di immagini per un film d’inchiesta dal titolo “Olympics make me sad”.

Leyton marshes è un parco, non lontano da Stratford, centro delle olimpiadi, dove stanno costruendo un campo da basket, un campo d’allenamento.

Voci dicono che sia un campo d’addestramento dedicato alla nazionale USA di Basket (Nba).

La demolizione del verde pubblico è il motivo delle proteste in quest’area, portate avanti in larga scala dagli abitanti della zona e da certe aree del movimento Occupy, oltre che monitorate da giornalisti.

Dopo un insulto, ci sarebbe stata una rissa, e la polizia avrebbe portato via Mike dopo averlo arrestato.

Nella giornata di Venerdi si cercano notizie per capire dove sia detenuto, il suo telefono suona, ma non risponde a nessuno.

Leyton Police Station, e la vicina custodia, un edificio dove ci rechiamo insieme a Julian, nel tardo pomeriggio e dove incontriamo Sacha Andrews, un’altra giornalista, che riesce a ottenere informazioni sul tribunale dove Mike Wells avrà il primo giudizio in tribunale.

Thames Majesty Court in Bow Road, su mile end, la mattina del sabato.

Entra in aula il giudice, prima di Mike, assistiamo a una serie di imputati per reati minori:

stalking su un ex marito, prostituzione, spaccio di droga, furto di un Iphone, furto di 2 bottiglie di
whisky da un supermercato Tesco, frode nei confronti di un ospedale.

All’ingresso di Mike in aula, che si dichiara non – colpevole, il giudice trova da ridire con la compilazione della pratica da parte dell’avvocato, dice che mancano informazioni nella parte dei testimoni, e rimanda Mike “downstairs”, facendo passare avanti altri casi.

Entrano un altro paio di imputati che non richiedono grandi spiegazioni.

Mike Wells viene di nuovo chiamato in aula. L’avvocato definito “Solicitor” non sembra conoscere al meglio la situazione. Pertanto il giudice decide seccamente di rinviare di una settimana il caso, ascoltando anche un'altra figura, che pare appartenere alla parte dello stato e che solleva per Mike il reato di insulto, assalto e passate partecipazioni a manifestazioni.

Il fatto che un professionista, un essere umano, un giornalista, residente nell’area, venga arrestato e tenuto in custodia per 8 notti, è un fatto inaudito e inaccettabile in una democrazia occidentale.

È il momento di scoprire quali sono le legislazioni speciali approntate per le olimpiadi, e svelare al mondo i meccanismi dello stato autoritario che proclama la felicità in base agli sponsor.

Enrico Masi

www.Caucaso.info

www.thegoldentemple.info

giovedì 26 aprile 2012

LibrInnovando


27 28 Aprile Tor Vergata - Roma, dài lo sanno tutti dov'è Tor Vergata

domenica 22 aprile 2012

Gianni Miraglia col corso - Buona Disoccupazione


Gianni Miraglia, Disegno di Karin Kellner
Ho anche tirato giù le lezioni per lo IED, il cui tema è “No Future”: gli organizzatori non sapevano che fossi in cerca del cosiddetto futuro. Bene, perché voglio costruire una macchina del karma, alimentata dalla potenza narrativa degli studenti. Niente da insegnare, ma solo trascinare, i corsi di scrittura creativa sono un ossimoro, se intesi come metodo ed esercizi schematici. Ci deve essere un’esigenza senza parole, per spogliarci dei simboli che non abbiamo scelto e ridefinirli: avere qualcosa da dire, il linguaggio nasce dalle viscere e non da percorsi prestabiliti. Cercherò di parlare, di balbettare e contraddirmi, di mettere a nudo le mie incertezze, senza format e regole. Perché i ragazzi vanno sempre liberati, anche il mio piccolo imperatore interiore. 
preso da Rolling Stone qui
qui tutti i capitoli
Gianni Miraglia ci piace molto!

giovedì 19 aprile 2012

Lilly and the noise collective @ Hula Hop Club

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQszCf4ryzKTVcxg_YO_DKlXgBIC2Vupy7jDL3WTjXCp84oirLceEymXsDfc0CTZqMDiBNO6qk5CdjgWOJGKbnXpxg3ycO9EGfGrxx3rpqcqbpesX_FrdgNUnI2LNIVLo3nuWQJ5y_Km_z/s1600/locandina-web.jpg

Guardia del corpo forestale

In Casa Editrice Gigante c'è una vecchia guardia del corpo forestale prossima alla pensione. Max, si chiama.
Da una parte è contento ma dall'altra gli dispiace lasciare il suo amico albero ficus benjamin che per tanti anni ha goduto della sua protezione, quotidianamente, otto ore, tutt'attorno al vaso, nel grande cortile interno del palazzo gigante.
Controlla tutti quelli che passano, la guardia del corpo forestale, non saluta nessuno e controlla tutti con sospetto ma soprattutto controlla che il suo amico albero ficus benjamin non prenda fuoco.
Basti pensare che se fumi, ad esempio, per Max sei un potenziale piromane.
E anche se non fumi: Max sa benissimo quanto sia facile procurarsi un accendino.
Io odio Max.
Sapendo che, una volta in pensione, Max non verrà sostituito da nessuno per via dei tagli alle spese aziendali si ritrova ad essere molto preoccupato - poveretto, è un vecchietto - per l'avvenire del suo amico albero ficus benjamin. Gli hanno detto che anche per l'albero è importante sentirsi libero e crescere da solo, affidarsi totalmente alle proprie radici ma Max no, dice che lui rimarrà lì, anche una volta in pensione, rimarrà a difendere il suo amico albero.
Lo odio.
Quel vecchio Max è quasi da ammirare per la sua ostinata ingenuità e fa sorridere il suo incaponirsi nel proteggere un albero. Quasi tenerezza. Allo atesso tempo, ok, è vero che lo odio ma, in fondo, fa quasi tenerezza questo suo voler difendere a tutti i costi un albero in un vaso, insomma, fa tenerezza sì, ma quel che è importante, comunque, è che sono tranquillo perché lo sappiamo tutti - e lo so anch'io - quanto sia facile procurarsi un accendino.

martedì 17 aprile 2012

Ultimo Scarto - Annuario Malicuvata @ Vapian BO


I Malicuvati hanno fatto l'annuario del 2011. Dentro ci sono dei bei caratteristi e rappresentanti di questa contemporaneità. Questa sera al Vapian del Pratello faranno una lettura. Alé!

| ultimo scarto: poesia – annuario 2011 a cura di casa lettrice malicuvata: I disamorati del mondo appartengono certamente alla specie più temibile perché per loro tutto è equivalente e al ribasso, basta si spengano le luci in sala e i riflettori si direzionino unicamente verso il loro falso sé; parole o atti poco importano, la relazione con il circostante è mossa solo da bisogni. Da disamore appunto. Le poesie di seguito non hanno un intento pedagogico né terapeutico ma hanno molto da dirci affinché la nostra attenzione sulla parola possa restare alta. E siccome l’attenzione è legata alla generosità, si potrà facilmente dedurre che stare ad occhi aperti davanti alla parola sarà in grado di determinare una forma d’amore nei confronti delle differenze, del mondo e di ciò che circonda la visione. La poesia dovrebbe fare arretrare quel mortifero narcisismo e abitare il senso della luce e dell’ombra. Stare lì appesa non come un esercizio onanistico e sterile ma come capacità di entrare in relazione (è evidente che qui si chiama relazione quel che non deve essere scambiato per socialità). Così, nel desiderio di dire la poesia si apre la raccolta che ospita immagini e modi di stare al mondo molto diversi e non per questo slegati tra loro. [dalla prefazione di Alessandra Pigliaru]

Download in pdf: http://bit.ly/annuario011malicuvata
No te cases con el que te regala flores... ¡cásate con el que te regale un Iglú de libros!
Miler Lagos.

Oppure non casarte proprio se non con la gigante.

domenica 15 aprile 2012

Loro Dentro

Proiezione del documentario "Loro dentro" di Cristina Oddone
Martedì 17 aprile ore 18.00
CINEMA SIVORI – salita Santa Caterina 12 - Genova

venerdì 13 aprile 2012

giovedì 5 aprile 2012

Anche Oggi

Era per Alice Baum e invece poi chissà. L'illustrazione è dei Brochendors Brothers. Basta.
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    Arrivare a casa è normale per molti e anch'io oggi, anche oggi, arrivo. Tolgo vestiti pantaloni calzini a comando, una danza della noia che conosco bene, in equilibrio prima su un piede poi sull'altro facendo attenzione a non svegliare Sara che già dorme, chissà da quanto dorme con i suoi narcolettici da supermercato del buon vivere. Il letto sembra un ritorno, sempre ad aspettarmi e a chiedermi dove sono stato, che m'imbarazzerebbe rispondere “a lavorare”.
    Sara nel sonno si gira dall'altro lato. Al buio mi sdraio e mi infilo sotto le coperte, le uniche certezze degli ultimi anni. Mi metto su un fianco ma sento il ticchettio dell'orologio ancora al polso. Accendo l'abat-jour per toglierlo e nel farlo vedo uno strato marcescente di pelle che rimane attaccato al cinturino; mi stavo dimenticando che sono in continua decomposizione.
    Cerco di arginare lo strappo tenendo premuto il gelatinoso lembo di pelle perché non rimanga attaccato all'orologio, anche se una parte ormai è andata. La ferita è marcia e puzza ma in fondo è una putrefazione alla quale sono abituato, affezionato direi quasi. Alla fine riesco a toglierlo, si tratta di un piccolo squarcio e non si vede l'osso però rimangono tutti quei lembi rivoltati verso l'esterno, a ricordarmi che il processo è inarrestabile. Per un attimo il pensiero di quel costante consumarmi mi infastidisce, sento un vuoto espandermisi dentro il torace. Me ne rendo conto: a me non importa come sto finendo, domani l'orologio tornerà a coprire tutto e fino alla fine della giornata lo squarcio rimarrà seppellito sotto quel dispotico misuratore di tempo.
    Mi sistemo sotto le coperte, prima di spegnere la luce alzo le lenzuola e guardo la schiena nuda di Sara. Lei sembrerebbe non marcire mai. Spengo la luce, ecco sì, adesso m'addormento, chissà domani, chissà chi sarà il primo a cui dirò buongiorno.

martedì 3 aprile 2012

Caucaso Factory - The Golden Temple @ VAG61

link

Presentazione del film THE GOLDEN TEMPLE di Enrico Masi, prodotto da Caucaso Factory. Un’odissea umana nel capitalismo più disperato e potente, l’ultimo. Le prossime olimpiadi di Londra si offrono come specchio del contemporaneo e come indagine sull’horror vacui che hanno generato. Un film sull’esodo forzato di una comunità proveniente da tutto il mondo, che si è inventata una cittadinanza che ora vede strapparsi da sotto gli occhi con violenza, da un processo che chiamano “regeneration”, che trova il suo apice in Westfield: il centro commerciale più grande d’Europa, nonché l’ingresso obbligato per il villaggio Olimpico.