venerdì 28 maggio 2010

Volevamo dire

La Casa Editrice Gigante, con gioa e massachussets, posta questo post per celebrare la mittica Matilde di amilanononfafreddo, vincitrice del premio subway con il racconto "La cavalleria".

Qui la dichiarazione al tg nazionale:

"è che io ho vinto questa cosa qui. e adesso mi mettono in tutte le metropolitane del regno, come gli estintori e i topi. e quindi sono un po' felice."

Alè!

giovedì 27 maggio 2010

Quel tranquillone di Burroughs

Dopo l'intervista esclusiva a noi rilasciata (vivamente consigliata da Pino Insegno), e il breve commento sui corsi di scrittura creativa, ecco una teoria generale sulla Parola di W.S. Burroughs.

Il libro è questo:










prestatoci da Paolo che ha deciso di dimenticarsene e di lasciarlo alla comunità insieme a quell'altro libro di Herzog, il regista.



"La mia teoria generale fin dal 1971 è stata che la Parola è letteralmente un virus, e che non è riconosciuta come tale solo perché ha raggiunto uno stato di relativamente s
tabile simbiosi con il suo ospite umano; vale a dire, il Virus Parola (l'Altra Metà) si è imposto così saldamente come parte accettata dell'organismo umano da poter sghignazzare dietro ai virus gangster come la varicella e spedirli all'istituto Pasteur. Ma la Parola porta chiaramente l'unica caratteristica di identità del virus: è un organismo senza altra funzione interna che quella di replicare se stesso."

sabato 22 maggio 2010

Romanzi d'amore - Ashkan Honarvar

C'era uno scrittore che scriveva romanzi d'amore molto smelensi e sdolcinati che quando li finivi poi dopo ti succedeva tipo così:
O tipo così:

Ma in realtà è colpa di Ashkan Honarvar, peggio per lui.

mercoledì 19 maggio 2010

Gli scrittori senza nome ( Without name in inglese ma comunque ad esempio sarebbe Wu Ming in cinese, ad esempio)

Erano i senza nome in cinese. Erano sempre stati in 5 numerandosi per ordine alfabetico. Abbabba era il SenzaNome1, Durdelli il SenzaNome2, Merloffi il SenzaNome3, Quartini il SenzaNome4 e Zuzzuzzu il SenzaNome5.
Un giorno Quartini vide Merloffi alla finestra pensieroso. "Che succede?" gli chiese "Sembra che Durdelli se ne voglia andare," rispose il Merloffi "cosa facciamo adesso? Ci teniamo i nostri numeri oppure andiamo a scalare? Mi ero affezionato al 3, non voglio sostituire il 2 di Durdelli, quell'infame.", "Accipicchia non avevo pensato a quest'evenienza. Dovremo organizzare una riunione per decidere il da farsi" disse il Quartini appoggiandosi anche lui alla finestra e guardando il traffico nella notte.
L'incrocio era deserto, inesplorato. Solo una macchina ferma al semaforo aspettava il verde, per via delle telecamere.

Questo post è dedicatamente delicato a Masa: Ciao Masa grazie per il tuo prezioso spunto, non volevo rubarti l'idea di loro che fanno una riunione per decidere il come fare ma ormai l'ho fatto perché sono cattivo. Spero che tu non te ne abbia (se si può dire che te ne abbia).

domenica 16 maggio 2010

DonDelilliamoci (Don Delillo)


In Mao II (1991) c'è 'sta tizia che fa le foto agli scrittori di tutto il mondo e lui se ne sta rintanato in un posto che quasi nessuno sa.
Dialogo tra i due:

" - C'è un curioso nodo che lega i romanzieri e i terroristi. In Occidente noi diventiamo effigi famose mentre i nostri libri perdono il potere di formare e di influenzare. Chiedi mai ai tuoi scrittori che cosa ne pensano di questo? Anni fa credevo ancora che fosse possibile per un romanziere alterare la vita interiore della cultura. Adesso si sono impadroniti di quel territorio i fabbricanti di bombe e i terroristi. Ormai fanno delle vere e proprie incursioni nella coscienza umana. Era quanto solevano fare gli scrittori prima di essere mercificati.
- Continua, mi piace la tua rabbia.
- Ma tutto questo lo sai benissimo. È il motivo per cui fai milioni di chilometri per fotografare gli scrittori. Perché stiamo cedendo il passo al terrore, ai notiziari del terrore, a registratori e telecamere, alle radio, alle bombe nascoste nelle radio. Le notizie dei disastri sono l'unica narrativa di cui la gente ha bisogno. Più sono cupe le notizie, più è grandiosa la narrativa. I notiziari sono l'ultima forma di assuefazione prima... di cosa? Non lo so. Ma tu sei furba a intrappolarci nella tua macchina fotografica prima che scompariamo.
- Sono io quella che stanno tentando di uccidere. Te ne stai seduto in una stanza a formulare teorie.
- Metteteci in un museo e fate pagare il biglietto."

martedì 11 maggio 2010

IN QUALE SPAZZATURA?


Non era mai stato fatto di pubblicare un racconto scritto molti anni fa da pippoh, uno dei maggiori esponenti della Casa Editrice Gigante. L'illustrazione è di robbe.
Ci han fatto un libretto con 8 racconti una volta

IN QUALE SPAZZATURA?

- Guardati negli occhi, si disse.
Ma come avrebbe potuto da sdraiato su un lato e in quello stato.
Come avrebbe potuto.
La giornata, fuori, era stupenda, da fiori e uccellini, sole e inseguimenti tra lucertole in calore.
Un perfetto silenzio regnava nella stanzetta di quell’uomo, disturbato solo dal grande ronzio che si portava in testa e dalla probabile serenità di quella giornata di sole in disaccordo con il suo umore.
E’ un rumore costante, interrotto da casuali sensi di colpa, obblighi, è giovedì, impegni mai mantenuti, roba a cui pensare e insomma, almeno avrebbe dovuto aprire la porta dallo schifo di odore lasciato accumulare alla notte durante il giorno.
Si alzò, aprì la porta della sua stanza, nessuno in casa, si ributtò sul letto.
Pancia in giù.
Dall’altra stanza, la saletta da finestra spalancata, entrò un uccellino confuso e impaurito che in un paio di sbatter d’ali era già sbattuto contro il muro.
L’uomo sdraiato avvertì la presenza di un qualcosa, forse un uccellino pensò, sarà confuso, impaurito.
Aspettò di sentire ancora un suono, una conferma, un piopio.
- Piopio, sentì venire dall’altra stanza.
Era vero, un uccellino aveva bisogno d’aiuto.
- Piopio, un uccellino probabilmente con un ala ferita.
Fece per alzarsi.
Con la faccia in giù ancora spiantata sul materasso puntò le braccia come per fare una flessione di quelle da palestra.
Pensò a cosa pensare.
Pensò che quell’uccello avrebbe potuto essere quel corvaccio del malaugurio, quello di Poe.
Si fermò.
Ohibò pensò.
Fu così che il pigolare dell’uccellino, lentamente, da un innocente e disperato piopio, passando per un divertente padrepio, si trasformò in un urlato è giovedì è giovedì.
Fu così.
L’uomo sdraiato decise che per il momento sarebbe stato meglio tentare di riaddormentarsi.
Ci riuscì.
Il risveglio successivo aveva accumulato abbastanza coraggio da permettergli di alzarsi da letto affrontare la realtà ma, soprattutto e finalmente, pisciare.
Andò in cucina a bere acqua e sorseggiando gli venne in mente l’uccellino.
Lo vide in saletta a terra, qualche piuma intorno al corpo immobile, corpo probabilmente morto.
Anzi a ben vedere proprio squarciato dalle unghie di un animale con le unghie.
-Gatto, pensò, - abbiamo un gatto?
L’uomo sdraiato non avrebbe mai potuto levarsi questo dubbio, aveva mai avuto un gatto in casa?
Subito dopo si chiese se avrebbe dovuto mettere il corpicino in un sacchetto a parte oppure se sarebbe bastato buttarlo direttamente nella spazzatura insieme alle altre cose.


Editori Puri

L'amministratore delegato CEO parlava chiaro: non ci sono più editori puri, bisogna mettere più sesso.

CEO: Ma non il solito sesso! Ci hanno stufato le segretarie da sottoscrivania, con le ginocchiere e l'elmetto. Bisogna stupire, creare qualcosa d'innovativo veramente da pervertiti. Forse so cosa. Chiamatemi l'art director che gli spiego il da farsi.

Art director: Buongiorno CEO

CEO: Non ci sono più gli editori puri, possiamo approfittarne. Mettiamo più sesso.

Art director: Ma così ci adeguiamo al mainstream, al correntone plebaglio.

CEO: È proprio quel che vogliamo.

Art Director: e la diffusione della cultura?

CEO: È proprio quel che vogliamo.

Art Director: Dunque?

CEO: Ci vuole più sesso ma che sia qualcosa di veramente innovativo: prendiamo una pornostar e la facciamo scopare con un cavallo.

Art Director: Con un cavallo? Dovrei documentarmi ma credo sia già stato fatto.

CEO: E lei cosa ne sa?

Art Director: Beh, non ne sono sicuro, dovrei documentarmi

L'Art Director si presentò dopo poche ore con il pornomateriale da presentare al Gran CEO.

CEO: Lei è un porco. Non le bastavano i materiali osè sempre aggiornatissimi dei giornali massimi punti di riferimento dell'informazione del Paese? Può considerarsi licenziato continuando a non prendere lo stipendio. Arrivederci.

Portatemi il cavallo.

E portate via questa segretaria con le ginocchiere e l'elmetto.





In foto: l'ultimo editore puro

domenica 9 maggio 2010

L'Immaginazione al dovere


Il piatto è in tavola. 40 autori da tutte le parti d’Italia per 120 paginone di letteratura, fumetti, foto, disegni, prontuari per la pesca all’aspetto, ricette di cucina underground, pulzelle, pollastri, e chi più ne ha ce l’ha già messo. Ora va visto se avete palati abbastanza forti. La rivista arriverà sulle vostre tavole a poco a poco, giusto il tempo di persuadervi ad aprirci il portone. Nel frattempo per i più affamati c’è sempre l’emailcollettivomensa@yahoo.it per richiedere il numerone grazie al servizio Collettivomensa Taxi con tanto di motorino gestito dalle Poste Italiane di rinomata efficenza. Non esitate, spalancate le fauci a (in ordine alfabetico al contrario del nome, fratto la radice quadrata di due):
Walter Giordano, Vanni Santoni, Valerio Aiuti, Tuono Pettinato, Squaz, Simone Nigraz Pontieri, Simone Lucciola, Simone Cortese, Silvio Giordano, Sara Pavan, Rocco Lombardi, Riccardo Mannelli, Pino Casamassima, Peppe Fiore, Pentolino, Matteo Salimbeni, Massimo Pasca, Marco Purè, Marco Margarito, Marco Corona, Maicol e Mirco, Luca Batoni, Laura Giardino, Jacopo Nacci, Ivan Manuppelli, Isabella Nazzarri, Iacopo Barison, Gregorio Magini, Giulio Giordano, Giorgio Vasta, Gianni Solla, Francesco D’Isa, Francesco Cattani, Elena Rapa, Edoardo Olmi, Dottor Pira, Davide Reviati, Davide Garota, Claudia Ragusa e Andrea Coffami.
http://collettivomensa.wordpress.com/

sabato 1 maggio 2010

Un Tondelli politico


"Che cosa sta facendo questo vecchio, decrepito continente al Terzo Mondo? Questo popolo di pirati e di beoni rissosi alle sue ex colonie, ai suoi ex sudditi, a chi ha piegato con la frusta e la violenza dopo averlo depredato e sfruttato? Con quale ipocrisia l'europeo impone regole e comportamenti come se i valori fossero ancora dell'Occidente quando invece tutto dimostra il contrario? Qual'è la ragione per cui da ogni angolo del mondo i più disgraziati, i più poveri, i reietti della storia, le valanghe di straccioni, le orde di pezzenti e di mendicanti invadono le
città dovendo addirittura scimmiottare, per integrarsi, di essere educati, perbenisti, ipocriti come tutta intera la middle class europea? Come non provare una immensa, profonda, proprio interiore vergogna nel vedere gli occhi del ragazzo indiano con la sua giubbetta McDonalds steso sul letto nel tentativo di recuperare qualche ora di sonno fra un turno e l'altro? Il risultato, pensa Leo, è che ci stiamo contendendo le città palmo a palmo con i poveri. E lui può già vedere la vecchia e malata Europa, con tutta la sua grandeur e la sua cultura e la sua boria, il suo tè delle cinque e le sue cerimonie accademiche, abolita, occupata, conquistata dalle masse dei più miseri, dei più affamati, dei più sfruttati. Sarà la loro guerra. I poveri si vendicheranno seminando figli ovunque, riproducendosi a raffica come il crepitio delle mitragliatrici, occupando ogni postazione con i propri cadaveri, usando se stessi come forza di sfondamento. Vinceranno, e di loro, evangelicamente, sarà la terra."


Da "Camere separate".