sabato 31 marzo 2012

Banlieue 11 - presentazione. oggi.

Grande attesa per la presentazione di Banlieue n.11, speciale "Madre: Quella Puttana", di cui potete già ammirare il disegno di copertina di Stefano David.

L'evento è previsto per domani Sabato 31 marzo, dalle 21.30 fino a chiusura, al Frida Cafè, via Pollaiuolo 3, Milano zona Isola.

Come al solito illustrazioni, poesie e racconti a tema. In uno esclusivo, di Cosimo Piediscalzi, una madre obesa decide di soffocare il figlio adolescente sedendocisi sopra.

Poi la rubrica ANA - GIRLS ( I conati del tempo), tenuta da un'anoressica; La parola al fattore, tenuta da un allevatore di vacche da latte di Locate Triulzi; il diario intimo di Renzo Bossi, ovvero IL TROTA RACCONTA... una lettera della redazione con riflessioni su come l'uomo moderno sia castrato dalla PROIBIZIONE DELL'INCESTO e infine Mai nati per Caso, nella quale due amiche di Facebook di Banlieue hanno deciso di abortire. A loro insaputa.

Si ricorda che grazie ad una particolare convenzione con alcuni produttori di pellame, per ogni copia distribuita di Banlieue verrà disboscato un ettaro di foresta pluviale dell'Amazzonia. Per ogni copia che resterà in magazzino invece, nel villaggio di Conde, in Brasile, un bambino verrà tenuto a digiuno per diverse ore. Con buone probabilità questo bambino sarà uno dei figli di Don Luigi Verzé.

Banlieue è la consacrazione dell'aberrante che ci circonda.

Non mancate

venerdì 30 marzo 2012

Rivista Malingut

Non sappiamo bene cosa succeda lì dentro però è sempre bello


Malingut: Rivista cartacea & digitale, bimestrale, gratuita, di poesia e narrativa illustrata, auto-prodotta da giovani sfaccendati, colmi di belle speranze e brutte abitudini.

qui i pdf:

qui il blog:

mercoledì 28 marzo 2012

Corso di scrittura - D. Sedaris

   Se interpellati, quei ragazzi erano in grado di raccontare aneddoti divertenti e appassionanti sulle loro vite, ma il fatto di metterli su carta era vissuto più come un compito ingrato che un'aspirazione. Per quanto mi riguardava, se i miei allievi erano disposti a fingere che ero un insegnante, il minimo che potessi fare era restituire il favore e fingere che loro fossero scrittori. Anche quando qualcuno usava il suo vero nome e raccontava, per esempio, di un appuntamento dal dentista, io accoglievo il testo come pure fiction, e dicevo: "Allora, Dean, raccontaci, come hai inventato questo personaggio?".
   A quel punto lo studente borbottava qualcosa, indicandosi il batuffolo di cotone insanguinato infilato contro la gengiva gonfia, e io gli chiedevo: "Quando hai deciso che il tuo personaggio avrebbe dovuto fare qualcosa per il suo molare incuneato?". Domande simili permettevano agli autori di sentirsi creativi, e proteggevano chiunque avesse opinioni politiche impopolari.
   "Mi faccia capire" disse un giorno uno studente. "Lei sostiene che se io dico una cosa ad alta voce sono semplicemente io che la dico, mentre se la stessa cosa la scrivo su un foglio di carta è come se la dicesse qualcun altro, è così?"
   "Esatto" risposi. "E in questo caso la chiamiamo fiction."
   Lo studente tirò fuori il suo quadernone, scribacchiò qualcosa e mi porse un foglio con su scritto: "Questa è la più grande cazzata che abbia mai sentito in vita mia".
   Era una classe di gente sveglia.

Dal racconto "La curva dell'apprendimento" di David Sedaris
dalla raccolta "Me parlare bello un giorno"
dalla traduzione di Matteo Colombo
dalle Edizioni Mandodari

lunedì 26 marzo 2012

Banlieue 11

Praticamente in anteprima mondiale, ci ha preceduto solamente il noto socialnetwork facebook, siamo lieti di pubblicare la copertina del prossimo Banlieue il cui tema sarà:

Madre: quella puttana.


mercoledì 21 marzo 2012

In realtà è più un mix tra gary cooper e marlon brando

Eravamo tutti lì: chi spostava il mouse, chi schiacciava i tasti diversi della tastiera, uno dopo l'altro, qualcuno aveva pure il telefono in mano, non telefonava però ci faceva delle cose anche lui, con il telefono, senza telefonare faceva cose serie e quindi eravamo tranquilli che da fuori si vedeva che stavamo facendo cose serie.
Quindi arriva, vestito bene, il figlio del capo del direttore, ci avevano avvertito che sarebbe arrivato il figlio del capo del direttore, aveva uno specchio con sé, cioè, lo specchio era piuttosto gigante e allora glielo tenevano due persone vestite male. Quindi il figlio del capo del direttore aveva con sé uno specchio e due persone vestite male che gli tenevano lo specchio.
Si è fermato lì in mezzo e guardandosi riflesso si è messo a dire praticamente una poesia (ad alta voce e in corsivo e in grassetto):

A volte sono proprio affascinante,
cioè,
quando mi metto così,
con il sopracciglio in questo modo,
mi viene uno sguardo affascinante
che non è preso dai film
è uno sguardo affascinante ma personale,
che faccio io.

Alla gary cooper:
anche lui,
come me,
aveva quel suo sguardo,
personale,
come il mio.

Poi il figlio del capo del direttore se ne è andato lasciando specchio e uomini vestiti male lì in mezzo.
Abbiamo poi pensato che in realtà è più un mix tra gary cooper e marlon brando.

lunedì 19 marzo 2012

I nomi | la televisione | DeLillo |


    Più tardi telefonò mio padre.
    "Che ore sono lì?", disse.
    Parlammo dell'orario, del tempo. Aveva ricevuto una lettera da Tap ed una cartolina da Kathryn. Sul bordo della cartolina, mi disse, c'era questa frase: Nessun albero è stato abbattuto per fare questa cartolina. Ciò lo aveva infastidito. Tipicamente Kathryn, disse. Quasi tutta la sua rabbia aveva origine dalla televisione. Tutto quel crimine, la violenza, la viltà politica, gli imbrogli del governo, tutta quella moderatezza, quella pusillanimità ufficiale, lo faceva soffrire, piegare su se stesso come una palla furiosa, un feto di rabbia pura. Il telegiornale delle sei, delle sette, delle undici. Se ne stava lì seduto a collezionarli piegato in due col suo budino di tapioca. L'apparecchio televisivo era una macchina creatrice di rabbia che agiva su di lui ininterrottamente, dandogli scopo e direzione, in un certo senso ingrandendolo, riempiendolo di una rabbia universale, un enorme rancore e un'irritazione impettita.

    "Ce le hanno le corsie stradali col pagamento automatico del pedaggio? mi gridò nelle orecchie."

Da "I nomi" Don DeLillo - le edizioni sono quelle amabilmente bislacche: Tullio Pironti Editore. La traduzione è di Amalia Pistilli

giovedì 15 marzo 2012

Come cominciare un discorso lungo

Innanzitutto vorrei cominciare con qualcosa da dire, di dovuto, una forma di cortesia e buona educazione che, nonostante avanzi a vista d'occhio una sorta di deformalizzazione dei riti sociali, questa che, con un po' di testardaggine, vado a proporvi, rimarrà una microritualità difficilmente estirpabile dall'indole umana, perché, e qui necessito di una premessa, non sono uno di quelli legati alle vecchie abitudini e alle belle maniere; non sono un moralista attaccato ai valori di una volta, tutto passato e niente futuro, assolutamente voglio distaccarmi da questi figure nostalgiche di una società ancorata a preconcetti arrugginiti e, non me ne vogliate, dannosi alla salute. Semplicemente ringrazio per avermi invitato qui a dibattere in merito all'argomento di cui andrò a breve accennando sperando di dilungarmi il meno possibile nei meandri dei miei vizi speculativi di riflessione come in questo caso che, appunto, in realtà, innanzitutto, volevo dire, anche se mi sono un poco perso dietro alla paura di apparire vecchio, reazionario addirittura, volevo dire, appunto, cominciare il discorso, appunto, con:
Buonasera.

martedì 13 marzo 2012

Marco Montanaro

dunque,
se ricevi questa mail è perché devo comunicarti il titolo del mio terzo libro
che è Il corpo estraneo
e allora
qui c'è il booktrailer:

qui invece la scheda del libro sul sito dell'editore Caratteri Mobili:
http://www.caratterimobili.it/caratterimobili/?p=2620

e se non ne hai abbastanza, qui c'è il libro come lo spiego io,
al di là di quarte di copertina, recensioni, schede, ecc.:
http://malesangue.com/2012/03/12/il-corpo-estraneo-ricapitombolare-o-linvolontaria-trilogia-del-niente/

grazie per l'attenzione.
un abbraccio
m

e che dio me la mandi

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marco montanaro
«Oh, questa cruda, cruda vita! andrebbe ancora un po' bollita!»

pezzi lunghi e falsi: malesangue
pezzi corti e veri: sangue dal caso

martedì 6 marzo 2012

PALI DELLA LUCE


Serigrafie qua e là!
By INUIT