lunedì 19 marzo 2012

I nomi | la televisione | DeLillo |


    Più tardi telefonò mio padre.
    "Che ore sono lì?", disse.
    Parlammo dell'orario, del tempo. Aveva ricevuto una lettera da Tap ed una cartolina da Kathryn. Sul bordo della cartolina, mi disse, c'era questa frase: Nessun albero è stato abbattuto per fare questa cartolina. Ciò lo aveva infastidito. Tipicamente Kathryn, disse. Quasi tutta la sua rabbia aveva origine dalla televisione. Tutto quel crimine, la violenza, la viltà politica, gli imbrogli del governo, tutta quella moderatezza, quella pusillanimità ufficiale, lo faceva soffrire, piegare su se stesso come una palla furiosa, un feto di rabbia pura. Il telegiornale delle sei, delle sette, delle undici. Se ne stava lì seduto a collezionarli piegato in due col suo budino di tapioca. L'apparecchio televisivo era una macchina creatrice di rabbia che agiva su di lui ininterrottamente, dandogli scopo e direzione, in un certo senso ingrandendolo, riempiendolo di una rabbia universale, un enorme rancore e un'irritazione impettita.

    "Ce le hanno le corsie stradali col pagamento automatico del pedaggio? mi gridò nelle orecchie."

Da "I nomi" Don DeLillo - le edizioni sono quelle amabilmente bislacche: Tullio Pironti Editore. La traduzione è di Amalia Pistilli

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