mercoledì 5 ottobre 2011

Chiuso ametà di decimo cirenaica


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La cena è quasi pronta

   Svetlana dice che sono troppo controllato, Dario che mi piace circondarmi di donne, Nadia che sono un seduttore, Luisanna che ho un brutto rapporto con le donne, Michele che sono troppo complicato, Carlo che gli faccio venire l’ansia, Ugone che sono arrogante e presuntuoso, Giorgia è da un anno che non mi chiede come stai, Cinzia da un mese, Vumo ha poco tempo da dedicare alla lettura, Josto adora il banditismo e arilena il noir mediterraneo; sento che Marilena ama viaggiare, e se Svetlana predilige le capitali europee, Dario preferisce il mare; Josto non lascerebbe mai la Sardegna, Ugone vorrebbe farsi un’altra crociera e Kristine conoscere finalmente l’interno della Sardegna; il periodo più bello per la Toscana è l’autunno; sempre l’autunno è il periodo migliore per indossare il gilet smanicato; gilet smanicato che va sopra una camicia a quadri e se i pantaloni sono di velluto è meglio – il golf si può giocare benissimo anche vestiti così. Il Golf Club Sa Tanca non ha nulla da invidiare alle diciotto buche di Is Molas a Pula. L’estate scorsa Ugone e Kristine non sono andati nemmeno una volta a Pula. Dario e Svetlana sono andati in pizzeria da Gualtiero e.
«E tu Decimo?»
«E io? Io mi sa che a Pula non ci sono mai stato.»

   La cena è quasi pronta, e anche noi siamo pronti a mettere in tavola tutta la nostra quotidianità e i soldi guadagnati, la casa e la macchina nuova con i sedili di pelle, i viaggi perché è bello viaggiare, i figli perché è bello avere figli, il televisore al plasma e il decoder ultimo modello, il calcio e di nuovo il lavoro che ti impegna fino a tarda notte, la casa, la macchina, i viaggi, i figli...
   Detesto l’essenzialità della cultura media che ha soppiantato quella che Pasolini definiva la grazia popolare. L’essenzialità che cavalchiamo, l’immediatezza dei nostri gesti, la velocità, ci portano a ignorare tutto ciò che richiede elaborazione. Rifuggiamo la comprensione della complessità, ma la maneggiamo ugualmente.
   (Infilo il coltello nella coscia e ce lo lascio qualche secondo, poi lo poggio sul dorso della mano. Se scotta, il maialetto è pronto.)

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