giovedì 12 marzo 2015

Alessandro Ansuini - Sognando Maria Callas

Alessandro Ansuini è mio amico.
Ci siamo un bel po' frequentati a Bologna.
Questo è il suo romanzo, "Sognando Maria Callas", è appena uscito per Meridiano Zero.
Non l'ho ancora letto, questa è solo una segnalazione.
"Bologna. Giorni d'oggi. Enea appartiene a un gruppo di giovani che, attraverso la loro casa di produzione indipendente, progetta di realizzare un lungometraggio in bianco e nero assieme a una vecchia icona pop caduta nel dimenticatoio. Nel succedersi di riunioni con sedicenti mecenati, feste e serate surreali, il protagonista attraversa la città in una deriva urbana che si snoda tanto nei 26 capitoli che compongono il romanzo quanto nelle 77 note a cui varie frasi ed espressioni rimandano, fino al sorprendente disvelamento finale, dove nell'ultima pagina scopriamo una prospettiva che ci vede costretti a rivalutare da capo, con stupore e incredulità, l'intera vicenda narrata."


2 commenti:

  1. Quale titolo più azzeccato, per un libro onirico, di: Sognando Maria Callas? Si, perché Sognando Maria Callas è come quei sogni che quando ti svegli senti che sono importanti, molto importanti, perché ti fanno sentire bene, come se qualcosa dentro si fosse aggiustato ma non sai spiegarti perché, non riesci a interpretarli e allora vuoi raccontarli a qualcuno, qualcuno più bravo di te che magari capisca i simboli nascosti nel sogno e ti sveli il mistero che senti che c’è, è lì, a portata di mano. Solo che non è facile raccontarlo, perché si sa, i sogni sfuggono alle definizioni, saltano da una cosa all’altra in maniera apparentemente sconclusionata anche se mentre sogni è tutto nomale, ha un senso. Ma non appena ti avventuri a raccontarlo, la logica sembra svanire… e allora racconti le parti ‘normali’, dici dove era ambientato il sogno: Bologna, e che c’era questo ragazzo, Enea, e i suoi amici… che vogliono fare un film. E poi ti riduci a raccontare i personaggi, un’attrice dallo strano carattere, una ragazza misteriosa, amici insoliti forse, e qualcuno ti chiede: perché insoliti? Che intendi? E tu dici: non lo so, è più una sensazione… e più lo racconti, più ti sembra di allontanarti dal senso profondo del sogno, senti che stai focalizzando la cosa sbagliata, che il sogno non era fatto di quello, ma di altro, del non detto, del sottointeso. Sai che c’è molto altro… ma non sai come dirlo, come farlo capire a chi ti ascolta… e vorresti portarlo nel tuo sogno, nelle sensazioni che il sogno ti ha lasciato appiccicate addosso come una seconda pelle.
    Tutto questo - e molto di più - è Sognando Maria Callas che, come il sogno nel sogno di Inception è fatto di due libri (e poi tre, quattro, cinque…) la storia e le note, e all’interno di ognuno, altri libri, altre storie, altri sogni, racconti, poesie, immagini. E’ un libro nel libro, e poi ancora più giù, in profondità dove, improvvisamente, ti ritrovi in altri paesaggi e non sai come ci sei arrivato ma non ti stupisci, proprio come nei sogni. A ogni livello una nuova esperienza, e proprio come in Inception, più ti addentri, più rischi di perderti e di non sapere dove sei, qual è la realtà, il libro originale, quello che stavi leggendo, che avevi iniziato a leggere... ammesso che davvero tu abbia iniziato a leggerlo e non stia solo… Sognando Maria Callas.

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    Risposte
    1. Sono d'accordo con te.
      A me dei sogni piace la sfuggevolezza, infatti non me li segno, non li racconto, li tengo lì.
      Ma d'altra parte anche la realtà è sfuggente e impossibile da descrivere...!
      E infatti in 'Sognando' la storia si fa storia vera, si sente che Alessandro, l'autore, ci sta accompagnando in una narrazione ma si sente anche che c'è di più, che si sta anche avendo a che fare con la bellezza dell'impalpabile...
      Son contento che mi hai fatto uscire queste cose da dire!

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