Qui veramente non so più cosa sto dicendo, ma esagerare, come al solito, esagerare mi sembra il minimo che possiamo fare:
https://www.artescienza.info/it/programma-it/
Blog di Filippo Balestra ma anche finta casa editrice. Online dal 1956
Non c'è una vera grafica ma c'è un programma fitto e serissimo e mi ci metto anch'io in mezzo e ragionerò su quel che starò ragionando in quel momento proveremo a dirci che in fondo certe cose il computer non le può fare, ad esempio certi tipi di errori, perché è facile inciampare apposta, quello anche il computer lo può fare, ma inciampare per davvero, e farsi male, siamo sicuri che il computer lo possa fare? E le brutte figure?
(ma in realtà non si parlerà di computer, si parlerà di parlare)
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IMPROVVISO TEATRO
Di Filippo Balestra, poeta performativo
Alla base c'è l'idea del costruire una casa su una frana mentre la frana frana, e cioè: costruire una frana. Improvvisare non si sa quand'è che abbiamo cominciato né quand'è che finiremo. Vivere è improvvisare, comprese le parole, che non si capisce bene in che modo vengano fuori. Certo è che alcune frasi sono frasi fatte, altre frasi sono frasi da fare o che si fanno mentre le si dicono e così capita di trovarsi lì meravigliandoci di qualcosa che non avremmo mai pensato di dire, e che invece abbiamo detto. Possibile sia proprio da queste parti che si nasconde il senso del tutto?
la parte più segreta è la lettura, pensavo, e pensavo alla lettura ad alta voce, che invece non è cosa segreta, mentre il leggere a mente, quello sì è segreto, il leggere la mente anche, pensavo, leggere il pensiero proprio, il proprio pensiero leggerlo, non è da tutti, molti pensano e basta, alcuni leggono il pensiero, a mente si leggono il proprio pensiero, e la scrittura è l'attivissima controparte semovente marciscente morta, questo gesto movimento d'azione scenica che va avanti si sposta sempre da qualche parte la scrittura, la scrittura si sposta e si sposta e sposta, a meno che non sia a mente, anche quella a mente sposta, la scrittura a mente è un'altra cosa ancora ma anche quella sposta, e comunque è un prendere appunti sulle cose del mondo intorno, e non ha a che fare per forza con la memoria, le pericolosissime forze della memoria, che insieme a questa cosa di leggere il pensiero sono due una cose devo dire a volte è anche interessante
qui il discorso deve essere altissimo mentre là può essere bassissimo o medio basso o basso abbastanza da essere insomma considerato basso mentre qui altissimo il discorso ed estemporaneo e altissimo e fatto come se non ci fosse il caso il momento è fuori dal tempo il discorso altissimo anche in quel senso ma anche bassissimo sempre in quel senso
ed estemporaneo
sicuramente deve essere estemporaneo il discorso senza accorgerci di averle dette certe cose non sta alla nostra voce il dire le cose ciò che diciamo non ci appartiene il principio base è il principio della dissociazione: all'associazione preferiamo la dissociazione, all'appartenenza preferiamo l'inappartenenza per non parlare dell'integrarsi: è ormai da anni che all'integrarsi preferiamo il disintegrarsi.
E poi altre cose volevo dire ma adesso vado a scriverle altrove, sempre partendo dal'iniziale inevitabile buongiorno buonasera di base.
ogni poesia è manifesto e adesso ne scriviamo un altro, ogni posto diventa luogo contesto specifico che già contiene ciò che si sta per dire e sarà stato detto, rimbomba da tutte le parti il suono rumore lontano di un ciao che ancora deve arrivare, di un buongiorno, di un salve prego avanti prima lei, l'esplosione è in corso, non volevo farti male, non volevo farti bene, non sapevo che volevo, ogni volta mi viene da chiedermi dov'è che stavamo andando, sempre dopo, se ti viene da chiederti è perché è dopo (quasi quasi poco prima del tardi)
un manifesto al giorno un manifesto al secondo, un manifesto di momento in momento, l'interruzione è più grande di ciò che si sta interrompendo
discorso di un millimetro, piccolissimo discorso impercepibile discorso che dici ehi, è cominciato, ed ecco che è finito, conteneva tutto, il discorso, e conteneva tutto il discorso del mondo, comprese certe storie d'amore e non amore ma soprattutto quel che non si può dire, conteneva il discorso, soprattutto quel che non si può dire perché magari lì davanti c'è qualcuno, ma anche conteneva così tanto che non si poteva capire cosa conteneva questo discorso e a chi era rivolto, a tutte le persone o a una sola? discorso rivolto a un sospiro al fianco di una stazione o cabina telefonica ancora attiva con scambio pareri e situazioni? con scambio di direzioni da prendere tu di qua io di là?
lessico scientifico poetico lessico contro lessico raccolta dati mettiamoci un grafico ascisse ordinate il rinnovamento è costante c'è una teoria dietro abbastanza corposa abbastanza stabile anche l'idea del lessico indessicale cosa vuol dire indessicale, ricordarsi di non dimenticarsi dell'idea di indessicale, ricordarsi di non dimenticarsi di capire cosa vuol dire indessicale, se è vero che indessicale è ciò che ci viene in mente mentre pensiamo al qui e ora e se è vero che mentre pensiamo al qui e ora viene poi da chiedersi qui e ora sì, ma dove e quando? ci chiediamo emozionandoci portandoci in alto, ciò che ci porta in alto sono i concetti da delineare mentre li stiamo delineando
quando succede succede sempre, e quando succede succede tutto, sempre tutto in un momento sempre, e succede eccome, eccome se succede, e a volte facciamo succedere e a volte succede e basta, e quando succede e basta si vede bene che ci siamo noi lì in mezzo, siamo in mezzo all'avvenimento, l'accadimento, siamo in mezzo a quel che sta succedendo e tutto succede sempre all'ultimo proprio sempre mentre sta succedendo, e succede sempre tutto insieme, anche questo è importante da dire, che non solo tutto succede, che non solo tutto succede sempre, ma anche, questo è importante, tutto succede sempre insieme, e anche questa è una cosa che abbiamo imparato oggi adesso proprio poco fa mentre ce ne stavamo accorgendo
nessuna programmaticità mi raccomando per favore, nessun senso di cosa veramente da dire, la forma di sopravvivenza si trasforma ci stupisce, ci pieghiamo alla prima intuizione che ci viene da pensare, leggiamo molti libri senza sapere quale, facciamo dei salti quantici da un posto all'altro ci chiediamo poi dopo dov'è che siamo stati, cos'hai fatto oggi, oggi ci hanno chiesto oggi cos'hai fatto oggi allora ci siam messi fermi a guardare l'orologio con il suo orario, ci siamo subito ricordati accorti resi conto che non avevamo l'orologio, da chissà quanto tempo non avevamo l'orologio, eppur lo sapevamo, nessuna programmaticità mi raccomando per favore ci mancherebbe altro programmaticità nemmeno una volta ogni tanto
le parole arrivano da tutte le parti, nascoste dentro l'aria nascoste l'aria tra il corpo fluttuante pulviscolare ecco le parole anche loro arrivano da tutte leparti e sia ppoggiano poi sulle superfici delle cose dei pensieri dei fogli sparsi dei nostri movimenti ci troviamo brancolanti anche attenti a quel che facciamo diciamo con le parole appesi ai posti che frequentiamo dove sono dove siamo e facciamo sempre tutto e il contrrio di tutto nello stesso momento sempre (perché tutto è il contrario di tutto) e così dobbiamo essere bravi e ascoltare mentre si parla e leggere mentre si scrive e scrivere a mente mentre si legge e prendere appunti raccogliere dati concentrarsi su ciò che non si vede ma adesso buonasera direi buonasera
la parola "incombenza", nessuno sa chi l'ha inventata ma ci viene da dire che siamo circondati dalla parola "incombenza", che ci fa fare molte cose tutte attorno alla parola "incombenza". Da lì poi si arriva subito alla parola "parola", anche quella ha un'origine misteriosa, ma noi oggi girovagavamo attorno all'inarrivabile, e all'idea che l'inarrivabile sia spesso vicinissimo, proprio sempre sotto al naso l'inarrivabile, e allora pensavamo al fatto che l'inarrivabile sia di solito quella cosa che ci circonda, come l'incombenza, se è vero che abbiamo un corpo, l'incombenza ci circonda, e l'inarrivabile pure, se è vero che abbiamo un io, di solito oggi stasera mentre dormivo pensavo anche ch eil mio io non è mio e che il mio io più che un io è un noi che però non si sa di chi sia questo io questo noi forse di nessuno direi