lunedì 18 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #65

Oggi il problema dell'idea intelligente del giorno ha a che fare con l'abitudine.
Abitudini va bene averne ma bisogna far sì che siano tante: diverse abitudini al giorno, almeno tre o quattro abitudini al giorno da cambiare più o meno costantemente. Uno sfumare di ora in ora di abitudine in abitudine e far sì che si viva nell'esperimento.
Sento qua fuori uccellini pigolare, figli neonati di qualche piccione, direi. Per loro l'esperimento è appena cominciato. Vivere nell'esperimento senza nemmanco preoccuparsi dei risultati dell'esperimento. Vivere nell'esperimento e scrivere l'esperimento senza descriverlo. Qualcuno si chiama Alfonso e mi ha chiesto una volta di descrivergli, scrivendo, la differenza tra scrivere e descrivere. Non gli ho ancora risposto.
Per ora vivo nell'esperimento e nemmeno attendo

domenica 17 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #64

Per fortuna che Bernhard che mi abbatte quanto basta e mi dice che soccombere e il sentirsi soccombente è naturale, davanti ai geni. Gelo, sto leggendo.
E in effetti oggi purtroppo sono poco intelligente con la mia cosa intelligente di oggi che ha a che fare con un'assonanza: questo è l'ombelico del nonno.
Un'assonanza che in parte mi diverte ed è un errore e già mi piace, adesso che l'ho scritta qui mi ci sono già affezionato e penso che mi viene in mente che gli errori palesi chiari sbandierati sono spesso più interessanti di ciò che ci saremmo aspettati.
Con un'altra citazione nobile penso "adoro i piani ben riusciti" e aggiungo "adoro i piani ben riusciti ma ancor meglio sono i piani che non sapevo di avere"
E' molto importante fare errori ma bisogna farli per davvero, non far finta di fare errori, sono importanti gli errori veri, dell'errore ci serve la sua verità, altrimenti sono errori ricreati in laboratorio certi esperimenti ripetuti e ripetuti tante volte fino a cancellare l'esperienza dell'esperimento fino a cancellare l'errore

sabato 16 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #63

Sempre vissuto all'estero forse.
Anche oggi mi ci sono messo lì a pensare e pensavo alla geografia e a come mi calza la mappa, se mi sta bene o mi sta stretta addosso, la mappa, la geografia, (it fits, in english) e subito mi accorgo che mi sento italiano all'estero. Poi mi sento italiano nel mondo.
Italiano all'estero e italiano nel mondo nello stesso momento, così mi sento, e mi viene anche in mente che è naturale, lo sappiamo, la maggior parte degli italiani nel mondo è in Italia, la penisola italica, e anche molti italiani all'estero sono in italia, è normale.
L'italia nel mondo non sta mai ferma perché deriva, ed è un suo diritto, come i continenti.
Anch'io derivo molto, in italia e nel mondo e devo mi ricordo appuntarmi che non parlo italiano, è una cosa che voglio cominciare a ricordarmi il più possibile, non parlo italiano, lo capisco e mi faccio capire ma non parlo italiano e se lo parlo preferirei parlarlo da lontano.
Prendo insomma le distanze insomma dalla lingua madre e la patria non la so

venerdì 15 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #62

Per quel che si può, sforzarsi il minimo per poter dire di essersi sforzati poi girarsi dall'altra parte mettersi a dormire quattordici tredici quindici ore a caso, senza cronometrare niente soprattutto senza cronometrare il dormire e abbandonarsi a tutto e pensare al detto: chi dorme si fida degli altri.
Per Sartre, si sa, l'inferno sono gli altri, mentre ieri Bernhard da Gelo leggevo trasposta quest'idea d'inferno e dice così: L'uomo è un inferno ideale per i suoi simili.
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Combattere e studiare per non perdere la spontaneità, concentrarsi affinché non si pratichi il playback in nessuna forma, non nel canto non nella conversazione e nemmeno addirittura nella scrittura. Scrivere in playback potrebbe essere grande problema non ci avevo mai pensato e invece sono qui che quello che volevo fare è anche l'idea di rompere la fissità del testo, l'illibatezza del testo distruggerla, volevamo tempo fa distruggere il linguaggio usando il linguaggio ora ci siamo affezionati al linguaggio e pensiamo almeno a distruggere il testo usando il linguaggio e anche il testo quindi distruggere il testo usando il linguaggio e il testo, perché no, come dicevamo poco fa, preservare l'involontarietà, praticare l'arte dell'involontarietà,
siamo stati impeccabili se non l'abbiamo fatto apposta

giovedì 14 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #61

Mi son messo al telefono per far domanda di fondi di richiesta per qualcosa e mi hanno messo in attesa. A quel punto ho cominciato a scricchiolare, prima il collo poi le spalle e la zona addominale pure tutto si è messo a scricchiolare e mi son detto non è il momento questo per mettersi a scricchiolare è meglio forse smetterla di stare a chiedere soldi fondi per qualcosa. Ho buttato giù il telefono e infatti ho smesso di scricchiolare e mi son detto adesso chiamo quelli che mi dovrebbero dare i soldi i fondi per qualcosa. Ho ripreso il telefono e mi hanno messo in attesa e mi sembrava giusto c'era Vivaldi a suonare una delle sue stagioni e mi andava bene finché mi sono accorto che stavo scricchiolando di nuovo questa volta ginocchio tibia perone femore rotula caviglia scricchiolavo dal basso verso l'alto.
Ho messo giù il telefono e ho deciso di farmi ispirare da questo scricchiolio e mi son messo qui a riportare questi eventi che non sono successi meno male ma sappiamo che buon mestiere è riuscire a farsi ispirare da tutto anche da quello che non è successo.

mercoledì 13 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #60

Sul diario ho preso appunti facendo attenzione che le cose che scrivevo non avessero niente a che fare con me, appunti sul mondo appunti su tutto e in effetti c'era sempre qualcosa, nel mondo, nel tutto, c'era sempre un dettaglio di qualcosa che poteva essere a me ricondotto, e non va bene, dicevo, non va bene, cercavo di praticare la tecnica dell'astrazione ricorrente, astrarsi dall'astrazione per allontanarsi da essa e servirsi di una successiva astrazione impiantata sulla precedente astrazione per allontanarsi ulteriormente e ulteriormente ancora ma rimane quel dettaglio, in forma sempre più microscopica, ormai appiccicato addosso ed è fatto di parole, quel dettaglio scritto nel diario, quella parola che mi rappresenta anche se ormai è da anni che cerco di non assomigliarmi

martedì 12 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #59

Oggi così tanta roba non mi è successa che a ben guardare non so che farmene. Potrebbe forse definirsi insuccesso il non sapersene che fare di ciò che non è successo? O, più semplicemente, l'insuccesso è ciò che non è successo e basta? Che banalità.
L'idea del giorno riguardava il rifiutare la banalità dell'ovvio quindi l'idea che anche l'ovvio si possa approfondire e analizzare per anni di seguito l'ovvio come oggetto di studio e l'ovvio anche lo stesso soggetto studiante. L'autopercepirsi dello studiante che si dà per sccontato fin dall'inizio e dice ovvio che ci sono, son qui per studiare l'ovvio e si concentra così tanto sull'ovvio che si dimentica di esserci, lo studiante, e un'altra volta vince la banalità dell'ovvio sull'eccezionalità di ciò che c'è già e che già si sa. Anche quel che già si sa può essere eccezionale.
Quindi approfondire l'ovvio, girarsi attorno più che si può, la banalità è sempre una bugia come in fondo lo è anche l'idea di verità. Accorgersi dunque poi che la verità è vera ma l'idea che si ha di verità è sempre una bugia.

lunedì 11 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #58

Lo sforzo immane che s'è fatto per venire qui senza avere pensato la cosa intelligente del giorno e dirla lo stesso e l'avevo invero pensata un pochino, e mi piace come suona un astronauta, e mi piace l'idea di come suona un astronauta e l'idea di essere astronauti per pochi essere astronauti per pochi istanti, mi piace come suona astronauti per pochi istanti. E chi sempre con la testa fra le nuvole chi astronauta per pochi istanti tra le stelle per un attimo, c'è un momento in cui nessuno dei nostri piedi del nostro corpo c'è un momento in cui nessuno di quei due tocca il suolo, e tocchiamo il cielo con un dito del piede, infatti, volendo, tocchiamo il cielo con un dito tocchiamo un cielo che ci è più comodo, un cielo a portata di mano, tocchiamo un cielo con il dito preposto a toccare il cielo e ci accorgiamo all'improvviso, al di là del tutto e al di là del dito, ci accorgiamo che noi lo tocchiamo ma lui ci stava toccando da un bel po', averci il cielo addosso, che peso, che cielo

domenica 10 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #57

Preservare l'involontarietà, era questo il principio base che si sta adesso a ben guardare esaurendo affievolendo doveva essere fin dall'inizio tutto basato sull'imprevisto e sull'effetto del suono sulla parola e sull'effetto della parola sul suono e la differenza tra sono e suono anche, dovevamo indagare. Dovevamo indagare il dove andremo a finire se iniziamo e dove andremo a iniziare se finiamo. Era questo che stavamo indagando con altre persone non troppo lontane da questa abitazione.
Non fare parte di niente e non fare parte nemmeno di me, era l'obiettivo massimo di un'altra persona incontrata qui per sbaglio proprio l'altro giorno dieci minuti fa e che adesso se n'è andata per fortuna se n'è andata questa persona che aveva piacere rendersi antipatica e allora noi per farle dispetto non provavamo per lei nemmeno indifferenza. Non provare nemmeno indifferenza ci vuole uno sforzo immane.
Coltivare l'indimostrabile.
(approfondire poi l'idea di caduta libera dal basso)

sabato 9 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #56

Eccomi qua con il mio diario del tutt'altro, che bello.
Stavo pensando a un'isola deserta e a cosa ti porti su un'isola deserta e pensavo a una biblioteca, sull'isola deserta mi porto una biblioteca e sono felice e arrivo sull'isola deserta con la biblioteca enorme, una delle più grandi biblioteche del globo terracqueo, immagino, però dentro alla grande biblioteca c'è un libro solo e quasi quasi son contento, così penso, penso che in questa mia cattività obbligata da isola deserta potrò godere della lettura di un libro solo che di pagina in giorno e di giorno in pagina sarà sempre diverso, questo libro, e me lo leggo e me lo godo sapendo che sarà l'unico libro di cui godere e lo apro e lo sfoglio e scopro che in tutto il libro c'è scritta una parola sola, la parola nonnulla, e ancor più felice la leggo e la rileggo e indago la parola nonnulla mentre mangio le noci di cocco e passo anni a studiare la parola nonnulla ogni volta questa parola prende significati diversi si espande e si piega a mille interpretazioni perché unica e sola parola scritta sull'isola deserta poi mi guardo bene addosso, sulle mie mutande c'è scritto uomo e mi sento uomo su isola deserta con tutto il nonnulla lì disteso su foglio tutto ancora da capire, il nonnulla, il nonnulla da approfondire ancora e ancora e non vedo l'ora di continuare a non capire

venerdì 8 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #55

Forse c'è sempre stata una parola chiave che ha che fare con il concetto di inerpicarsi.
Una scrittura inerpicata come di arrampicata stile libero su terreno di pensiero che non si sa se scosceso in discesa o scosceso in salita o se addirittura forse pianeggiante ma comunque pensiero scosceso. Una scrittura dell'incombenza, inseguo, fatta con quello che capita, parole trovate cercate al buio di una cameretta nella testa a luce spenta poi accesa intermittente luce e parole trovate al fianco del letto stropicciate parole catarifrangenti forse addirittura comunque sempre parole usate molto probabilmente di seconda terza mano parole forse da lavare appena finisco qui

giovedì 7 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #54

A metà strada tra il farsi pubblicità e il semplice vivere.
Esistere non basta, diceva quello, e aveva ragione e si era infilato dentro il tubo di un cavo di un ascensore per non farsi vedere da nessuno.
Preferisco sempre ciò che è nascosto e impreciso, imperfetto e incompleto e, a ciò che è, preferisco ciò che potrebbe essere.
Meno male che esiste l'inesprimibile e l'inarrivabile, meno male che esiste ciò che non si sa e, ancor meglio, ciò che non si saprà.
Ecco che cosa è veramente interessante: ciò che non si saprà.
E poi - meno male- anche oggi il diario di oggi porta dove non c'è motivo di andare.

mercoledì 6 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #53

Il problema del mondo è che è interessante. Quindi nella vita mi distraggo. Il mondo è interessante ma mi distrae.
Uno dei problemi della vita è che il mondo è interessante e per questo ci distrae dalle cose da fare nella vita per il mondo. E allora bisogna essere selezionatori del sapere rendersi conto quando qualcosa sta per interessare e tirarsi indietro al momento giusto quel preciso momento giusto in cui hai capito che la cosa non ti deve interessare ulteriormente. Il problema dell'approfondimento incontrollato di tutto ciò che ci viene voglia di sapere sulle mongolfiere o i viaggi di gruppo di aborigeni o genti del New Jersey o che ne so, ci sono queste paludi di cose da sapere e ci si rischia di infangare non si riesce più ad uscire e si affonda nell'approfondimento, ci si sfracella dal ognuno nostro alto da cui partiamo ci si sfracella in questo baratro, questo abisso della conoscenza di ciò che in realtà non ci interessa.

(Occhi come canali di scolo al contrario)

martedì 5 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #52

Sempre di notte viene in mente il prepensiero. Il prepensiero è quella cosa che mi viene in mente di notte e mi dico me lo segno da qualche parte e resto comunque immobile e me lo segno a mente nella mente solo che è prepensiero, impalpabile, vaporizzato senso in cui intuisco alcune parole che però sono amorfe. E, anche lì, va benissimo così. Andrebbe benissimo così se non fosse che mi viene in mente il prepensiero a volte anche di giorno e mi affrango e mi dico a cosa stavo pensando con quel tentennamento di idea di qualcosa sfuggita, un alone di senso rimasto sfocato dove c'era qualcosa da dire ci vorrebbe una pietra da tirare infrangere quel vetro al di là del quale stava il senso della parola per intero invece avevo soltanto in mano qualcosa a forma di prepensiero e mi rimane questa voglia di lanciare lontano qualccosa che non c'è ma mim slogo forse un braccio di sicuro non ci rompo un vetro.

lunedì 4 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #51

E allora ero qui seduto con il resto del mondo intorno che a dire il vero mi stava un po' troppo addosso, il resto del mondo, anzi, stavo addirittura praticamente litigando con buona parte del resto del mondo, non tutto, quando per fortuna la voglia di tutt'altro m'è saltata addosso pure lei e mi sono allora infilato scaltro in un ragionamento con la scusa che era importante, mi ci sono chiuso dentro, al ragionamento, e ho detto grazie resto del mondo tu continua pure a litigare, io ho adesso devo stare dietro a questo ragionamento che è quasi come un incombenza orfana di se stessa se la lascio da sola, l'incombenza, il ragionamento, e il ragionamento era tutto concentrato sul'idea o frase arrivata non so da dove in cui si diceva di Restare tutti vicini: Restiamo tutti vicini restate tutti vicini e m'è venuto in mente subito un qualcosa riguardo al concetto di restare tutti vicini, un qualcosa che mi pare abbia a che fare con l'esclusione di qualcuno 

domenica 3 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #50

Tenersi in esercizio sembra importante lo si deve fare ogni giorno muovere un braccio da una parte e l'altro braccio anche e fare tutto conmteporaneamente coordinarsi usare il corpo come se il corpo ci fosse per davvero ma invece pensavo a questa cosa del sentirsi sporadico, mi sento piuttosto sporadico in questi giorni che se sento da fuori una campana suonare ci mettto un po' a elaborare il dato mi fa hciedere aspetta cos'è che viene da fuori, cos'è? un suono? poi dico aspetta cos'è? un suono come di cosa da chiesa? poi dico asoetta cos'è?§ una campana? poi dico aspetta cos'è? un modo per ricordarmi un orario di qualcosa? poi dico aspetta cos'è e la campana aveva già smesso di suonare qualche minuto fa, voleva dirmi che era mezzogiorno ma io in quel momento mi sentivo sporadico disgregato pulviscolare (come sabbia di clessidra senza clessidra intorno) e l'orario del mezzogiorno mi sembrava appartenere a un mondo non mio, o non in quel momento lì, almeno, che era mezzogiorno

(sgranchirsi le parole)

sabato 2 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #49

Son venuto qui ieri a scrivere soltanto 'intercapedine' per poi oggi provare a riuscire a dire che vorrei poter usare solo la parola intercapedine ma la struttura prevede l'uso di altre parole per poter tornare a  usare in totale libertà la parola intercapedine e ripetere intercapedine quando ci pare.
Stavo pensando di ad esempio vivere in un'intercapedine, vivere in un'intercapedine e trovare un intercapedine nell'intercapedine, infilarsi dunque nell'intercapedine appena trovato e cercare di vedere il proprio vecchio intercapedine di prima dal proprio intercapedine nuovo.
Intercapedini tra una parola e l'altra, spazi lasciati a fare spazio, il senso lasciato vuoto a dare nuovo spazio al senso, è incredibile quanto anche l'architettura possa farsi interessante se travestita da altro, mi sta interessando la geometria del senso che per non so cosa sia forse ha a che fare con idee di linee, con l'idea di uno spazio fatto di idee che ogni tanto si muovono e tangono vengono giù toccano qualcosa qualcuno poi se ne vanno

a volte ho i piedi freddi e tengo le calze in mano ma non me le metto per ore come se veramente avessi altro da fare

venerdì 1 maggio 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #48

Tutto era nato dall'idea di descrivere ciò che non mi succede durante il giorno: non ho messo la testa nel forno non ho acceso un mutuo né un muto non ho,
troppe cose durante il giorno non ho fatto ci vorrebbe un diario immenso con una pagina giornaliera grande quanto uno spazio infinito srotolabile su questo diario di ciò che non mi è successo tutto è possibile compreso un canguro compresa la famosa giraffa buttata giù dalla finestra di Bunuel.
Ho letto che dobbiamo trovare delle ragioni razionali per credere nelll'assurdo ma non ci credo, se troviamo le ragioni razionali per credere nell'assurdo io non ci credo più

giovedì 30 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #47

E allora la giornata funziona così che al mattino presto s'ha tutta la giornata davanti con il tempo e si può prendere tempo a guardare quel che è successo nel mondo e a mezzogiorno emmezzo ti accorgi che nel mondo è successa troppa roba non puoi starci dietro, al mondo, il mondo è troppo per me e per la maggiorparte delle persone anche, il mondo è troppo per quasi tutti, e alle due e trenta dico basta con il mondo cerchiamo di concentrarci su noi stessi e mi do questo plurale sospetto e mi dico anch'io contengo moltitudini e c'è questa jam session di tante voci interiori e dico ok, facciamone parlare una, ok voci, decidiamo adesso chi ha la precedenza, voci, una alla volta per favore cominciamo adesso da chi ha ad esmepio da dire quella cosa intelligente del giorno, ci sarà tra tutte le voci una che ha da dire la cosa intelligente del giorno, e Socci dice Pagliarani dice, Siamo in troppi a farmi schifo, e non riusciamo così a raccapezzarci nemmeno qui ma ce la facciamo, sì, ci raccapezziamo, qualcosa capiamo sempre ed è una forma di fallimento anche questa e oscilliamo tra una cosa intelligente al giorno e un fallimento al giorno

mercoledì 29 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #46

Mi trovo a scrivere una cosa di là che poi mi appunto e riporto dall'altra parte per poi finalmente finire da un'altra parte ancora. Come se copiassi sempre la mia stessa idea arrivata da chissà dove ieri pensavo a un ormai come misura di tempo, quanto può durare un ormai?
'Ormai è troppo presto' mi piace anche come misura del paradosso e pensavo poi all'idea di frattempo: tra un frattempo e l'altro e all'improvviso tra un frattanto.
Dal risveglio ci metto due orette a trovare la concentrazione e poi quando la trovo mi viene da fare qualcosa di diverso, oggi ho avuto la possibilità di ascoltare una radio spagnola che parlava incessantemente sparata ad altissimo volume da qualche finestra qui vicino di qualche palazzo e mi vengono in mente tantissime cose anche di me bambino, caso strano, tutto indissolubilment elegato a tutto, tutto indissolubile e mi viene in mente adesso il peso di un abisso addosso. (me lo segno qui, poi lo copio di là e finirà al di là di quel là lì)

martedì 28 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #45

Oggi s'era stabilito di non aver niente da dire né da scrivere e quindi passare di qua e riferire tutto al diario in forma di scrittura lieve, come se nessuno se ne potesse accorgere. Una lettera al minuto, una lettera alfabetica al minuto e scrivere il diario mentre si fa di tutto, un distratto e centellinato comporre fatto di scampoli pezzetti avanzati di dettagli lievi. Scrivere senza impegno, essere bravi senza impegno, esistere senza impegno, questo è l'argomento del giorno o la barba
per non avere peli sulla lingua ho deciso di farmi la barba, non c'entra ma mi accorgo che con la barba mi nascondo, mi nascondo quando mi tocco la barba, se ho la barba im tocco costantemente la barba ed è come se avessi addosso una maschera di qualcosa non di ferro non di pietra ma di pelo mascherato, come un percorso comodo per la mia mano che titilla e stuzzica e solletica e si appiglia, fa finta di niente e di nulla ma è lì a dimostrarsi nascondendosi, viene lì a dire esisto ma non fateci caso, e se ne va, poi ritorna e dice esisto ma non fateci caso, e se ne va, poi ritorna, si appiglia, e nonostaten la mano con questo suo antipatico protagonismo travestito da umiltà, tra la mano e la barba sappiamo cos'è meglio tagliare

lunedì 27 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #44

Dare del lei a un bambino è il titolo di qualcosa che non so.
Dando del lei a un bambino mi sono sentito uomo è la continuazione di quella cosa che non so.
Mi sono svegliato che ero all'angolo dei miei peisneri, i pensieri come spazio sono la cosa più interessante da immaginare, e spostarsi un po' più in là e un po' più in là all'interno della propria nuvola di senso. C'è di tutto da tutte le parti ma se ti sposti un pochino più in là trovi dell'altro tutto capisci che in tutti quegli istanti stai rischiando di perdere addirittura altri altri e ti accorgi poi che ci sono altri altri altri ancora.
Insomma è un casino e va benissimo così, la prima gloria e conquista e vittoria è l'accettare la limitatezza, arrivare all'angolino scomodo del pensiero, l'angolo più recondito, e dirsi guarda un po', non pensavo fosse così vicino.
Dare del lei a un bambino

domenica 26 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #43

Instagram sarà la mia nuova frontiere dell'inutile, nuove frontiere del vortice posso adesso farmi distrarre da altri pixel nuovi di schermi che invece sono sempre gli stessi con immagini in movimenti tutti.
Meno male c'è una musica araba confortante di qualche preghiera strana qui nelle strade e mi sembra vada bene tutto.
La cosa intelligente del giorno ha a che fare con l'amore e con il fatto che l'amore sia per molti un problema. Non per me. Non per ora. Proprio no

sabato 25 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #42

Sviarsi. Ecco, mi svio da solo, faccio in modo di distrarmi in tutti i modi, mi creo degli eventi intorno per fare in modo che qualunque fosse l'intenzione primaria primigenia sorgiva, l'ambizione originaria come il peccato, originale, io sono pronto a creare un sistema di sovrastrutture a rimbalzo, un sistema di carrucole e perni e funi antigravitazionali, (se antigravitazionale si può dire qui in italia, se italia si può dire oggigiorno che è 25 aprile), ed ecco la mia testa comincia a girarsi dall'altra parte e il mio sguardo a girarsi dall'altra parte ancora ed ero focalizzato su qualcosa fino a poco prima ma non so cosa adesso che giro la testa da una parte e lo sguardo dall'altra parte e sono internamente schizzato altrove anche se sono qui fermo non so bene nonostante io abbia ancora attaccati tutti i miei piedi tutti qui addosso a me proprio come fosse ieri proprio come fosse oggi come fossi proprio io e lo ero, fino a poco fa lo ero lo giuro

venerdì 24 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #42

La cosa intelligente di oggi mi è venuta in mente ieri ma ieri non ero pronto a mettermi l'ì ad appuntare la cosa intelligente di ieri da scrivere qui oggi e così la cosa intelligente di oggi oggi non ce l'ho verqamente. Mi è soltanto venuta in mente l'idea di dormire in mare, proprio in mare, acqua salata, e dormire in mare pensandoci mi pare cosa sconsigliabile da fare e pertanto non è cosa intelligente né di oggi né di ieri e proprio in generale direi che non lo è.
Stavo pensando che il diario sarebeb il posto giusto dove scruivere la propri aautbiografia giorno per giorno tutto il giorno a scrivere il diario sul diario si finirebbe per scrivere solo cose relative al diario e relative a quest'uomo che sta tutto il giorno a scrivere il diario e diverrebbe quindi controproducente, si aper l'uomo che per il diario, controproducente tutta questa scrittura malsana del diario e stavamo pensando a questa autobiografia e chiamarla estenuante autobiografia estenuante e dicevamo che sarebbe stato meglio non autorizzarla: autobiografia estenuante non autorizzata

giovedì 23 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #41

Oggi ero talmente spensierato che non ho pensato assolutamente al fatto che ero spensierato e po me ne sono accorto solo a un certo punto, con un riflesso di un dito trovato attaccato alla mano mia vista di rimbalzo dal bagno su un vetro del soggiorno questo dito a me attaccato a me di mano mia e mi son detto Chi è? sembra un dito, è un mignolo o è mignolo solo in apparenza? e a chi fa capo, questo mignolo? Er così tanto spensierato che ho dovuto recuperarmi scontrarmi con il mio dito per capire che c'ero e che c'ero stato fino a quel momento. Fin troppo spensierato, mi son detto, e m'è venuta paura di aver dimenticato qualcosa.
Ed era vero, avevo dimenticato qualcosa ma per oggi credo che basta così, non voglio sapere cos'è che ho dimenticato, il saggio giapponese morto dice che se una cosa l'hai dimenticata allora vuol dire che non era importante, e infatti è morto, il saggio, non vogliamo in effetti nemmeno sapere com'è morto di cosa è morto il saggio giapponese ma vorrei in effetti sapere oggi se quelli che avevano a che fare con lui erano contenti poi di avere a che fare con lui al funerale cosa si son detti, se finalemente o se che peccato. Chissà quante cose si è dimenticato il saggio giapponese, chissà se gli volevano bene. 

mercoledì 22 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #40

Quindi consegnate ieri le forse del luogo comune del fuori luogo e del non luogo.
Poi
Per fortuna ero distratto quando è successo tutto e poi è arrivato uno e mi ha chiesto se avevo visto: hai visto? mi son detto che avevo visto e gli ho riposto che avevo visto, sì, gli ho detto, e non era vero, non avevo visto che era successo tutto perché in quel momento, quando tutto è successo, ero distratto.
Ero distratto pensavo ad altro o forse avevo soltanto, in quell'istante in cui tutto è successo (tutto succede sempre in un istante) in quell'istante avevo gli occhi chiusi per via di quel movimento quasi involontario di battito di palpebre che non mi ha permesso di vedere il tutto accadere.
Meglio così, mi son detto poi dopo, che di tutto ce ne sono tanti, ci sarà un giorno un tempo per un tutto tutto per me, il mio tutto ideale, mi ci metto sopra a dormire

martedì 21 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #39

Esatto, visto che ho passato tutto il giorno a pensare che on stavo facendo una cosa che mi piace fare, ed è una cosa importante, bella da fare, una cosa che riguarda lo scrivere, ovviamente, e visto che per tutto il giorno quella cosa da fare che riguarda i luoghi e i non l,uoghi e i fuorii luoghi e i luoghi comuni, che già di per se mi sembrerebbero argomenti qualcosa di molto interessante su cui mettersi a riflettere, ma vistoc eh stavo soltando in effetti riflettendo senza fare niente., visto che ero concentrato sulla cosa che non stavo facendo mi sono dimenticato insomma di fare quell'altra cosa che si chiama esercizio giornaliero di blog e stesura testi non pensati per vedere cosa ne viene fuori come questo.
Vorrei non sapere mai cosa sto per pwnsare, vorrei non sapere mai cosa sto per dire, vorrei non sapere mai cosa sto per scerivere, questa è la faticosissima chiave dello stupore che vo ricercando.

Oggi al telefono la cosa più interessante che ho detto è Geografia del pensiero, chissà dov'è che l'ho già letta

lunedì 20 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #38

Oggi è giorno di consegna del mondo, dei luoghi e dello spazio, dei luoghi comuni dei fuori luoghi e del non luogo per il Cotonfioc (mostra).
L'altro giorno mi sentivo come nella sala d'attesa del mondo.
L'altro giorno, poi, mi divertivo a pensare all'altro Giorgio invece che all'altro giorno.

Rimandare tutto, rifarsi ai frattali di Mandelbrot in particolare al capitolo Cascate di errori, che io, senza capire cosa volesse veramente significare, ché di frattali me ne intendo relavitamente, e con relativamente intendo relativamente poco, e che tra il bene e il male mi sento se ci penso più vicino al malissimo, e se non ci penso mi sento vicino al così così, con Mandelbrot, dicevo, con il suo Gli oggetti frattali, che leggevo le parole come fossero immagini, quandlo ho incontrato il capitolo il cui titolo è Cascate di errori ho deciso di prenderlo come linea guida per qualcosa che mi riguarda e mi guardo intorno e vedo che c'è sempre qualcosa che mi riguarda, sempre qui in prossimità di me, nonostante, come risaputo, l'inarrivabile ce lo abbiamo addosso, ok, ma c'è anche qualcosa che mi riguarda qui vicino e con le Cascate di errori di Mandelbrot ho deciso di farne manifesto di qualcosa di impreciso, e potrebbe essere questo il titolo dello stesso manifesto:
Manifesto di qualcosa d'impreciso

anche se sono raffiche, non sono cascate, ma per adesso faccio finta che sia la stessa cosa

domenica 19 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #37

Preferisco bazzicare gli sconosciuti così divento ciò che sarei se non dovessi diventare niente, non ho passati né presenti né futuri a cui pensare quando parlo con gli sconosciuti, gli dico tutto quel che so di me e resto quindi zitto, ascolto con calma e con cura, è strano sentirsi qui fermo e avvertire che in qualche modo mi mancano certi sconosciuti, non tutti gli sconosciuti, solo alcuni.
Metto in fila le cose da fare e sono contento di cominciare dalla meno impellente, la più importante è subordinata alle altre, lo diceva anche qualcuno nell'Hagakure, le cose piccole con estrema cura e attenzione le cose grandi non me ne frega niente.
Il mondo intero non ho ancora capito se è piccolo o se è grande
Pascal è già andato a dormire, io mi sveglio per sbaglio

sabato 18 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #36

Era bellissima la parola sprezzatura, questo senso di superiorità sporca, mi viene a me così la sprezzatura, superiorità immorale. (La superiorità è immorale. Come è vero che è sempre del più forte, la legge) Sì, non c'entra
Stavo pensando a tutti i pdf densissimi che ho scaricato e girato in mobi alcuni talmente densi e pregni che non si possono proprio leggere in un soffio ed ero, non c'entra, arrabbiato poi con un amico perché mi ha fatto leggere Barthelme ed erano racconti che proprio non mi arrivavano e andavo a dormire e dicevo cosa voleva dirmi Barthelme? Cosa volevano dirci quei postmoderni là? Non è sempre stato meglio Italo Calvino in ogni sua forma? Sì, non c'entra, adesso vado a vedere cos'altro ancora ho accatastato di conoscenza che non riuscirò a indagare...

venerdì 17 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #35

In questo periodo di disgregazione pulviscolare ognuno nelle proprie case inventandosi cose piccole da fare e da non fare evitare di uscire etc, mi aggrappo all'accento del Sì affermativo. Mi sembra che ci sia da tutelare la biodiversità che c'è tra il si e il sì e mi sento salvatore, mi do molta energia e senso di giustizia e alta moralità quando vedo che il sì anche nelle peggiori chat anche nelle situazioni più drastiche e bassosonanti continuo a farlo con l'accento giusto, perché è un sì affermativo, non è un si qualunque.
E mi salvo, porto a casa un'altra giornata grazie a una conversazione curata, impreziosita dalle mie velleità.

giovedì 16 aprile 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #34

Allora, in quel periodo storico il fenomeno naturale dell'esistenza era financo noioso come fenomeno. La noia fu scoperta un giorno da uno scienziato che diceva, uff, cosa faccio oggi?
Due cose che invece pensavo: immaginare i tetti come fossero pareti, o, mettere dei tetti al posto delle pareti. Cosa succederebbe alle pareti? E ai tetti? C'è bisogno di risposta a questa domanda interiore? Intimista domanda sui tetti e le pareti? C'è bisogno?
E poi, sempre nell'ambito della pararchitettura, riflessione sui paletti della creatività. C'era bisogno di questi paletti per essere creativi? Mi dicevano, Se vuoi creare mettiti dei paletti, così poi da quei paletti riuscirai a creare, ci vogliono i paletti.. e io dicevo che ero fin troppo anarchico per potermi mettere dei paletti e infatti creavo senza paletti e senza controllo e me ne sono fregato dei paletti fino infatti a non costruire niente di solid veramente, e ad oggi mi appassiono semplicemente all'idea di avere dei tetti al posto delle pareti e già mi sembra un buon successo giornaliero, come pensiero.

mercoledì 15 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #33

La sfida personale di tutta l'umanità dovrebbe essere pensare una cosa intelligente al giorno. Volend si può poi collegare la cosa intelligente pensata quel giorno lì alla cosa intelligente pensata il giorno precedente, creare una struttura di cose intelligetni che rega da sola, questa struttura e che se ne possa fare una teoria della struttura delle cose intelligenti da poi segnare in definitiva su un nobile trattato sulla teoria della struttura delle cose intelligenti pensate tutt' antratto.
Però ad esempio una cosa intelligente che ho pensato oggi è che uno dei posti belli di casa mia è il pavimento. Credo molto in questa cosa del pavimento, uno dei posti belli di casa mia, sottovalutato per forza, il pavimento, eppure è lui che ci fa andare avanti da una parte all'altra della casa, a differenza del soffitto e i viene in mente che quando si costruisce una casa si comincia dal tetto, è vera questa cosa? L'arroganza del tetto, ecco come dovremmo chiamarla così la cosa intelligente con la struttura e teoria allegata in forma di trattato quotidiano nobile

martedì 14 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #32

E poi riconoscersi,
prima di andare a dormire, prima di svegliarsi, prima di aprire un aporta di casa o non so,, riconoscersi con un caffé se mi piace o non mi piace riconoscersi allacciandosi le scarpe e slacciandole, riconoscersi senza specchio riconoscersi chiudendo gli occhi nel buio del dentro di sé riconoscersi salutarsi farsi un inchino di nascosto.
Riconoscersi, se serve, capire cosa serve fare se ad esempio serve riconoscersi o meno, fare a meno di Sé, fare a meno di qualcosa a cominciare dal sé, riconoscersi e gettarsi via e tenere anzi undettaglio di tutto il sé riconosciuto giusto un dettaglio un frammento di unghia mangiata sputata rimasta nascosta diettro il divano del tempo. Il divano del tempo (sempre un po' scomodo, il diario del tempo).

lunedì 13 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #31?

Adesso che siamo in crisi eugenitca, crisi di qualcosa, che bella l aparola qualcosa userei solo quella ma sono qui per fare il mio quotidiano esercizio di trasporto pubblico,l nel senso che trasporto in una strana forma scoperta di pubblico, un blog, il imo trasporto nella scrittura.
E per ora qui posso solo confessare che mi sono immaginato di quella volta quella foglia che ha deciso di non cadere d'autunno e rimanere tutto l'anno attaccata all'albero, e nessuno se ne è accorto.
E poi quella volta che il giorno è arrivato un minuto in ritardo, ma un minuto è pochissimo, e anche lì nessuno se ne è accorto.
Ed è andata bene anche lì
E basta, adesso leggo Luigi Malerba, la scoperta dell'alfabeto, ed è una bella scoperta sempre, luigi, anche se non sarebbe questo il momento giusto ma mmi pare di capire che il momento è meglio che proprio uno se lo dimentichi così non  aspetta quello giusto e fa tutto quel che vuole quando gli capita quando decide che è il momento di farlo e se magari vuole aspetta un attimo e  decide che il momento di farlo è quello dopo, e quello dopo, e ancora un pochino dopo va benissimo

sabato 11 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #30

Come forma di riscaldamento, il diario, come forma di qualcosa che potrebbe servire a qualcosa. Non c'è niente di meglio di qualcosa. Qualcosa è alla base di tutto. Senza qualcosa il mondo si fermerebbe. Tutti abbiamo bisogno di qualcosa, e questo è ineluttabile. Scrivere qualcosa a forma di qualcosa, scrivere qualcosa a qualcosa di qualcosa. Qualcosa qualcosa a qualcosa di qualcosa. Se il qualcosa è quello giusto, qualcosa è meglio anche di un milione di euro, un qualcosa può essere meglio financo di un milione di qualcosa

venerdì 10 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #29

Una lista delle cose da fare una lista delle cose da non fare la lista delle cose da fare è breve, quella delle cose da non fare è molto lunga, i ci dedico ogni giorno con certa dovizia e scrupolosità la lista delle cose da non fare comprende ad esempio non mangiare automobili, non arrampicarti su sedie, non lanciare corpi umani ad esempio il tuo corpo umano nonlanciarlo, e allora le scale fai un gradino alla volta, le scale a chiocciola attento perché girano, la lista delle cose da non fare richiede molta più attenzione della lista delle csoe da fare che rimane quindi lì in secondo piano e mi dico a volte im sveglio e mi dico dai, adesso do unìocchiata alla lista della cose da fare ma poi c'è la succculenta lista delle cose da non fare che mi pare molto più interessante e mi vengono in mente ad esempio dellle ppiante, alberi abeti pini da non bruciare, tigri da non andare a salutare e così via.
Poi oggi pensavo a: Vietato pensare certe cose. E pensavo, di conseguenza? Quali cose? vietate quali cose da pensare?
E ensavo di conseguenza
Impossibile pensare certe cose: e pensavo, di conseguenza, quali cose da pensare sono impossibili? E mi son fermato subito lì che non ho più voglia di farmi venire i capogiri.
Per fortuna ultimamente non sono più interessato al discorso sui limiti, pensavo, il discorso della distruzione del linguaggio per fortuna non mi interessa più, quanta energia sprecata stando lì a cercare di distruggere il linguaggio usando il linguaggio... 

giovedì 9 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #28

e sono qui senza nemmeno aver pensato cosa starò per scrivere e la ricerca di una cosa intelligente al giorno almeno una ce la farà il nostro eroe enorme eroe così tanto grande eroe ce la farà a trovare una cosa intelligente minima,f atta di tre parote, un accostamento che sia un qb stimolante, che faccia dire, ok, oggi abbiamo trovato questo accostamento come l'altro giorno ho pensato saluto tutti quelli che si conoscono, che non è un accostamento eh, è una sostituzione di lettera, un si invece che un mi, e m'è venuto da ridere pervhé poi ho pensato a tutte le persone che si conoscono e sono tantissime, molte persone conoscono altre persone, quasi tutte, e sono arivato a pensare a quello lì poverijno che nesuno conosce, nessuno, e mi dispiace molto per lui. Mi han detto, in un documentario, che in svezia ogni tanto muore qualcuno e manco i figli se ne accorgono, che questi cadaveri rimangono negli appartamenti per mesi e il superwelfare statale svedese continua a pagare le bollette dell'elettricità e questi cadaveri si decompongono puzzano e dopo un po' il vicino sente la puzza e dice ohnno, è morto quello che abita lì a fianco a me, e chiama per telefono il ministero della morte, che c'è un ministero della morte, e vanno a prendere il cadavere, avvisano il figlio e il figlio dice sono impegnato, prendete pure voi i mobili, le cose, non posso venire al funerale, ecco, questo documentario raccontava così e io non sapevo cosa dirgli, meno male

martedì 7 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #27

Allora oggi mi sentivo un po' per antonomasia di qualcosa, essere per antonomasia, pensavo, e invece ci ho pensato ancora su e mi son sentito più che altro eufemismo, essere eufemismo, mi sento eufemismo di me stesso, pensavo, e mi sono sentito migliore, dopo che ho pensato di essere un eufemismo di me stesso. Basta poco.
Era stamattina che pensavo a queste cose e non c'è niente di meglio che mettersi lì a pensare, di mattina e senti il cervello che ha un diverso modo di stare al mondo, gli spazi del pensiero sono un po' più ampi, meno rattrappiti e pian piano abbandono l.'idea romantica del pazzo scritotre folle ubriaco che si mette di notte a scrivere aspettando l'alba sfidando il tempo e il mondo e tutto il resto.
Il mattino ha l'oro in bocca, mi viene in mente e mi viene in mente anche quella frase su qualche muro di Bologna che diceva è tutto loro quello che luccica.
E direi che per ogi basta così, tra un eufemismo e l'altro ricomponiamo le nostre vite /(o esistenze), e andiamo avanti e facciamo finta di niente (vivere facendo finta di niente, per la maggior parte del tempoo, troppo faticoso vivere pensando che si sta vivendo)

lunedì 6 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #26

Partire da qualche parte senza muoversi senza cominciare niente che paura la fissità delle cose eppure tutto scorre ma non so dove, dov'è che scorre questo tutto e dove va poi non si sa mica.
Ieri pensavamo in una mail mandata a uno dei miei best pen pal friends forse the best direi mandavamo questo messaggio del dettaglio.
Un dettaglio dell'universo, giustamente, è un dettaglio immenso, e un dettaglio è spesso insignificante, così si dice, così vengono affiancate le due parole con buona consuetudine linguistiica, il dettaglio insignificante, se c'è un dettaglio, direbbe paolo nori, è insignificante. E insomma è anche per questo che pensavamo oltre al dettaglio insignificante pensavamo anche al dettaglio dell'insignificante, trovare una granello di qualcosa di importante in un dettaglio dell'insignificante

domenica 5 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #25

Visto che niente aveva senso bisognava fare tutto.
Scrivere sul diario come non ci fosse un domani e invece lavarsi i denti come se il domani ci fosse, il diario come se non ci fosse, il dommani, lavarsi i denti come se ci fosse, il diario, il domani.
Leggere tutto non memorizzare niente opporsi alla memorizzazione dei dati prendere solo parti di senso sparpagliato da qualche parte fare in modo che niente della giornata possa prendere la forma dell'abitudine, nemmeno il diario, nemmeno iln pensiero, opporsi a ciò che si pensa per la seconda volta, di parola in parola, mai ripetere la stessa parola durante una giornata e ovviamente disattendere, fare in modo di rompere i propri schemi e darsi i paletti creativi darseli in testa in modo da non rispettare la parola coerenza e, ancor meglio, non sapere cosa significhi la parola coerenzaa.
Fare di tutto ma immobile, chiudere gli occhie  vedere di tutto, questo è forse il segreto ma è anche sicuramente un segreto che non serve a niente
Poi per il resto tutto bene 

sabato 4 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #24

Anche ieri eravamo in molti lì che stavamo per fare tutto, anche ieri.
Ci siamo disposti in riga pronti alla partenza per andare ovunque (compresa l'amazzonia) ma poi ci siamo messi lì a dire aspetta un attimo. Io ad esempio dovevo allacciarmi una scarpa bene, che era allacciata male, un altro ha deciso che prima di partire voleva tagliarsi almeno un unghia, un altro voleva prima controllare il percorso da fare nel caso ci fosse da fare un percorso, un altro sentiva di aver avuto un'idea riguardante qualcosa ma adesso non gli veniva in mente cosa e allora ci voleva pensare ancora un attimo, un altro ha pensato di averl asciato forse aperto il gas un altro diceva forse ho lasciato chiuso il gas un altro diceva forse non dovrei essere qui ma da un'altra parte dove tutto quello che sta succedendo qui sta succedendo ma in maniera diversa, una realtà parallela dove non digerisco l'aglio, ad esempio

giovedì 2 aprile 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #23

Tutto sbagliato come al solito tutto sbagliato meno male, non c'è niente di meglio di un buon errore e ogni volta che sono inciampatao apposta, che schifo. Mai fidarsi di chi inciampa apposta e poi lo fa vedere a tutti.
Nell'altro diario che tengo, meno quotidiano, mi sono accorto che ho più paura di scrivere, la penna mi fa paura, qui sul digitale buttato nel vuoto mi sento tranqiullo di praqticare il peggio, proprio perché il nessuno che leggerà sarà un nessuno meno rilevante del nessuno che sarò io mentre rileggerò il mio diario cartaceo.
Qui il diario è valanga sfrenaata mentre il diario cartaceo mi fa paura, come la montagna e come il mare, prima cosaa da imparare della montagna e del mare è averne paura, poi si possono fare le passeggiate e un bagnetto o prendere il sole sugli scogli.
Imparare la paura è cosa nobile, iparare la paura come cavalieri medievali, ci vuole un drago sutafuoco sempre, è necessario un drago sputafuoco a tal punto che, anche nell'assenza eventuale di drago sputafauoco si può immedesimarsi in tal drago assente e farsi drago e poi cefcare di sconfiggeri infilandosi in gola una eventuale spada medievale come dicevamo.
E poi cercare di abbandonare l'idea di capire qualcosa, e soprattutto abbandonare l'idea di capire tutto.
Leggere gli scritt degli altri esseri umani e sentirsi fratelli nei limiti di ciò che fin dall'inizio non si è capito. Non capire niente, tranquillamente, rimane l'obiettivo finale.

martedì 31 marzo 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #21

Non vorrei spoilerare eh,
ho visto adesso la puntata sette di una serie televisiva mica mal edevo dire molto interessante ma non vorrei spoilerare non so le altre puntate com'erano, le precedenti, e quelle future nemmeno non so come sono ma la puntata sette l'ho vista, l'han vista tutti, io poi in particolare non me la ricordo ma comunque non vorrei spoilerare.

Avevo poi delle cose da dire, sempre parlando d'altro, ma il tutt'altro è sopravvenuto sul semplice altro e così mi son messo a parlare di tutt'altro perdendo di vista il semplice altro.

E stavo pensando inoltre, oltre al parlare d'altro, stavo pensando anche al pensare d'altro.
Differenza che c'è tra parlare d'altro e pensare d'altro e parlare di altro e pensare di altro

lunedì 30 marzo 2020

Usare blog come fosse diario praticamente #21

Come per la sindrome di Stendhal sovrapposta a quella di Stoccolma ci troviamo che non possiamo andare in Amazzonia, ad esempio, quando ci pare, ci troviamo chiusi nelle nostre casette, se ce le abbiamo, e qusaiquasi ci piace e ci prende la sindrome della bellezza estrema in clausura sovrapposta a quella dell'amore per il nostro rapitore, siamo chiusi in casa e fuori è bello e dentro no ma ci lasciamo affascinare dalla privazione. Parlo per noi ma so chi intendo.

Poi l'argomento su cui riflettere oggi sono i sogni degli altri mischiati ai ricordi degli altri mischiati ai ricordi di noi dentro ai sogni degli altri ma nei ricordi che abbiamo noi nei sogni nostri con gli altri. Ok?

domenica 29 marzo 2020

Usare blog come fosse diario praticamente vero #20

Non esiste non esiste lunedì per lo scrittore serio incalllito professionista coni problemi dello scrittore vero non esiste domenica non esiste lunedì non esiste nient'altro manco il tempo esiste solo se devi inviare un qualcosa a qualcuno o un appuntamento appunto dai un appuntamento ci vuole il tempo, altro che Bergson.
MA pensavo piuttosto al giro del mondo in un secondo, che palle, non si vede niente in un secondo il giro del mondo non è sufficiente a capire il ondo a capire niente neanche i sono accorto che stavo pensando a qualcosa che il giro del mondo è già finito.
Giro del mondo in un secondon è troppo poco, ci vuole almeno ancora un altro secondo come quando si dice oh, in senso di Stai calmino quando uno ti vuoole fare fretta e si dice oh, un secondo!
tre secondi almeno possono bastare per un giro del mondo vi prego, almeno tre secondi.

Quest'intervista con Mariapia Greco

Dopo Un adesso immenso, la videopoesia voluta da Alessio Bertallot e commissionata da Mercato Centrale Milano, tutto ancora in sospeso per via di 'sto virus; dopo l'esser stato coinvolto da Marco Nereo Rotelli per un suo progetto di poesia/installazioni da lui scritte e scelte e selezionate (in questo caso  derivata da Trovare l'orientamento) Mariapia Greco ha deciso di intervistarmi per portare avanti un suo canale youtube con interviste a diverse entità artistiche, se si può dire, qui c'è la mia, incespicata e incerta e movimentata e fluttuante, giustamente:

sabato 28 marzo 2020

Usare blog come fosse diario praticamente vero #19

visto che non si può andare tutti i giorni in amazzonia solo per curiosare, che poi fisarsi con l'amazzonia si finisce per logorare l amazzonia si diventa turisti in un attiumo in amozzonia quando ad esempio ci sarebbe volendo ancora la patagonia da scoprire tutta ci sono delle saline, credo, in patagonia, dove il sale è gratis e tutti leccano il sale e mi vengono in mente le schiene di certe rane ma non c'entrano adesso.,
PEnsavo che a volte non mi ricordo come sono e come ero quindi pensavo soprattutto di risolvere questa cosa dandomi degli appuntamenti, degli appuntamenti con me stesso, in questi giorni di diario sconsiderat, appuntamento con me stesso tre o quattro appuntamenti al giorno 5 o 6 apuntamenti e puoi anche arrivare in ritardo che non frega niente a nessuno non è un problema se sei tu a darti l'appuntamento con te stesso arrivi piacevolmente in ritardo con mezzo sorriso, con mezzo tramonto a qualsiasi ora, non frega niente a nessuno e qualcosa s'è fatto, durante il giorno o notte che sia.

venerdì 27 marzo 2020

Usare blog come fosse diario praticamente vero #18

Ho deciso di togliere gli articoli il e un dal titolo di questi post diaristici.
Rimane così Usare blog come fosse diario praticamente vero invece che Usare il blog come fosse un diario praticamente vero 
sento che dà il senso dell'immediato dell'evitare perdite di tempo come lo stare a stabilire quale articolo è il più azzeccato se determinativo e non se il o la o lu o se altr non so.
Son giorni in cui bigogna dare molte cose si arriva alla fine della giornata che non si sa più cosa dire a chiunque e non siamo più pronti a usare le bocche le lingue proferire parole diventa faticoso finalmente.
non ho deciso se iniziare Bernhard o se iniziare quello là finlandese con nome che non ricordo sì lo ricordo benissimo si chiama Pasilinna ma con due a (o tre). Suicidi tra amici, piccoli, comincerò quessto.
Il discorso era comunque sulla polvere, mi sento polvere, mi sento pulviscolare, mi sento, lo scrivevo a Alfonso in mail e sono importanti le mail da inviare tutti i giorni e dicevo che mi sento polvere senza tempo senza clessidra intorno e mi perdo mi disperdo sono un po' mi sento pulviscolare che mi appoggio qua e là ma basta un soffio e non sono più dov'ero prima e volatilo io, volatilizzato volatilo in giro e mi appoggio e sono quasi impalpabile. Un tempo rimbalzavo e in questi giorni invece mi appoggio e volatilo

giovedì 26 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #17

Ero qui che visto che non c'è niente da fare stavo facendo moltsime cose e ad esempio mi son mezzo deciso che scirov una cosa che deve cominciare con goodmorning genova e conquisto in questo senso il mio senso di appartenenza a un qualcosqa che è provbabilmente prima di tutto una città e poi anche una way of life in cui si dice a un certo punto goodmorning genova ed si fa una specie di discorso a una nazione e dovrei parlare mi pare del mio senso di appartenenza e del discorso sull'interindisciplinarietà e del discorso del nessuno è di dove è che son cose che mi vengono in mente in questso momento che è il momento in cui stavo facendo dell'altro, volevo scrivere anche una lettera mail a un autore che si chiama Matteo Galiazzo che in una rivista che si chiama Maltese narrazioni, di qualche anno fa, ha scritt0 un racconto che si chiama la casa di vico gattagà, che ho scoperto esser vicinissimo al posto dove sono io che è genova ma che è soprattutto via della maddalena e io ci tenevo, fino a poco tempo fa, ci tenevo a non far mai della scrittura geografica o se geografica che fosse neogeografica con mappe inventate e non luoghi che potessero essere talmente astratti da sembrare eventualmente il salotto di tutti e alla fine ad esempio adeesso la scrittura geografica la sto facendo ma preferirei ambientarmi un attimo in amazzonia, ad esempio.
che Poi ovviamente uno ci pensa un attimo e lo sa che non tutti hanno il salotto.
Cmunque stavo facendo tra le cose da non fare nella mia lista delle cose da non fare, lunghissima, stavo facendo appunto una cosa, che era al pimo punto della lista ma la lista è variegante e ogni istante cambia e adesso, mi son detto, adesso vengo lì e mi tolgo il dente velenoso del diario da fare ogni giorno con una certa costanza e senso di incompiutezza, il senso di incompiutezza è quella cosa per cui uno vive e ogni secondo si dice ok, non sono morto.
Il senso di compiutezza invece è il contrario ed è noiosissimo perché si è morti e allora ci si annoia.
uh, mi sono venutte in mente altre cose da fare che spero non passino da youtube perché sennò ci sto fino alle 24 di domani (ore)

mercoledì 25 marzo 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #16

Scrivere per vedere cosa si scrivedrebbe e cioè scrivere quel che uno mai proprio si sarebbe mai aspettato di scrivere, ma guarda un po', ma guarda un po' cosa m'è venuto in mente di scrivere. , mi dispiace, st un po' esagerando con questo diario scrivendo ste cose che manco io avrò mai voglia di rileggere ma questo è l'esperimento della disciplina, una valanga allenamento costante in uci la pigrizia gioca il ruolo fondamentale di nemico ispirante, grazie alla pigrizia combatto la pigrizia, senza pigrizia non caombatterei la mia pigrizia e allora vengo qui a combattere la mia pigrizia e per pigrizia scrivo soltnto la cosa meno importnte che mi viene in mente ma non per noia. Questo è importante, non per noi vengo qui,
stavo pensando all'informe e come preservarlo dal bisogno di dare forma a tutto. Smettiamola di dare forma a tutto, soprattutto ai concetti base, c'è stato un periodo che avevo molti concetti base di riferimento, tantissii concetti base e alla fine erano così tanti che ho dovuto sceglierne un paio ché fossero base per davvero, a discapito di altri che poverini ho dovuto surclassare a base meno, altri base meno meno. poverini alcuni concetti base che adesso sono base meno meno poverini

Non vorrei esagerare, mettere delle foto, addirittura, ma questa forse c'entra, ed è bello pensare che in realtà se si mette un forse e se si toglie la realtà: tutto forse c'entra. E così c'entra anche questo uccello che vola e passa senza l'idea di lasciare segno alcuno e ci riesce, Il guardiano di greggi (1911/12), Fernando Pessoa/Alberto Caeiro

martedì 24 marzo 2020

Usare il blog come fosse diario praticamente vero #15

oggi in amazzonia giusto un paio di minuti ché siamo poi andati a fare la spesa e pensavo alle unghie. Le unghie nostre, le mie unghie pensavo che solo all'improvviso diventano lunghe mentre nel frattempo se ne erano state tranquillamente semicorte nascoste nessuno ci pensa e all'improvviso sono lunghe, eppure sono state discrete tranquille silenziose lentissime a crescere. Non possiamo vedere un'unghia crescere eppure è lì che cresce costantemente e soltanto a un certo punto ti accorgi che la devi tagliare ed è la stessa cosa ptante altre cose e mi rendo conto che il ragionamento potrebbe anche non essere così iportante ma leggo il diario di virginia woolf ogni tantto e anche lei pareva annoiarsi e preoccuparsi ad esempio ogni tanto delle sue unghie, pure la virginia, e nonvoleva di c erto che il diario fosse letto da alcuno. belli i diari da leggere

lunedì 23 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #12 e #13 #14

#12 ok scrivo tutto non penso a niente, leggo niiente e penso a tutto e pensavo parlavo l'altro giorno del tutto e del  tutt'altro parlare del tutto e parlare del tutt'altro e della differenza che c'è, sostanziale, tra il tutto e il tutt'altro.
Ero in amazzonia, come al solito ultimamente, e c'erano troppe cose da fare, c'eravamo detti di no far niente per un po' ma c'erano invece troppe cose da fare e tutti mi dicevano filippo non fare niente mi raccomando e io non facevo niente per davvero, poi però a ben guardare stavo invece facendo qualcosa, facevo una cosa al giorno, una cosa in 24 ore, ci si riesce a fare una cosa per 24 ore? stavo pensando anche a un bigné, si può mangiare un bigné per 24 ore? bisogna masticare proprio piano

oppure domanda: cos'hai fatto oggi? risposta: mi sono tagliato le unghie

# 13 poi i temi base nuovi sono nascere costantemente, ok, ma anche resuscitare senza essere morti, interessante. si può resuscitare senza essere morti senza chiedere il permesso a una qualche anagrafe della morte resuscitare saltando un apssaggio fondamentale, diciamo, non lo so se si può

# 14 e poi sulla scrittura e sulla lettura ad alta voce m'è venuto da dire bisogna essere sinceri come quando si ha paura, la paura ci rende sincer, è un sentimento vero la paura e sincero. E la felicità? non lo so non conosco bene la felicità, la paura e la vergogna sì, ecco, la vergogna anche ci rende sinceri.

sabato 21 marzo 2020

#indoor poetry marathon 24h su 24h con Simone Savogin Premier

 


questa è troppo importante quindi non ne ho voglia di mettere per bene in ordine tutti queste immagini del programma, sono 20, delle 24 h di seguito, super maratona fatta da Simone Savogin tutta con il supporto della LIPS, Lega Italiana Poetry Slam per il 21 marzo, giornata mondiale dell///
Le immagini le ha disegnate Martina Dirce Carcano e la 24h ormai è stata fatta, è stata una bomba, se la volete ritrovare bisogna andare sulla pag facebook della lips e cercare tra i videos, ce ne sono tre, di videos, lunghissimi. Caspita, che fatica, vado a leggere qualcosa

venerdì 20 marzo 2020

Paolo Nori - La banda del formaggio - Come faccio a descrivere Paride?

   Io credo che forse, la cosa che dovrei fare, prima di tutto, è dire chi era Paride.
   Solo che, magari a qualcuno sembra una cosa anche facile, dire chi era Paride, a chi non lo conosceva.
   Per me Paride, cioè a me vien da dire che Paride era Paride, e descrivere Paride, non so, gli ultimi quindici anni io l'avevo visto tutti i giorni, Paride, e descrivere Paride, adesso non voglio esagerare, ma facciamo un paragone, è come se qualcuno che non l'avesse mai vista mi avesse chiesto di descrivergli l'acqua, allora io comincerei a dirgli che l'acqua è inodore, e incolore, e che è un liquido, e che essendo un liquido prende la forma dei recipienti dove lo metti, e magari tirerei fuori il principio dei vasi comunicanti, che va bene, son tutte cose che son vere, ma è l'acqua quella lì?
   No, quella lì non è l'acqua.
   L'acqua è l'acqua.
   L'acqua è la pioggia, è una piscina, è una pozzanghera, è la rugiada, è la vasca da bagno, è la doccia, è il fango, è quello che faccio bollire per fare la pasta, è la saliva che ho in bocca, non è l'inodore, l'insapore, il principio dei vasi comunicanti, l'acqua è quando ti lavi la faccia, quando tiri giù l'acqua dopo aver pisciato, tutte le mattine da quando sei piccolo, l'acqua son tutte le fontane da dove hai bevuto, l'acqua è il fiume Reno che vedi tutti i giorni da quando abiti qui, quella lì, è l'acqua, altro che il principio dei vasi comunicanti, e Paride è Paride, come faccio a descrivere Paride?

giovedì 19 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #11

I palazzi non si spostano. SOno stato in amazonia e ho visto alberi spostarsi ma i palazzi no, in amazzonia i palazzi non si spostano neanhc ein amazzonia.
E qui nemmanco, mi affaccio e guardo fuori e vedo che da ieri a oggi i palazzi non si sono spostait, cambiano di poco le posizioni dei cassonetti della spazzatura ma i palazzi.
Tra le altre letture si sconsiglia La passeggiata di Robert Walser, la sconsiglio vivamente adesso. MEglio ili viaggio intorno alla mia camera, di De maistre, sicuramente.

Comunque in amazzonia c'è uno che sbadiglia fortissimo ogni mattina e lo sento da dietro il muro e sembra sbadigliare così forte per marcare il proprio territorio e mi sembra proprio che dovrei cominciare a sbadigliare anch'io fortissimo, più forte di lui, per contrastarlo e mi stavo allora allenando sempre pronto a distruggere ili mio competitor con uno sbadiglio ed ero pronto a cancellare per sempre il io nemico con uno sbadiglio tonante e mi sono allora messo lì, in amazzonia, in questa amazonia qui in camera mia, mi sono attaccato al muro aspettando il suo sbadiglio per poter contro sbadigliare fortissimo e invece niente, non lo sento,mi sembra che oggi il neimco dall'altra parte nonha ancora sbadigliato, sono preoccuapto per lui

mercoledì 18 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #9

questa la pubblico come affronto a quella precedente, la cosa minima che possiamo fare è fregare un pochino creare trappole a noi stesse sparpagliarci gli lintenti polverizzarci le ambizioni e ad esempio l'ambizione seria di tenere un dario con la forma di diario al giorno me ne frego lo sparpaglio lo polverizzo metto il nove dopo il dieci e mi sembra minimo insomma siamo qui apposta per fare quel che vogliamo o per far finta di fare quel che vogliamo e anche bella l'idea della differenza che c'è tra fare e non fare e poi conseguentemente la differenz che c'è tra fare e darsi da fare e poi la seguente consegue4nza che c'è tra il fare e il darsi da fare e il farsi dare da fare che è la peggiorel, forse, l'ultima di quete ma la piàù liberatoria sicuramente, il farsi dare da fare è facile

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #10

Non so più a che ora del mondo siamo arrivati, a che giorno dell'ora siamo, a che movimento del corpo sono in questo momento che mi muovo. Sono sicuro che mi nuovo ma non ho capito se sono io o se sono tutto. E proprio del tutto si parlava l'altro giorno e ci chiedevamo, appunto, quale foosse la differenza tra tutto e il tutto.
E ci siamo fermati un attimo e in un attimo ci siam detti che sarebbe stato meglio, come da teoria non scritta del buon vivere, sarebbe come al solito stato meglio parlare d'altro e ci siam fermati ancora per andare oltre e l'idea massima lontana inarrivabile era del parlare ok d'altro ma poi soprattutto riuscire a parlare di tutt'altro. Faticosissimo parlare di tutt'altro. In realtà devo dire che non so se ci sono mai riuscito.

lunedì 16 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #8

Oggi purtroppo non ho fatto in tempo a venire qui a scrivere la parte del diario di oggi perché avevo tantissime cose da fare e ad esempio doveveo leggere tutto pessoa ma poi mi sono distratto no so come e non lìho letto neanche un pezzo poi avevo Malerba da finire le ultime righe di Mozziconi e non l'ho letto manco quello perché sono uscito per fare la spesa (questo è il periodo del mondo in cui si può uscire soltanto per fare la spesa, presente?) poi volevo finire di leggere il fumetto su wittgenstein ma niente, troppo difficile, anche se fumetto, molto difficile, e guardando oggi sono contento di aver trovato difficile e appassionante il tractus mentre lo leggevo e non ci capivo niente e mi affascinava soltanto. Anche la logica del senso, deleuze, anche lui uguale, non ci capisco nient ee mi piace tantissimo.
Comunque poi mi son detto adessso prendo il computer ché così ci guardo una serie e poi mi son detto forse i guardo inveec un film e poi mi sond etto che film? e mi son detto chje serie? e alla fine mi son messo qui a ricapitolare tutte le coe che erano sulla lista delle cose da fare di oggi e infatti non ne ho fatta neancuue una perché sembra in questo periodo che il tempo sia qualcosa che non sta adesso al suolo, sembra qualcosa che sorvola, il tempo, e le giornate sono soltanto momenti lunghi in cui si aspetta e sono venuto qui al computer e dovevo guardare una seire un gilm qualcosa e invece niente mi son messo qui a ricapitolare tutto velovemente brevemente.
Anchye la spesa sono andato a fare oggi, pazesco

domenica 15 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #7

Ecco, stavo cercando di aggiornare il blog e permettergli anche di fare cose impossibili, come ad esempio fare multe a una macchian dei vigili posteggiata in divieto di sosta o altre cose impossibili solo ch epurtroppo non me ne intendo veramente molto di queste cose da tecnici di blog e fare le multe anche non sono mai stato proprio bravissimo (mai fatta una multa, mai chiamato un vigile in vita mia).
Ovviamente ci interessa soltanto ciò che è impossibile, ci interessa soltanto ciò che non sappiamo e ci interessa dire soltanto ciò che non sappiamo. Al di là dell'ignoto, ovviamente.
Ma questo è un altro discorso
Allra ieri visto che siamo qui chiusi in casa (questo mi permetto di dirlo, siamo chiusi in casa,) ieri mi sono messo a fare un po' di meditazione per staccare anche dal maledetto internet allora sono andato u youtube e mi son messo un video di meditazione guidata sono andato in cucina spento la luce gambe incrociate ho fatto partire il videoe  mi diceva cosa fare cosa pensare e soprattutto mi diceva continuamente di non pensare allo stress, liberati da questi pesi, da questo stress, liberati, non pensare a queste cose, le responsabilità   .  Ma io che volevo fare solo la meditazione porcatroia mi sond etto cosa vuoole questa voce qui e mi son detto prossima volta mi sdraio a letto chiudo gli e faccio finta di dormire a non dormo e sto zitto anche con la testa e soprattutto non metto un video de youtubb

mi piace aprire le parentesi e non chiuderle, anche se a volte me ne dimentico e le chiudo, devo starci attento, a devo anche stare attento a non stare troppo attento ed essere diligentemente sbadato nel momento giusto senza accorgermene (

sabato 14 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #6

Una cosa da prerisveglio: stavo lì a sonnecchiare e mi sono messo a indagare i sogni di prima e m'è venuto in mente di aver detto, durante un sogno, di aver detto proprio con convinzione: bisogna leggere con le unghie e scrivere con le ossa. L'ho detto e ho avuto l'impressione di aver soddisfatto il mio interlocutore, di avergli dato un senso di poeta che parla, mentre io mi accorgevo di truffare

Da giorni dovevo farmi la barba ma cercavo una conferenza giusta da mettermi lì mentre mi facevo la barba per massimizzare il tempo perduto di me che mi faccio la barba senza prendere informazioni ricevere stili di pensiero pepite d'oro di conoscenza da accumulare. E doveva essere una conferenza da non troppi minuti, non da 50 minut, quanto ci si mette a farsi la barba? non lo so è da molto che non me la facevo e poi oggi l'ho fatta.
Ero lì che cercavo la conferenza giusta da mettere per farmi la barba e una di Francesca Rigotti sull'essere vecchia oggi e la creatività, una di Telmo Piovani sull'essere maschio oggi e  sull'evoluzionismo, poi Barbero con le sue storie ma anche ovviamente in giro sparpagliato agamben che parla di Musil mentre parla benjamin che parla di Baudelaire e insomma ero lì e la barba stava crescendo indefitivamente e mi son detto: oh, mi taglio la barba senza ascoltare niente e mi godo me che penso e chissà cosa penso. Mi è piaciuto molto godermi me che penso mentre penso e infatti dopo sono venuto a scrivere questo sul mio diario di oggi che direi che per oggi per essere diario va bene così.

venerdì 13 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #5

Anche ieri sono passato un attimo in Amazzonia per salutare degli amici e stavano tutti bene, qualcuno giocava a scacchi sulle liane tipiche dell'amazzonia qualcun altro l'ho incontrato che stava uscendo dall'amazzonia per andare a chiedere una migliore tariffa per il proprio telefono (le tariffe in amazzonia te le fanno fuori dall'amazzonia).
Mi chiedo: quanto tempo uno deve passare a capire qual è la propria tariffa telefonica più conveniente più vicina consona al proprio stile di vita? Tutto quel tempo che uno spende per capire la tariffa telefonica che più gli calza non sarebbe meglio passarlo non stando al telefono? Chissà.

Un'altra riflessione importante in questo periodo che ci ricordano ogni giorno di lavarci le mani molto spesso tutti gigienizzaiti (ho sbagliato a scriverlo ma i piace anche con la g davanti) e insomma dicevo tutti gigienizzate le mani ma la faccia? RICORDIAMOCI DI LAVARCI ANCHE LA FACCIA PERDIANA

Stavo pensando a uno che gli dicono di organizzare il tour de france e lui dice ok però è distratto e si sbaglia e invece che in Francia lo organizza in spagna e non se ne accorge nessuno fino all'ultimo e comunque ormai è troppo tardi e per non farlo sentire in colpa non gli dicono niente fanno il tour de france in spagna

giovedì 12 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #4

Ecco, ieri ero talmente soddisfatto di aver finito di scrivere quella cosa riguardante i sogni che dovevo scrivere che così ho deciso di non scrivere quella cosa che dovevo scrivere riguardante la mia vita quotidiana in forma di diario qui sopra e quindi hogià saltato il primo terzo giorno (ieri) di scrittura diaria di blog e quindi mi sento più libero nella mia indisciplina.
Una delle parole chiave della mia formazione è di recente stata interindisciplinarietà. Solo che quando la dico tutti pensano di aver capito interdisciplinarietà, senza quell'in che rende giustizia all'indisciplina dell'interindisciplinarietà.
Eppure l'indisciplina se ne frega della giustizia e tantomeno dell'ingiustizia.
Stavo leggendo un libro e m'è venuto in mente che ne stavo leggendo anche un altro, e anche un altro, e non si può andare avanti così leggendo: un viaggio in italia di Ceronetti, le poesie pazze di Pessoa nei campi e nella natura, Bianciardi che mi ha già ssnervato con il suo lessico interdialettale de Aprire il fuoco (nemmeno queesta volta arriverò nemmanco alla cinquantina di pagine su questo di bianciar), Italo Calvino con le lezioni americane che sempre un pezzetto è giust leggerlo, Malerba con Mozziconi in quest'edizione Quodlibet che tanto mi pace leggere, Carlo Bordini e Luigi Socci insieme in coppia de buona poesia e ancora qualcosa stavo leggendo ma non ricordo cossa perché mentre stavo leggendo un libro mi sono accorto che ne stavo leggendo anche un altro e poi adesso mi viene in mente quello che dice Roland Barthes in un altro libro raccolta di articoli vari che si chiama la scrittura impossibile e che parla anche di lettura, Bartes, che la lettura è sempre interrotta dai pensieri, e ogni lettura è sempre diversa anche nelle diverse fasi della vita perché interrotta dai diversi pensieri delle diverse fasi della vita.
Ceronetti hoo deciso che mi può stare antipatico eppure dalle prime pagine m'è già venuto da prendere appunti su tutto il benaltro che può venire fuori da una lettura di così buon gusto.
C'è anche Thoureau che leggo dalla traduzione e selezione di Maraschi. Soono i diari di Thoureau e abbiamo discussso con Maraschi su come sarebbe ben ben da pronunciare il suo cognome e io penso allora sia meglio chiamarlo Henry, ma alla francese o come Ford o come Miller Henry?
Credo di essere a posto come diario oggi, mi piace scrivere qui come se nessuno se en accorgesse, questa idea di finestra spalancata sul mondo ma con un muro subito davanti alla finestra e il mondo è un muro, un wall, e io scrivo e mi sento in un ricchissimo e gaudente anonimato in cui l'unica censura è la mia in cui in effetti non dico niente del mio modo di essere vincitore o perdente o esoscheletro vuoto di riccio di mare.

Ah, mi sono dimenticato di dire che non ha senso leggere tutte quelle cose là sopra contemporaneamente, non ha senso, è meglio leggerne una due tre, non quattro cinque sei alla volta, ecco, anche Hnery Miller leggo, Una tortura deliziosa, i suoi scritti riguardanti la sua scrittura, molto interessant.
E i diari, ecco, i diari degli altri, Kafka, Woolf e altri diari stavo leggendo, ah, sì, Thoreau.
Ma non dobbiamo occuparci di questo adesso

martedì 10 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #3

In effetti adesso non dovrei scrivere qui il diario ma dovrei scrivere dell'altro solo che mi viene sempre meglio fare dell'altro quando dovrei fare qualcosa di preciso. Come parlare d'altro, amo parlare d'altro, io parlerei soltanto d'altro e invece  a volte bisogna parlare di quella cosa lì, quella cosa di cui si stava parlando. In questo caso è il virus, ovviamente, che è diventato un argomento ingombrante e pesante come uno zaino che non riesci a toglierti di dosso. E sei arrivato a casa al rifugio di montagna al focolare caldo e ti togli le scarpe gli scarponi di questa gita in salita stancante e vorresti sdraiarti da qualche parte finalmente ma hai lo zaino grande ingombrante pesante e non riesci a toglierlo. Ecco, lo zaino come argomento ingombrante messo lì in mezzo come i famosi 99 elefanti in una stanza, uno zaino pesante messo alle spalle ma che non ti fa vedere davanti.

Con un senso di fine del mondo addosso ho donato due euro a wikipedia e allora mi ha scritto una ragazza che si chiama Katherin Maher e mi ringrazia vivamente e mi dice che adesso che ho donato due euro mi riempiranno di mail ogni giorno per chiedermi altri soldi e mi sono un po' preoccupato sono andato a vedere chi è questa Katherine e vedo su wikipedia che la Katherine è una bravissima ragazza che filantropicamente parlando ha fatto tantissime cose belle per l'umanità. Meno male

lunedì 9 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #2

Ieri ero in Amazzonia che è ad oggi l'unico posto dove si può trovare l'avventura, poi sono andato a comprare l'acqua Martina une uro e cinquanta proprio in amazzonia e sono tornato a bermi tutta l'acqua Martina a casa mia qui dove vivo io veramente e ho pensato anche all'Indonesia, anche lì un'avventura si potrebbe trovare o se non indonesia altri posti esotici sempre mentre bevevo l'acqua in bottiglia martina.
La sedia invece dove sono seduto sembra poter esplodere dA UN momento all'altro potrebbe essere l'ultima sedia della mia vita, se esplode, e invece lo so che ci do un aggiustata di lato e questa regge e continuo a stare in fondo qui.
è un problema questa cosa dei diari se ne tieni uno su un quadferno piccolo uno in un quaderno grande un altro diario in un quaderno che poi perdo e infine un diario qui sul blog. Comunque l'importante è che il diario sia praticamente vero e per ora ci riescfo.
Nel diario a mano, il quaderno laterale che tengo qui a fianco al computer, che non è il quaderno grande né quello piccolo ne quello che perdo, in un altro quaderno diario ho insomma scritto ieri soltanto:
anche oggi vorrei imparareil tedesco.
Sono insomma tornato al me stesso che vuole imparare il tedesco. Era da un po' che non volevo imparare il tedesco. Forse anche imparare il tedesco potrebbe essere una buona avventura. Allora oggi finisco di scrivere il diario sul blog e poi dopo provo a imparare il tedesco e poi vi dico. 

martedì 3 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero #1

Ecco che ci siamo di nuovo è incredibile sto usando il diario come fsse un blog e il blog come fosse diario e mi ritrovo qui ancora a scrivere e mia promessa sarà non rendere interessante niente, non andare incontro a nessun gusto, tantomeno al mio, che ancora non ne ho uno di gusto mi pare, non come certi gelati che ne hanno quattro ma non c'entra adesso niente volevo dire che il mestiere è appunto scrivere diligentemente con disciplina scrivere per vedere cosa si scriverebbe e io odio la disciplina ma questo diario potrebbe essere l'occasione per disarcionarmi giornalmente dalla discipilina e decidere poi di smettere dopodomani di scrivere il diario potrebbe essere forma di ribellione che dà molta soddisfazione ed eccomi qui che dico già arrivederci che oggi i compiti li ho fatti e devo invece fare le atre cose vere tipo ad esempio quell'articolo sul dormire molto, troppo, dormire esageratamente sognai talmente forte che mmi uscì il sangue dal naso diceva quello arrivederci

lunedì 2 marzo 2020

Usare il blog come fosse un diario praticamente vero

Da un po' di tempo sono proprio contento di tenere un diario, ho un diario di non so che anno, non so quando l'ho cominciato, ero molto piccolo e mi piaceva vomitare sotto il letto di nascosto nella notte prendere delle calze e far qualcosa per pulire tutto quel vomito. Peccato, adesso invece niente, non faccio più quelle cose lì e anche il mio diario non è più quello lì, che custodisco in un altra casa, il mio diario adesso è sempre un quaderno nuovo sul quale scrivo quasi tutto quasi tutti i giorni.
E infatti invece appunto dicevo che c'è sempre in qualche modo da fare, rendere conto del proprio operato ad esempio e allora scrivo un po' di più e ultimamente scrivo diari, ne scrivo uno al giorno, di diario, poi perdo il quaderno sul quale scrivo il diario e così finisce che il giorno dopo devo andare a comprare un altro quaderno sul quale scrivere il diario e così succede che mi metto lì e m invento il diario del giorno e il diario del giorno prima, quello che avevo scritto sul diario precedentemente perso, e così diventa tutto un casino, come al solito, ne gode solo l'industria cartiera dei quaderni, non l'industria cartiera della carta igienica.
E allora mi son detto che quasi quasi, vediamo, magari ogni tanto vengo qui ad aggiornare il mio diario scritto online, un po' per combattere la mia passione anacronistica dello scrivere a penna e un po' per godere della mia passione anacronistica del tenere un blog.
Comunque ecco qui che il blog diario diventa diario per davvero e va bene così tanto non ci scrivo le cose vere né tantomeno le cose che mi sono successe, ci scrivo.
A parte il fatto he adesso è febbraio e piove molto (questo è vero).
Ho deciso forse di lasciare alcuni errori sparpagliati qui, così non mi devo troppo preoccupare di quel che ho scritto e non mi devo troppo preoccupare con la figura che ci faccio con me stesso.
E poi appunto, tenere il diari perché la scrittura fa bene alla scrittura ed è sempre interessante scrivere per vedere che cosa si scriverebbe.
Adesso dovrei scrivere tre poesie per delle fotografie e un articolo riflessione sull'arte del dormire e sulla questione dell'essere onironauta oggi, cosa succede, come si fa l'onironauta, ma invece ho decio apposta di venire qui a scrivere questo e perdere tempo così sono contento ho un modo per lamentarmi del fatto che non riesco a portare avanti le cose fare le cose vivere le cose etc arriverderci

domenica 1 marzo 2020

L'altro giorno, Santa Varietà in Passione in Castello (GE)

L'altro giorno poi invece con altri due scostumati belli siamo stati invitati in mezzo alla giocoleria pazza circense e abbiamo letto le nostre poesie qui come si vede dalla foto jpg pubblicata qui.
Queste sono cose che è giusto segnarsi che sennò poi dopo passano magari degli anni, magari due magari quattro, e vediamo che ci siamo dimenticati tutto quel che ci eravamo ricordati fino a quel momento.
Santa Varietà è una versione light del minimo, una bella versione light, in mezzo alla giocoleria e arti circensi siamo finiti a leggere le nostre poesie con Paolo Agrati e Fabrizio Nuovibri.
Siamo stati bravi.